ALEX RINS, 10 e lode – Trascorrere un intero weekend in un ameno anonimato, per poi sparigliare le carte in gara e sorprendere all’ultima curva, con una mossa rapida e lesta degna di Bruce Lee, il 7 volte Campione del Mondo. Conveniente questa strategia, no? Il ranocchio è tornato, più pulito ed elegante che mai.
MARC MARQUEZ, 8 – Il tabù dell’ultima curva comincia ad essere un affar serio. Se non fosse per l’ingente quantità di punti di vantaggio in generale, ci troveremmo a registrare l’ennesimo calo di attenzione del Cabroncito in due gare. L’unico tallone d’Achille? Forse, ma ora conta poco.
MAVERICK VINALES, 8 – Non risolve il cronico problema della partenza, ma si carica come un razzo da metà gara, avvicinandosi ai primi e pregustando, per qualche istante, una possibile bagarre per la vittoria. Il podio abbona metà delle aspettative.
VALENTINO ROSSI, 7 – L’ottima partenza, aggrappato allo scarico di Marquez, non funge da catalizzatore per una gara da protagonista. Anzi, ne consegue un’inesorabile caduta libera, a 11 secondi dal leader al traguardo. Un grave rammarico per non aver sfruttato una prima fila da 9.
FRANCO MORBIDELLI, 7.5 – Con Quartararo out, Morbido tira fuori gli artigli e sfoggia una prestazione di spessore, simile a quella in Argentina prima della caduta. Ancora da sistemare la velocità sul giro secco.
CAL CRUCTHLOW, 6.5 – Non brilla, non stupisce, non va a podio. Quantomeno, però, si fa vedere per qualche buon duello con Morbidelli.
DANILO PETRUCCI, 6 – Prima Ducati al traguardo, sì, ma di poco su Miller e Bagnaia. Svuotato, impanicato, arrancante: il Petrux pre-rinnovo è rimasto in vacanza, non c’è altra spiegazione.
JACK MILLER, 5.5 – Impressiona al sabato, svanisce alla domenica, bruciandosi gratuitamente un’importante prima fila. Molto indecifrabile la sua stagione, altalenante tra podi, piazzamenti a punti e cadute.
POL ESPARGARO, 7 – L’orgoglio di casa KTM, ospite fisso dell’hotel “Top 10” ed interprete eccezionale della moto austriaca. Un po’ come Marquez. Un altro weekend solido è un’importante risultato per lui, ma anche un monito a Mattighofen per premere l’acceleratore sullo sviluppo.
ANDREA IANNONE, 7.5 – Per un atleta del suo talento, sta stretto dover considerare un 10° posto come una vittoria. Ma tant’è, ed è quindi fondamentale aggrapparsi a quel che passa il convento.
FRANCESCO BAGNAIA, 6 – 11°, ma a quindici secondi dall’Aprilia. Bravo nel non sprecare la zona punti, ma serve un po’ più di velocità.
SYLVAIN GUINTOLI, 7 – Tomo tomo, cacchio cacchio, il buon Sylvain si è concesso il lusso di cogliere 4 punti, nonostante un approccio obbligatoriamente sereno e cautelativo. Très bien!
HAFIZH SYAHRIN, 6 – La KTM non gli sta proprio addosso.
JORGE LORENZO, 8 – Al diavolo i punti e il distacco cronometrico. L’importante per Jorge era terminare la gara. Per rinfoltire la sua fiducia e la sua autostima. Ognuno ha dei limiti, e vanno affrontati, passo dopo passo.
KAREL ABRAHAM, 5 – Ai limiti della galassia.
TITO RABAT, 6 – Caduto e rialzato. Un buon passo avanti rispetto ad un anno fa, quando se la rischiò davvero brutta.
TAKAAKI NAKAGAMI, 6 – La caduta gli pregiudica un possibile approdo in top 10.
ALEIX ESPARGARO, 6.5 – Gara di sostanza e generosità, terminata ad un giro dalla fine.
MIGUEL OLIVEIRA, 6.5 – Eccellente sino alla caduta. Sfortunato, ma caparbio.
JOHANN ZARCO, 4 – Il transalpino sembra proprio aver perso la rotta. Nonostante stesse lottando, finalmente, per una posizione nei punti, decide di inventarsi uno spazio che non c’è per infilare Oliveira. Risultato? Out entrambi. Male.
FABIO QUARTARARO, – Avremmo tutti voluto vedere il suo ritmo gara, una sua possibile bagarre con Marquez e Rins, e magari una sua vittoria. Le premesse erano ottime sin dal venerdì, dominato incontrastabilmente assieme al sabato. La Copse non ha perdonato.
ANDREA DOVIZIOSO, – La buona notizia è che non c’è nulla di rotto. La cattiva è che l’Iride Mondiale è ora distante 78 punti, un’eternità. Dopo un volo così, però, c’è solo spazio per i sospiri di sollievo.
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