In una Formula 1 sempre più spinta verso la ricerca della prestazione estrema, una competizione a parte è quella in atto tra i fornitori di carburanti e lubrificanti. La presenza in Formula 1 di più aziende impegnate nella ricerca petrolchimica, fa sì che la competizione diventi ‘terreno di caccia’ per conquistare segmenti sempre più ampi di mercato.
Se per i carburanti ed i lubrificanti si prendesse una decisione analoga a quella presa per gli pneumatici, si darebbe un indirizzo di sviluppo diverso al prodotto. Un chiaro esempio di questo si può trovare nella nostra intervista a Mario Isola, in cui lui stesso ammette “in campionati dove la competizione riguarda anche i fornitori, si punta solo alla performance come driver di sviluppo[…]. Se parliamo di monofornitura, non si ha più la necessità di arrivare esclusivamente a performance estreme.”
Andando a leggere il regolamento, l’articolo 19.1.2 recita chiaramente “I requisiti dettagliati di questo articolo mirano a garantire l’utilizzo di combustibili prodotti con composti presenti nei combustibili commerciali”. Questo significa che i carburanti delle Formula 1 devono avere come base un prodotto che tutti gli automobilisti possono reperire alla pompa.
In aggiunta a quanto sopra riportato, all’articolo 19.1.3 è chiaramente scritto che qualsiasi prodotto non conforme al regolamento sarà considerato non regolare.
Ora, non avendo la formula chimica di ogni carburante, non possiamo interpellare nessun chimico per fare dei test comparativi.
Qualcuno di molto più autorevole di noi, però, lo ha fatto al posto nostro. Esattamente è stata la ASTM International. Per sapere qual’è il ruolo che ricopre ASTM nel mondo, basta andare a cercare su Wikipedia. “ASTM è tra i maggiori contributori tecnici dell’ISO, e mantiene una solida leadership nella definizione dei materiali e dei metodi di prova in quasi tutte le industrie, con un quasi monopolio nell’industria petrolifera e petrolchimica.”.
Inoltre, per verificare le benzine, la FIA utilizza proprio dei metodi dettati da ASTM, segno della grande affidabilità dell’ente.
ASTM International ha pubblicamente affermato che il prodotto base che si può trovare nelle pompe è sì uguale a quello che si utilizza in Formula 1, ma in una percentuale minima, quasi irrisoria. Questo perchè la quantità di additivi è talmente alta da dare come risultato un prodotto che, probabilmente, in un auto normale nemmeno brucerebbe. O farebbe esplodere un motore.
Per capire però quanto petrolchimica e studio meccanico siano legati, basta ricordare la passata stagione. In più occasioni le power unit evolute hanno debuttato solo dopo lo studio di un apposito carburante. E i nuovi carburanti hanno debuttato solo con power unit appositamente studiate. Proprio qualche anno fa, Chan Ming Yu, capo sviluppo della Petronas ha rilasciato una dichiarazione molto importante in merito. “Un tempo lo sviluppo del propulsore faceva da molla per la ricerca di una nuova miscela, oggi si esegue tutto in parallelo” ha dichiarato il manager.
Per comprendere come i prodotti siano molto diversi, basti pensare che il regolamento della Formula 1 prevede che possa esserci della paraffina nella benzina. La paraffina è tendenzialmente allo stato solido, e la si trova sotto forma di candele. Normali candele che si accendono in chiesa o quando c’è un black out elettrico. La troviamo anche nei chewing gum, negli isolanti elettrici e diversi altri prodotti.
Se si fa il tentativo di inserire della paraffina nella benzina di un auto comune, probabilmente il motore si apre a metà come un melone.
Chiarito, ma non credo ci sia mai stato il bisogno di farlo, che un motore di una monoposto da Formula 1 ed un motore di una vettura stradale, per quanto evoluto, rimangono due cosa totalmente differenti, possiamo proseguire con il nostro ragionamento.
Il problema di fondo è l’assenza di verifiche sulle benzine e sui lubrificanti, cosa che negli anni passati accadeva molto spesso.
Inoltre, una soluzione, anche in vista dell’introduzione del budget cap, potrebbe essere quella di standardizzare anche carburanti e lubrificanti, in modo da bloccare uno sviluppo selvaggio della petrolchimica e, allo stesso tempo, evitare che si creino sospetti o ombre che, soprattutto dopo quanto accaduto negli ultimi anni, a questo sport non fanno bene.
Iscriviti al nostro Canale Telegram per ricevere tutti i nostri articoli sul tuo smartphone
Lascia un commento! on "Undercut: i carburanti della Formula 1 sono davvero regolari?"