Tutto secondo copione anche al Fuji, dove le Toyota hanno ottenuto la settima affermazione in otto edizioni della 6 ore che si disputa alle pendici del monte giapponese. A trionfare è stata la TS050 Hybrid #8, condotta da Sèbastien Buemi, Kazuki Nakajima e Brendon Hartley. Per il neozelandese si tratta del primo successo da quando è arrivato in Toyota, dopo aver vinto due mondiali endurance con la Porsche. Seconda la #7 di Kobayashi-Conway-Lopez, mentre il podio è stato completato dalla Rebellion #1 di Menezes-Senna-Nato.
In classe LMP2 è stata fenomenale la prestazione del campione di F2 Nyck De Vries, che ha portato al successo l’Oreca 07 Gibson #29 del Racing Team Nederland. Assieme a lui hanno festeggiato Fritz Van Eerd e Giedo Van Der Garde, ma il gran merito va al giovane talento futuro pilota Mercedes in Formula E. Il merito di De Vries è tutto nell’ultimo stint, quando è stato in pista più a lungo rispetto alla #38 di Anthony Davidson prima di rientrare ai box. Con una serie di giri da qualifica è riuscito a rientrare davanti al britannico, riuscendo poi a restare in testa negli ultimi minuti. Male la Dallara #47 del Cetilar Racing, con Belicchi-Sernagiotto-Lacorte ultimissimi e doppiati di cinque passaggi.
La gara è scattata subito nel segno delle Toyota, con Buemi e Kobayashi a dettare legge. La Ginetta #5 ha subito tentato di inserirsi tra le vetture nipponiche, ma chi ha fatto la vera magia è stato Bruno Senna. Il pilota della Rebellion ha scavalcato proprio la vettura di Kamui, insidiandosi in seconda posizione. Al contrario di quanto si potesse pensare, la lotta è stata molto duratura ed il brasiliano ha tenuto dietro a lungo Kobayashi, favorendo l’allungo del leader della gara. Tra le GTE PRO ottimo avvio per Alessandro Pier Guidi, che ha subito preso la testa sulla Ferrari #51 dell’AF Corse. Tanti problemi per la Porsche #91 di Bruni-Lietz che partiva dalla pole ma che ha chiuso in ultima piazza di classe.
La vera sorpresa in entrambe le categoria è stata l’Aston Martin. L’equipaggio #95 di Marco Sorensen e Nicki Thiim ha infatti portato a casa il trionfo tra le PRO, dominando in lungo ed in largo la gara odierna e confermando gli enormi progressi compiuti da questo modello. Soltanto la fortuna ha concesso alla Porsche di salvarsi da una giornata difficile. La #92 di Christensen-Estre ha infatti approfittato di una Full Course Yellow per effettuare una sosta ai box, riuscendo a salire dal quinto al secondo posto. Terza l’altra Aston, la #97 di Martin-Lynn. Il Cavallino torna a casa con l’amaro in bocca, visto il quarto posto della #51 di Calado-Pier Guidi davanti alla #71 di Rigon-Molina.
Tra le GTE AM è stata un’altra Aston Martin ad imporsi, precisamente la #90 del TF Sport con Yoluc-Eastwood-Adam, che ha preceduto la Ferrari #83 di Nielsen-Perrodo-Collard e la Porsche #57 condotta da Fraga-Keating-Bleekemolen. Una menzione per uno splendido duello che ha visto protagoniste le 488 GTE di Giancarlo Fisichella e Kei Cozzolino, che si sono presi continuamente a sportellate fino a provocare una bandiera gialla a causa di uno specchietto staccatosi dalla vettura del giapponese.
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