MARC MARQUEZ, 10 e lode – “Oggi ho messo la giacca dell’anno scorso che così mi riconosco ed esco“. Quella giacca, inamidata otto volte, incorruttibile, ricalcitrante ad ogni cedimento, la stessa del 2017, del 2016, del 2014, del 2013. Il modello 2015 meglio che giaccia indisturbato nell’armadio: così delicato, fragile. Per il Cabroncito, ogni Santa Domenica, è tempo di partire, ma prima “un ultimo sguardo commosso all’arredamento e chi s’è visto, s’è visto: lascio che le cose mi portino altrove“.
FABIO QUARTARARO, 9.5 – “Applico alla vita i puntini di sospensione che nell’incosciente non c’è negazione“. Poiché l’unica arma per poter detronizzare l’indetronizzabile è proiettare la mente, il corpo, la moto e tutti gli annessi in una nuova dimensione, uno sputo di universo in cui la ragione non fa “toc toc”: “la follia“, che “sembra l’unica via per la felicità“. Fabio non è che al portone, di questo mondo che si trova là, altrove.
ANDREA DOVIZIOSO, 7.5 – Un mondo di cui Andrea ha avuto il piacere di fare la conoscenza per qualche fugace istante, in quell’orgasmante sorpasso all’ultima curva a Spielberg, prima di richiudere la porta attonito, impaurito, disorientato. E tornare, rinfrancato, nella confort-zone della razionalità, a impelagarsi in rimonte che non posson far altro che allontanare dall’obiettivo principe.
MAVERICK VINALES, 6.5 – Lo stesso mondo al quale il #25 potrebbe tranquillamente approdare, se non si distraesse a guardare, in partenza, brillanti acini d’uva, per poi additarli coma amari una volta svaniti nel nulla.
CAL CRUTCHLOW, 7 – “La pazienza è la virtù dei forti“, e con questa Hondarquez si può avere solo quella.
FRANCO MORBIDELLI, 8 – “Affronterò la vita a muso duro, un guerriero senza patria e senza spada, con un piede nel passato e lo sguardo dritto e aperto nel futuro” L’obiettivo? Ricalcare le orme di Valentino, assorbendo come una spugna l’imprevedibile estro di Quartararo. Nell’attesa, libiam – finalmente – ne’ lieti italici, sorpassi.
ALEX RINS, 6.5 – Voci interne al paddock rivelano che verrà annunciato, a breve, il suo imminente ingresso negli Evanescence.
JOAN MIR, 7 – Non sfigura affatto, arpionando per la volta numero n la top ten.
DANILO PETRUCCI, 5.5 – Per lo spilungone di Terni si prospetta, invece, una carriera attoriale all’insegna della letteratura: pronto per lui, infatti, il ruolo del Fantasma di Canterville.
JACK MILLER, 6.5 – Azzarda le morbide, ma la vita è dura con lui.
POL ESPARGARO, 6.5 – Certificazione di solidità e costanza, a discapito di una KTM difficilmente interpretabile.
MIGUEL OLIVEIRA, 6.5 – Punti e fieno in cascina.
FRANCESCO BAGNAIA, 5.5 – Spielberg 7°. Motegi 13°. F**k, go back.
MIKA KALLIO, 6.5 – Dignitosamente tranquillo.
ALEIX ESPARGARO, 6 – Chapeau alla sua determinazione, nonostante in vacanza fosse andata l’accelerazione.
TAKAAKI NAKAGAMI, 6 – Manca di un pelo la zona punti. Considerando però le condizioni pietose del braccio, è un risultato più che degno.
JORGE LORENZO, 5 – “Ho perso il gusto, non ha sapore quest’alito di angelo che mi lecca il cuore, ma credo di camminare dritto sull’acqua e su quello che non c’è“.
KAREL ABRAHAM, 5.5 – Vicolo ceco.
HAFIZH SYAHRIN, 5 – Un supplizio che avrà fine a breve.
SYLVAIN GUINTOLI, 5.5 – Menzione d’onore a lui e Suzuki per essersi fatti notare per un motore irregolare montato nelle prove libere.
VALENTINO ROSSI, 4 – “Rivoglio le mie ali nere, il mio mantello, la chiave della felicità è la disobbedienza in sé, a quello che non c’è“. Lo storico custode del regno della follia ha abdicato, involontariamente, dal suo ruolo. Chiavi della spensieratezza smarrite, serratura del talento ostruita dalla ruggine della cauta maturità. “Un tempo era semplice, ma ho sprecato tutta l’energia per il ritorno“. Chissà, se esiste, il fabbro della genialità.
ANDREA IANNONE, 6 – “Voglio la top ten“, disse Iannone. “Sarà difficile, ma ci proveremo“, disse ruotando il polso destro. “Entro, spacco, esco, ciao. Lol“, borbottò il motore.
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