Time Attack, GP Messico | McLaren ancora la migliore. Pochissimi a migliorare

© McLaren Twitter

Solo McLaren e Toro Rosso chiudono in positivo, mentre il miglioramento della Red Bull è di appena un millesimo. Ferrari prima delle negative

Anche in Messico ritorna l’appuntamento con Time Attack, la rubrica in cui analizziamo quanto i vari team hanno migliorato, negli ultimi due anni, la propria prestazione sul giro secco.

Oltre alla solita variabile che prendiamo in considerazione da inizio anno, ovvero la nuova struttura degli alettoni posteriori, per il Gran Premio del Messico, sono altre due le variabili importanti per le valutazioni.

La prima è legata all’aspetto meteorologico. Il fatto che abbia piovuto sia nella notte tra giovedì e venerdì, sia in quella tra venerdì e sabato, ha portato la pista ad essere molto sporca. Oltretutto, la “poca” gomma depositata durante le libere è stata spazzata via. In più, la terza sessione disputata su gomme intermedie non ha aiutato.

Il secondo fattore da prendere in esame è invece l’utilizzo di gomme con un range più duro rispetto al 2018. Questo può aver influenzato ancora di più il risultato finale. Ma vediamo come si sono evolute le vetture negli ultimi 12 mesi.

2018 vs 2019 – Miglioramenti

Per l’ennesima volta nel corso di questa stagione, la McLaren si conferma come la vettura che più ha migliorato negli ultimi dodici mesi. A Woking hanno ottenuto un passo in avanti di quasi otto decimi e mezzo; nettamente maggiore rispetto al resto del gruppo. Questo risultato, infatti, ha portato la MCL34 ad accedere nel Q3 con entrambe le vetture, a differenza della MCL33 eliminata nel Q2.

Seconda posizione per la Toro Rosso che, così come avvenuto per McLaren, ha staccato il doppio pass per il Q3 nel 2019, ma è stata eliminata nel Q2 nel 2018. A Faenza il miglioramento è più sottile, infatti solo due decimi sono stati guadagnati rispetto alla STR14.

Miglioramento praticamente impercettibile quello della Red Bull che, nel giro incriminato di Max Verstappen, il quale gli ha negato la seconda pole in carriera, ha ottenuto il record della pista. Rispetto alle RB15, che vide Daniel Ricciardo in pole, il pilota olandese ha guadagnato solo un millesimo.

2018 vs 2019 – Peggioramenti

Se Milton Keynes c’è stato un passettino in avanti, a Maranello ce n’è stato uno indietro. La Ferrari, rispetto al 2018, ha perso 54 millesimi, anche se con il secondo giro cronometrato di Vettel, questo passo a gambero sarebbe potuto essere un miglioramento.

Passo indietro sicuro invece per la Mercedes che, nonostante Hamilton non abbia concluso il giro per l’incidente di Bottas, con entrambi i piloti in fase di miglioramento, la condizione della W10 non poteva portare a battere il miglior giro 2018. Stando ai tempi ottenuti ieri, la vettura di Brackley ha perso oltre tre decimi e mezzo rispetto a quella che un anno fa concesse il quinto titolo all’inglese, proprio a Città del Messico.

A pagar caro il calo di prestazione è la Racing Point che in un anno ha peggiorato di più di quattro decimi, perdendo un possibile accesso al Q3 con i tempi 2018. Specialmente se prendiamo in considerazione il fatto che Pérez è rimasto escluso dalla manche finale per soli 8 millesimi.

Balzo indietro per l’Alfa Romeo che dalla doppia qualificazione in Q3 con Leclerc ed Ericsson nel 2018 al fondo della classifica del Q2 con Raikkonen e Giovinazzi nel 2019. Il continuo peggioramento delle prestazioni della C39 ha portato, in Messico, un aggiunta di quasi otto decimi rispetto al crono registrato la passata stagione.

Salto indietro per la Renault che, dopo la squalifica in Giappone, si ritrova a pagare un secondo in qualifica rispetto alla vettura sorella del 2018. Un secondo che vale molto perché se un anno fa Hulk e Sainz avevano ottenuto il passaggio in Q3, quest’anno hanno abbandonato il gruppo al termine del Q2.

Peggiore è la situazione della Williams che, rispetto a 12 mesi fa, continua a non schiodarsi dall’ultima fila dello schieramento, ma il tempo di Kubica è 1.1 secondi più lento rispetto a quello di Stroll.

In fondo alla classifica c’è la Haas che, per la quarta volta in quattro partecipazioni al GP del Messico, viene eliminata al termine del Q1. Ad aggravare la situazione è il fatto che il tempo di quest’anno è 1.5 secondi meno veloce di quello del 2018.

Dal 2017 al 2019

Nel resoconto complessivo a cavallo di tre stagioni, se la Toro Rosso non ha vinto la gara di tappa tra 2018 e 2019, è però la Scuderia che meglio ha lavorato dal 2017. Il miglioramento fatto a Faenza si attesta sui 2.214 secondi, giusto 5 millesimi meglio dell’Alfa Romeo. La differenza tra le due è il continuo miglioramento del team romagnolo, contro il deciso peggioramento di quello elvetico.

Al terzo posto la Red Bull che ha fatto un passo in avanti di oltre 1.7 secondi, seguita a 70 millesimi dalla McLaren e a quasi un decimo dalla Mercedes.

Solo di un secondo e mezzo è il gap in positivo della Ferrari SF90 rispetto alla SF70H, mentre la Haas perde quanto di buono fatto con la VF18, ritrovandosi con un saldo positivo di un secondo dopo due anni.

L’unica a peggiorare è la Williams che nel 2017 era alle soglie del Q3, mentre ora naviga in fondo al gruppo. La perdita complessiva è di oltre 7 decimi.

Immagine in evidenza: © McLaren Twitter

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