Brendon Hartley è un pilota che vanta una lunga e prestigiosa carriera, in cui ha avuto numerose esperienze in diverse categorie. Il neozelandese è nato a Palmerston North, in Nuova Zelanda il 10 novembre del 1989 e sin dalla giovane età ha dimostrato un gran talento. La Red Bull lo ha fatto infatti entrare nel proprio junior team, salvo poi scartarlo per una scarsa costanza di risultati. Questo ha portato il pilota a concentrare la propria carriera nel mondo dell’endurance, dove ha cominciato a correre in classe LMP2 con il team Murphy Prototypes nel 2012.
Dopo un’ulteriore stagione con la squadra neozelandese è stato notato dalla Porsche, che nel 2014 è tornata nella top classe con la 919 Hybrid. La prima annata è stata di apprendistato, mentre la stagione successiva si è rivelata trionfale. Assieme a Timo Bernhard e Mark Webber, Hartley ha portato a casa il titolo mondiale piloti con ben quattro vittorie all’attivo su otto appuntamenti. Lo stesso numero di successi è stato portato a casa nel 2016, ma a causa dei problemi riscontrati nel corso dei primi tre appuntamenti compresa la 24 ore di Le Mans, il titolo è stato vinto dalla vettura gemella. Il 2017 ha segnato una svolta per Brendon, visto che oltre al secondo titoli piloti è arrivato il primo successo alla maratona della Sarthe ed anche l’ingaggio in Toro Rosso per il finale di campionato in Formula 1.
Con dei buoni risultati Hartley si è tenuto il sedile per il 2018, al termine del quale è stato però messo alla porta e sostituito dall’emergente Alexander Albon. Questo ha portato il neozelandese a tornare nell’endurance, dove si è accasato con la Toyota. Sulla TS050 Hybrid #8 si è imposto nella 6 ore del Fuji ed ora guida la classifica piloti con 3 punti di margine sulla #7. Brendon si è concesso a TheLastCorner per un’intervista sulla sua carriera e sui suoi progetti futuri.
Guidare per la Toyota rappresenta una nuova sfida per te. Quali sono le tue sensazione all’inizio di questa esperienza?
”Dopo aver perso il mio sedile in F1 la mia priorità era quella di trovare un buon sedile in LMP1 nel FIA WEC. Sono stato molto fortunato perchè i tempi sono stati piuttosto brevi nel riuscire ad accasarmi in un team. Il primo giorno in cui sono andato ad incontrare la squadra è stata una sensazione molto strana, in quanto avevo corso contro la Toyota nel passato ai tempi della Porsche. Dopo i primi due giorni mi sono sentito come a casa e sono molto felice di come stiano andando le cose”.
Dopo essere stato in F1, puoi spiegarci quali sono le maggiori differenze di guida?
”In LMP1 ci sono molti più sistemi da gestire per quanto riguarda l’energia ad ogni giro. Tralasciando per un attimo questo, avere quattro ruote motrici e la combinazione di due motori elettrici ad uno a combustione crea delle piccole differenze nello stile di guida ed anche nel comunicare con gli ingegneri. Questo inizia con i vari sistemi che abbiamo nel volante, il tutto serve per massimizzare il potenziale e tirare fuori sempre il meglio dalla vettura. Sono comunque macchine da corsa sia le LMP1 che le F1 con quattro ruote, quindi negli altri campi devo dire che sono molto simili”.
Qual è la maggior difficoltà nel guidare queste vetture ibride?
”La cosa più complicata è sicuramente la gestione del traffico in condizioni di gara. Nelle corse endurance puoi guadagnare o perdere molto tempo quando ti trovi in mezzo a macchine più lente. Più che parlare di difficoltà ti parlo di un certo vantaggio in queste situazioni, in quanto i sistemi ibridi ti offrono molta più potenza in fase di uscita di curva aiutandoti a guadagnare più tempo rispetto alle altre vetture della nostra classe”.
Credi che il WEC possa tornare alle fantastiche battaglie del triennio 2014-2016 grazie all’avvento delle Hypercar?
”Credo che tutti ce lo aspettiamo e vogliamo che sia così. La lotta tra Porsche, Audi e Toyota era semplicemente incredibile in quelle stagioni e ogni persona presente nel nostro paddock al giorno d’oggi spera che quei tempi tornino presto. Sarà interessante valutare il comportamento delle nuove vetture ma credo che ogni campionato abbia le sue annate migliori ed alte leggermente sottotono. Resto comunque fiducioso ed attualmente mi sto comunque divertendo”.
Come stai gestendo il tuo doppio impegno tra il mondiale endurance con Toyota e la Formula E con Geox Dragon?
”Per certi versi cambiare spesso la macchina che guidi può essere difficile, ma ogni volta che accade cerco di prepararmi per farsi che sia più facile possibile. Ho comunque del tempo a disposizione per adattarmi al meglio visto che corro con delle squadre molto competitive e che ti mettono nelle condizioni di prendere confidenza senza troppe pressioni”.
Ringraziamo Brendon Hartley per la disponibilità nell’aver concesso l’intervista a TheLastCorner.it
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