Il Cielo proprio non ne vuole sapere. Meglio trasformare d’incanto l’Autodromo del Levante e la circostante cittadina di Binetto, in provincia di Bari, nel Circuito del Fuji Anno Domini 2007, luogo dell’epica battaglia fra Massa e Kubica ma anche, conseguenzialmente, di un’apocalittica pioggia torrenziale. Venti ciclonici e glaciali, precipitazioni orizzontali (ossimoro?), gazebo e addetti ai lavori appellantisi a tutti i santi del calendario. E una Stelvio rossa posteggiata di fronte alla biglietteria, all’interno della quale soggiorna un Antonio Giovinazzi qualsiasi che, ad intervalli di n secondi, incrocia lo sguardo dei pochi, infradiciati e infreddoliti superstiti.
Uno scenario degno di un film alla 2012. Tutto ciò, malgrado, è servito a rendere ancora più unica e autentica la giornata della Levante Race of Champions. La presenza di Antonio Giovinazzi, vera e propria guest – & modest – star dell’evento, assieme a quella di Michele Pirro, Alex De Angelis, Antonio Fuoco, Emiliano Perucca, Edoardo Vercellesi, Matteo Bobbi, Ettore Bassi ed altri esponenti del motorsport, del giornalismo sportivo e dello spettacolo, ha impreziosito il 30° anniversario del Levante Circuit, ora gestito dal pilota, nonché organizzatore dell’evento, Ivan Pezzolla. E’ stato infatti grazie a lui, insieme al patrocinio dell’ACI, nella figura del presidente Angelo Sticchi Damiani, che è stato possibile organizzare tutto ciò, calamitando vagonate di tifosi, desiderosi e speranzosi di attirare per qualche secondo il proprio beniamino di turno in cambio di una foto, un autografo, un saluto, o semplicemente poterne ammirare le gesta dall’alto della terrazza adibita a tribuna.
La voglia, il desiderio ardente di motorsport erano tangibilissimi. Non era di vitale importanza che in pista non sfrecciassero bolidi da mille e passa cavalli (perlomeno in gara), bensì kart monomarcia da 400cc: la presenza dei piloti e la sana voglia di sport faceva il resto. La gara? Una endurance divisa in due manche da 2 ore, intervallate da una fulminea e frenetica sessione autografi con Giovinazzi e Pirro. 95 piloti, 20 teams, due categorie (amatori e professionisti) e vittoria finale al Green Bull Racing (Domenico Scola, Lucio Peruggini, Benedetto Strignano, Andrea Amici, Piergiorgio Sarcina e Pasquale Ieva), bravo a precedere il ben più blasonato PEX Racing (Antonio Giovinazzi, Antonio Fuoco, Luigi Ferrara, Federico Pezzolla, Francesco Savoia e Leonardo Marseglia) e AF Motorsport (Lorenzo Mansueto, Oriano De Leonardis, Domenico Recchia, Fabiano Loprete, Francesco Palmisano e Domenico Gentile).
Impressionante la facilità di guida di Giovinazzi, protagonista di sorpassi arditi, mai banali e talvolta multipli. Lodevole, ancora, l’atteggiamento di alcuni piloti che, tallonati dall’ingombrante numero 99, hanno opposto la giusta resistenza, rinchiudendo nello sgabuzzino un auspicabile tappeto rosso da srotolare per l’occasione. Encomiabile, inoltre, la disponibilità dei “grandi“ a foto, autografi, chiacchiere et cetera. Nonostante l’ansia e la pressione di una gara a tutti gli effetti (e una condizione meteo tutt’altro che di buon auspicio), il loro volto era disteso, solare, incline al dialogo e alla condivisione dell’amore platonico per il motorsport. Un punto di forza importantissimo, questo, della LROC e dei suoi eventi affini, rispetto al clima sì molto più passionale e professionale di un GP d’Italia dove, però, il contatto coi piloti, vero motore trascinante, è ridotto al lumicino, se non a zero.
Azzeccata, infine, la scelta di chiamare volti importanti del panorama motoristico per celebrare l’anniversario del circuito e rilanciare, di sponda, il ruolo del Sud nel mondo del motorsport. Un Sud che, or ora, può solo mestamente osservare col binocolo le innumerevoli infrastrutture, competizioni ed eventi dell’area romagnola e del Centro-Nord in generale. Un Sud che non può, malauguratamente, soddisfare ortodossamente la voglia di ruote fumanti, di benzina, di rombi di motore dei tanti appassionati costretti a lunghe trasferte. Ben vengano, quindi, l’adeguamento dell’Autodromo a sede adibita a Corso di Guida Sicura; all’ampliamento dello stesso, volto a rendere il Levante Circuit faro del motorsport nel Sud Italia; ben vengano le iniziative di questo genere, arcobaleno di congiunzione fra l’eterogeneo e genuino mondo dei tifosi e il solare ma troppo spesso inavvicinabile iperuranio dei piloti.
Dal briefing pre-gara riservato ai soli piloti, Francesco Carbonara – infiltrato d’eccezione – Binetto, a voi studio!
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