“Ho sempre creduto che non si debba mai, mai rinunciare e si debba sempre continuare a lottare anche se c’è soltanto una piccola possibilità”
Questa è la frase che più di tutte rispecchia lo spirito di Michael Schumacher, in pista e fuori. La frase che tutti i suoi familiari,amici e tifosi si ripetono da sei anni, che rispecchia la speranza che proprio come a Monaco, in fondo al tunnel ci sarà la luce. Vengono in mente tante gare in cui queste parole sono state messe sull’asfalto per regalarci pagine epiche della storia della Formula 1, una su tutte il Gran Premio del Brasile 2006, l’ultimo con la Ferrari e l’ultimo della sua prima parte di carriera in Formula 1, quella dei trionfi e quella dei successi. Si perché Schumi ha avuto anche una seconda parte di carriera con la Mercedes, una seconda parte carica di aspettative ma che si è rivelata difficile, forse più di quanto lui stesso si aspettasse. Ricca di momenti no, di critiche, spesso arrivate da chi non ha mai guidato nemmeno un go-kart e si permetteva di giudicare un sette volte Campione del Mondo.
Sarebbe superfluo ricordare la sua carriera e i suoi record, più interessante è constatare che paradossalmente Schumacher ha vinto anche con la Mercedes, perché il suo essere sconfitto lo ha reso più simile ad ognuno di noi e ha svelato la parte più umana del suo carattere, che era rimasta celata negli anni del dominio, e che ha fatto ricredere chi non l’aveva mai apprezzato. Ha iniziato persino a rilasciare le interviste in italiano, fregandosene del fatto che non lo parlasse perfettamente, perché ha capito che ormai poteva togliersi la corazza di Iron Man ed essere semplicemente Michael Schumacher, anche nel paddock della Formula 1 che per troppi anni aveva visto come un luogo in cui non si doveva mostrare la propria parte più fragile (nel 2006 non rivelò pubblicamente che il vero motivo del ritiro erano i problemi al collo). Nonostante non fosse più il dominatore della Formula 1, Michael ha continuato a dare il 120% in pista e nel lavoro con la squadra, contribuendo a creare quell’ambiente che negli anni successivi avrebbe dominato la scena, ci ha regalato lampi della sua classe disseminati in tre anni avari di soddisfazioni (si pensi al duello con Hamilton a Monza nel 2011 e soprattutto alla pole di Montecarlo l’anno successivo).
L’incidente sugli sci del 29 Dicembre 2013 ha il sapore della beffa, della crudeltà di un destino che ti fa correre per vent’anni sulle auto più veloci del mondo lasciandoti illeso e regalandoti giornate di pura libidine, per poi pugnalarti alle spalle durante una giornata di vacanza con la famiglia. Non sappiamo come Schumi stia trascorrendo questo giorno speciale ma siamo certi che la sua storia è ancora tutta da scrivere e che anche in questa gara non mollerà un centimetro a nessuno finché non sarà calata la bandiera a scacchi. Forza Michael, noi ti aspettiamo! Abbiamo un sacco di domande scomode da farti su chi sia più forte tra te e Hamilton, sulla carriera di Mick, se Leclerc potrà ripercorrere le tue orme in Ferrari, sul perché Vettel finora non c’è ancora riuscito e tante altre ancora! Buon Compleanno Schumi!
Iscriviti al nostro Canale Telegram per ricevere tutti i nostri articoli sul tuo smartphone
Lascia un commento! on "Buon Compleanno Schumi!"