Dopo essere stato trovato positivo ai controlli antidoping del GP Malesia, Andrea Iannone ha subito la sospensione provvisoria dalle corse. Nel frattempo il pilota dell’Aprilia ha fatto portare un campione B da far analizzare ai laboratori della WADA in Germania, con la speranza che i risultati potessero confermare la sua ipotesi, ossia quella della contaminazione alimentare.
Nonostante non ci siano state ancora comunicazioni ufficiali da nessuna parte, la WADA ha esaminato il campione B portato da Iannone. Tuttavia, le ultime controanalisi avrebbero confermato la positività al pilota di Vasto, seppur con valori molto bassi. Quest’ultimo dato dovrebbe rafforzare la tesi di contaminazione alimentare incolpevole. Presenti in Germania, l’avvocato Antonio de Rensis e il dottor Alberto Salomone hanno commentato la situazione su La Gazzetta dello Sport.
“Le controananlisi dovrebbero attestare la presenza di metaboliti pari a 1,150 nanogrammi per millilitro. Un quantitativo esiguo, considerando che il pilota era da oltre un mese in Asia e che il test, eseguito subito dopo il GP, era relativo a un campione di urina molto densa, pari a 1,024, per la forte disidratazione della corsa. È un dato che ci conforta verso la tesi della contaminazione alimentare, anche perché gli steroidi sono assunti con cicli lunghi, non occasionali. Alla prima comunicazione ufficiale avvieremo le nostre attività per mostrare l’innocenza di Iannone e riconsegnarlo all’Aprilia”.
Da questo momento dovrebbe quindi partire una gara legale per vedere se Andrea Iannone riuscirà a tornare in pista per la prossima stagione della MotoGP oppure no. Tuttavia l’Aprilia non è con le mani in mano: visto che i tempi possono andare per la lunga, avrebbero già pronto il collaudatore Bradley Smith a sostituire il #29 per i test invernali in Malesia del 7 febbraio. Il campionato invece comincierà l’8 marzo con il primo GP del 2020 a Losail, in Qatar.
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