10 giri ricchi di passione, tensione, sorpassi e botte da orbi. Così si è presentata agli occhi del mondo intero, in parte nottambulo in parte mattiniero, la Superpole Race di Phillip Island. Date le premesse di Gara 1, era perlomeno logico aspettarsi un remake della suddetta, considerata anche l’esigua distanza di gara. Ci hanno pensato, in particolare, Rea, Razgatlioglu e Redding ad animare l’azione in pista, regalandosi sorpassi e gomitate di pregevole fattura, utili ad animare lo spettacolo e far riaffiorare, almeno per qualche istante, attimi di motociclismo andato, più cazzuto e meno elettronico.
Notevoli, in particolare, l’attacco di Rea sul turco alla 8, la profondissima staccata di Razgatlioglu alla 4 ed infine la fiondata dell’#1, sempre sul turco, all’ultima curva dell’ultimo giro. Un sorpasso che evidenzia l’incredibile fame di vittoria di Johnny, nonostante pluricampione incontrastato della categoria. Redding invece chiude il podio dando l’impressione di non aver ancora bene in mano la sua Panigale, mancando l’appuntamento con il colpo di genio dell’ultimo giro. Dietro un podio compattissimo, separato da soli 72 millesimi, trova alloggio Lowes, distante da Rea “ben” 205 millesimi: un’inezia.
5° è van der Mark, che assieme a, nell’ordine, Sykes e Baz, timbra il cartellino per la lotta per il podio nei primi giri, salvo poi dedicarsi a guerre civili, perdendo così la coincidenza per il treno della vittoria. A chiudere la top 10, Haslam, Rinaldi e Scheib. Davies è solo 13°, mentre Bautista chiude ultimo dopo un contatto con l’ex compagno di squadra.
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