Esiste cosa più bella di poter dire ” lo avevo detto”? (qui il link dell’articolo di giovedi in cui si parlava proprio di questo: https://tuttomotorsport.com/formula1/lenigma-rosso-le-ali-icaro.html)
Forse no.
Anzi si, ed è Sebastian Vettel che grazie al muretto Ferrari toglie il sorriso dal volto di Lewis Hamilton (che forse, dopo le vicessitudini odierne, far meno il simpaticone la prossima volta in press conference).
Fonte: Google immagini
“Back to 2017”, con sorpasso dopo la sosta ed esordio “(g)lorioso”, per la Rossa numero 5.
Ma l’entusiasmo non è (e non deve essere) quello di un anno fa:
Lo scorso anno la Sf70h era palesemente la vettura col passo gara migliore qui a Melbourne.
Vettel riuscì a stare incollato a Hamilton fino al cambio gomme e poi con un “undercut” perfetto riuscì a passare in testa, creando un margine di circa 10 secondi.
Oggi invece la vittoria è arrivata grazie a 5 fattori:
- – L’assenza di Bottas nella lotta al vertice che ha permesso alle rosse di giocare in superiorità numerica.
– il sempre apprezzato, quando presente, fattore C ( lo scorso anno praticamente sconosciuto a Maranello)
– Il muretto della Rossa che forse avrà iniziato a bere qualche Energy drink (non Red Bull ovviamente) o qualcosa di simile, scaltro e sveglio come poche volte negli ultimi anni.
– Seb Vettel in modalitá cyborg (voto 10)
– La pista australiana che rende quasi impossibili i sorpassi.
Non appare tra questi, purtroppo, la performance della Sf71-h, sicuramente inferiore di qualche decimo (a occhio 1-2) rispetto alla rivale di grigio vestita.
Riprendiamo velocemente un punto cruciale del pezzo di giovedì scorso, attuale allora quando non si sapevano i veri valori in campo e attuale tutt’ora:
“E’ vero, troppo ottimismo fa male, si rischia come Icaro di avvicinarcisi troppo al sole.
E’ vero anche, però, che in “medium stat virtus” e che anche il troppo pessimismo (parecchio diffuso ultimamente) fa male al fegato.”
La Ferrari, che ha in settimana ricevuto il nome “Loria” da Vettel, non sarà stata superiore come lo scorso anno, ma le note positive oggi non mancano:
- – La gestione delle gomme, con Vettel che su ultrasoft al 24esimo giro riusciva a girare sugli stessi tempi di Hamilton e Raikkonen che avevano appena cambiato le gomme.
– La differenza di passo era minima, Raikkonen nel primo stint era tanto lontano quanto lo era da Vettel, il che vuol dire che probabilmente era molto difficile stare dietro.
– Hamilton però ci è riuscito a stare incollato a Vettel, ma sicuramente il manettino del motore era prossimo alla tanto acclamata “party mode”, una condizione che se si fosse verificata lo scorso anno, come a Barcellona, avrebbe visto la Mercedes sgretolare la Rossa in rettilineo.
– E qui arriviamo a un punto cruciale: la strada sembra quella giusta.
Il lavoro sull’efficienza aerodinamica ha dato i suoi frutti e oggi in rettilineo la Ferrari sembrava la versione cattivissima di Giorgio Chiellini in Tottenham-Juventus: insuperabile.
Il potenziale c’è, i piloti anche, adesso serve un salto in termini di comprensione della vettura e un pacchetto di novità che permetta di allinerarsi al livello della Mercedes.
Riporto a proposito un’altra sensazione “de’ core” (e in quanto tale, consiglio di non fidarsi troppo), dopo quella della scorsa settimana : qualcosa di grosso bolle in pentola.
Fate attenzione alle interviste di Vettel, Binotto, Raikkonen, Arrivabene e date un’occhiata a cosa scrivono i giornalisti più vicini a Maranello.
Non me la raccontano giusta.
Quasi in coro, ripetono tutti la stessa cosa con le stesse identiche parole: c’é del potenziale e la stagione é lunga 21 gare.
E intanto una é già andata.
Contro tutte le aspettative, dopo uno schiaffo spesso 7 decimi ricevuto ieri da parte di Hamilton, un’altra bandiera si erge a Maranello.
“I punti, si fanno alla domenica”
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