Altro secondo posto e altra gara anonima per il finlandese, da cui ormai anche i piú ottimisti hanno smesso di aspettarsi qualcosa. L’ex Williams, ancora terzo nel mondiale, dopo il lampo di Spielberg appare spento e già rassegnato ad un nuovo autunno da scudiero. L’obiettivo del 77 resta ormai quello di ridurre al minimo gli errori e aiutare il team nella conquista dell’ennesimo titolo costruttori, impresa che, numeri alla mano, riuscirebbe anche con una sola vettura.
Dato il vuoto che ha creato la Mercedes alle sue spalle, è altamente probabile che il futuro prossimo della Formula 1 dipenderà proprio dalle prestazioni dell’abitacolo numero 2 della casa tedesca. Abitacolo affidato, ahinoi, a Valtteri Bottas anche per il prossimo anno, in virtù di un rinnovo già siglato, che pare abbia fatto storcere il naso al team principal Toto Wolff.
Allo stato attuale della competizione Lewis può permettersi di arrivare primo guidando su tre ruote per mezzo giro o di iniziare la gestione gara (in cui è maestro) quando ne mancano 38 su 44. Nessun dubbio che Hamilton, da alieno qual è, continuerebbe a macinare vittorie e record qualsiasi sia il suo compagno di scuderia, ma è altrettanto vero che il divario tecnico attuale è enorme, e ciò, chiaramente, distrugge lo spettacolo e impoverisce una F1 già priva dei suoi tifosi.
Senza un cambio di rotta si andrà sempre più verso gare decise ancor prima della sosta, con una perdita di interesse generale nei confronti di questo sport. E’ stato lo stesso Max Verstappen, ultimo baluardo di un mondiale nato morto, a definire ripetutamente in conferenza stampa “molto noiosa” la tappa di Spa. Non di certo un caso isolato nel campionato in corso.
L’unica speranza, dunque, in attesa di una resurrezione Ferrari o di un innovazione geniale da parte di Red Bull, è di vedere affidato quel volante a mani più nobili, di cui il paddock pullula.
Per il momento non ci resta che confidare in Max, Charles e Lando, nei loro sorpassi e nel loro infinito talento, in attesa che ricevano una macchina più performante. Magari proprio la freccia nera numero 2.
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