Tutti gli spettatori delle due gare disputate sui circuiti italiani di Monza e del Mugello ricorderanno i tre casi di bandiera rossa che, per motivi diversi, hanno condizionato le due gare. La bandiera rossa, che sospende la gara con rientro ai box dei piloti, non veniva esposta da ben tre anni, dal lontano GP dell’Azerbaijan 2017 quando un contatto tra le due Force India di Pérez ed Ocon portò ad una enorme quantità di detriti in pista, causa della bandiera rossa. Da allora, però, le regole per la sospensione e ripresa della gara sono cambiate nelle ultime edizioni del regolamento sportivo. Andiamo a vedere nel dettaglio.
Fino al 1999: restart della gara
Dal 1950, anno del primo campionato mondiale di Formula 1, la bandiera rossa è stata esposta in 72 gran premi, per un totale di 79 volte. La prima storica bandiera rossa fu alla 500 miglia di Indianapolis 1950, quando, a causa della pioggia, ci fu l’obbligo di fermarsi. Storicamente, con l’arrivo della bandiera rossa, le gare venivano completamente fermate e fatte ripartire, oppure accorciate in base alla situazione.
Un esempio di ripartenza è il GP di Gran Bretagna del 1973. La gara, infatti, era programmata per 67 giri, ma un enorme incidente al via vide la direzione gara obbligata ad esporre la bandiera rossa. Nell’incidente, ben nove vetture furono costrette al ritiro (Scheckter, Hailwood, Mass, Pace, Beltoise, de Adamich, Williamson, Follmer, Oliver), con la gara che ripartì dal primo giro – seppur con meno vetture.
Al contrario, una gara accorciata fu il GP d’Italia del 1978. In griglia, infatti, lo starter accese i semafori ben prima che tutte le vetture fossero in posizione. Le vetture più indietro, pertanto, ebbero maggior successo nei confronti dei piloti davanti che partivano effettivamente da fermo, con un effetto strettoia alla Variante del Rettifilo. James Hunt fu sorpassato in partenza da Riccardo Patrese e, per evitare l’italiano, fece una brusca sterzata a sinistra, colpendo Ronnie Peterson e causando un enorme incidente con dieci piloti coinvolti. Peterson fu portato in ospedale ma, a causa di un’embolia adiposa e della conseguente insufficienza renale, morì il giorno dopo.
La gara, dopo l’incidente e la pulizia della pista, fu fatta ripartire due ore e tre quarti dopo la partenza originale, e fu accorciata da 52 a 40 giri per timore che non ci fosse sufficiente luce per arrivare alla fine.
Dal 2000: gare accorciate
Nel 2000 fu introdotta una modifica al regolamento: qualsiasi gara che fosse fermata con bandiera rossa dopo i primi due giri ma prima del 75% della distanza sarebbe stata fatta ripartire come una nuova gara con tre giri in meno. L’ordine di ripartenza sarebbe stato quello di due giri prima della bandiera rossa, annullando quindi qualsiasi vantaggio di tempo. L’esempio più chiaro di questa regola fu il GP del Belgio del 2001. Nel corso del quinto giro, infatti, Luciano Burti ed Eddie Irvine si toccarono a Blanchimont, con entrambi che finirono fuori pista e furono costretti al ritiro. La bandiera rossa fu esposta per riparare il muro di pneumatici proprio a Blanchimont, e la nuova gara fu fatta partire con le seguenti regole:
• L’ordine della griglia di partenza sarebbe stato quello del terzo giro (M. Schumacher, R. Schumacher, Barrichello, Häkkinen, etc).
• La gara sarebbe stata di 36 giri (44 meno i 5 disputati, meno i tre sottratti per regolamento).
Non ci furono altri casi in cui la gara ripartì perché la bandiera rossa successiva fu esposta nel GP del Brasile del 2003, famoso per gli incidenti di Webber e di Alonso.
Dal 2005: “sospensione” della gara
Una ulteriore modifica, vitale per il nuovo regolamento, fu effettuata nel 2005. Con questa modifica, si sostituivano le parole “stopping” e “restarting” (nel contesto di fermare e far ripartire le gare) con “suspending” e “resuming”. Questa modifica portò all’avere gare uniche, senza dover annullare parti di gare già disputate, ma semplicemente procedendo ad una ripartenza dall’esatto momento della bandiera rossa. In caso di impossibilità di ripartenza, il risultato sarebbe stato quello di due giri prima della bandiera rossa.
L’esempio più classico che viene alla mente al riguardo è il GP del Canada 2011, gara dalla media oraria più bassa del decennio (nonché terza media oraria più bassa della storia). Tutti ricordano l’evento per la sua estrema lunghezza e per le oltre due ore di bandiera rossa a causa del maltempo che impedì la ripartenza immediata della gara. Quel gran premio portò ad una ulteriore modifica del regolamento, ovvero le quattro ore massime per evento, ma ad ora – proprio grazie a quella bandiera rossa – la gara rimane la più lunga della storia della competizione.
Dal 2018: partenza da fermo
Questa modifica passò un po’ in sordina perché nel 2018 e 2019 non ci furono bandiere rosse, ma l’articolo 42 del Regolamento Sportivo (che regola le ripartenze dopo una bandiera rossa) ebbe l’introduzione, come opzione base, della partenza da fermo. Mentre, fino al 2017, la ripartenza dopo bandiera rossa era dietro la Safety Car, dal 2018 nell’eventualità di una bandiera rossa si procede come segue:
All’esposizione della bandiera rossa i piloti fanno ritorno in corsia box (nella fast lane, ovvero la corsia più vicina al muretto) e si fermano in ordine. I meccanici possono eseguire alcune operazioni sulla vettura, ovvero:
- Avviare il motore;
- Aggiungere gas compressi;
- Mettere e togliere dispositivi di riscaldamento/raffreddamento;
- Sostituire le prese d’aria dei freni;
- Sostituire le prese del radiatore;
- Eseguire modifiche per il benessere del pilota nel cockpit;
- Riparare danni legati ad incidente in pista;
- Cambiare angolo dell’ala anteriore senza sostituirla;
- Sostituire le gomme.
Quando è possibile ripartire, la FIA da il segnale di “10 minuti alla ripartenza” alle squadre, che devono quindi seguire le normali procedure di partenza. All’apertura della pitlane, i piloti seguono la Safety Car fuori dai box per almeno un giro (se non è necessario proseguire per problemi). Alla fine del giro, su tutti i pannelli FIA e sul sistema di comunicazione appare la sigla “SS” o la frase “Standing Start”, quindi la Safety Car rientra ai box. Tutti i piloti si posizionano in griglia secondo l’ordine quando è stata esposta la bandiera rossa e si procede ad una nuova partenza.
Ovviamente, se le condizioni non permettono una partenza da fermo, il Direttore di gara ha ancora la possibilità di far partire i piloti in “rolling start”, ovvero la classica ripartenza dietro la Safety Car. Infine, se le condizioni peggiorano e non è possibile ripartire, viene nuovamente esposta la bandiera rossa e la procedura ricomincia da capo.
Questo è ciò che è stato possibile vedere al GP d’Italia ed al GP di Toscana del 2020, con i piloti che hanno effettivamente formato nuovamente la griglia di partenza secondo l’ordine in pista prima della sospensione e poi, con i semafori, hanno avuto il via alla gara (rispettivamente dopo l’incidente di Charles Leclerc a Monza, l’incidente alla ripartenza che ha coinvolto Carlos Sainz, Nicholas Latifi, Kevin Magnussen ed Antonio Giovinazzi al Mugello, ed infine l’incidente di Lance Stroll contro le barriere, sempre al Mugello).
Queste regole saranno in vigore, salvo modifiche, almeno fino al 2022, per cui in caso di bandiera rossa la procedura sarà esattamente la stessa con ripartenza da fermo
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