Corre l’anno 2007, il 22 luglio va in scena al Nürburgring il Gran Premio d’Europa, ma l’attenzione è stata monopolizzata dallo scandalo “Spy story”, che vede protagoniste Ferrari e McLaren, con questi ultimi accusati di aver rubato dei progetti alla scuderia di Maranello. Il mondiale se lo stanno contendendo Kimi Raikkonen, che parte in pole position, Fernando Alonso, che scatta dalla seconda casella, e Lewis Hamilton, alla sua stagione d’esordio, che invece è qualche casella più indietro. A chiudere la fila c’è invece un esordiente Markus Winkelhock, alla guida della Spyker, che sostituisce il licenziato Christijan Albers.
Winkelhock è figlio d’arte, il padre aveva corso anche lui in F1, e a 27 anni, dopo diverse stagioni tra serie minori e da collaudatore, ha finalmente la sua grande occasione. La Spyker non è certo una vettura competitiva e subentrare alla decima gara di un mondiale non è mai semplice e probabilmente il suo obiettivo è solamente quello di portare la macchina al traguardo senza fare danni e godersi il più possibile quell’occasione che gli è capitata. Ma come molte favole iniziano con un azzardo del protagonista, così anche il nostro decide di fare una scommessa da all-in: alla partenza minacciosi nuvoloni si addensano sopra il circuito e il classico temporale estivo sembra possa iniziare da un momento all’altro. Perciò Winkelhock decide di tentare l’azzardo e, solo tra tutti i piloti in griglia, parte con le gomme da bagnato, pur essendo la pista ancora totalmente asciutta.
Così i piloti scattano, Massa in partenza supera Alonso andando a formare un 1-2 Ferrari in testa, mentre Winkelhock resta in ultima posizione forse già rassegnato a dover pittare al primo giro. Passa la seconda, terza curva ed ecco che si vedono le prime goccioline, ancora altre due o tre curve e diventano sempre più intense e la bagarre a centro gruppo sempre più agguerrita e caotica. Quando i piloti di testa arrivano alla fine del primo giro, la pioggia è diventata tanto intensa da costringere quasi tutti alla sosta per il cambio gomme, tranne Kimi Raikkonen che non riesce ad imboccare la pit lane. In quei momenti, tra quelle storiche curve di uno dei circuiti più famosi di tutto il circus, immagino il cuore di Winkelhock che batte sempre più forte, conscio di star vivendo il momento più incredibile e bello di tutta la sua carriera, fino ad arrivare al momento in cui, a metà del secondo giro, sorpassa Kimi e ottiene la prima posizione. Da ultimo a primo in un giro e mezzo a bordo di una Spyker! La pioggia si fa più scrosciante, tanto da obbligare i commissari a fermare la gara e a farla riprendere successivamente dietro a Safety Car, dopo che in curva 1 ben sette piloti escono di pista trasformando la via di fuga in un parcheggio affollato come in un centro commerciale il primo giorno di saldi. Soprattutto corre un grosso rischio Liuzzi, che per poco non colpisce la SC dopo aver perso il controllo della sua vettura e urta infine col posteriore, a bassa velocità per fortuna, la gru che nel mentre era intervenuta per spostare le altre vetture insabbiate. Chiaramente alla ripresa della gara Winkelhock venne sfilato da tutte le vetture finendo in fondo al gruppo e poi, sfortunatamente, dovette ritirarsi a causa di un cedimento tecnico.
In totale il nostro pilota compirà 5 giri in testa al gran premio, stabilendo diversi record tra cui quello di essere l’unico pilota ad essere partito, in una stessa gara, sia primo che ultimo. La gara alla fine la vincerà Fernando Alonso, davanti a Massa e Webber. Purtroppo la favola di Markus Winkelhock durerà solo per quell’incredibile pomeriggio, poichè, dal gran premio successivo, verrà sostituito da Yamamoto che disputerà tutti gli ultimi GP. Forse non sarà una favola con lieto fine come quella di Gasly a Monza nel 2020, ma sono sicuro che un giorno, l’ex pilota Spyker, racconterà ai suoi figli o ai suoi nipoti di quei primi 6 folli giri del gran premio d’Europa come di uno dei momenti più belli e pazzi della sua vita.
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