Il GP di Spagna, quarto appuntamento stagionale della stagione 2021 di MotoGP, si è concluso nel modo più impronosticabile alla vigilia. La vittoria è andata all’australiano Jack Miller davanti a Francesco Bagnaia (nuovo leader della classifica iridata), che ha completato una straordinaria doppietta Ducati, in un tracciato che esalta ciclistica e trazione, noti talloni di Achille della casa di Borgo Panigale. I due alfieri Ducati hanno approfittato dei guai fisici di Fabio Quartararo, ma la loro prestazione è stata comunque convincente. La casa italiana non vinceva a Jerez dal lontano 2006, quando Loris Capirossi regoló il rookie Daniel Pedrosa e l’altra Honda di Nicky Hayden, poi Campione del Mondo a fine anno. Le lacrime di Miller in parco chiuso dimostrano a pieno l’importanza di questo successo su una pista storicamente ostica; Ducati, dopo svariati anni di alti e bassi, sembra aver trovato la quadra definitiva e può ora giocarsi le posizioni più prestigiose in ogni circuito
Sul gradino più basso del podio sale un coriaceo Franco Morbidelli, in sella ad una Yamaha del 2019, autore di una gara consistente e convincente, che ora fa salire qualche dubbio di troppo in casa Yamaha: Franco merita la moto ufficiale in vista della prossima annata? Starà al pilota italo-brasiliano dimostrarlo. Quel che è certo è che il vice-campione del Mondo 2020 sta dimostrando di valere, e tanto. Beffa atroce per Fabio Quartararo: il transalpino, dopo una partenza non ottimale, ha guadagnato la vetta della corsa con dei sorpassi chirurgici all’ultima curva su Morbidelli e le due Ducati. Ha imposto un ritmo forsennato, ma a metà gara il suo braccio destro si è indurito, rendendo la guida quasi impossibile per Quartararo, che ha dovuto cedere il passo velocemente a Miller, su cui aveva accumulato un vantaggio di 1’5. Le ultime tornate sono state un calvario per il classe ’99, che ha terminato la gara 13° e distrutto. Le diagnosi hanno evidenziato una possibile sindrome compartimentale, che forse lo costringerà ad operarsi. Con la speranza che questi problemi fisici non compromettano la sua stagione, Quartararo può comunque essere, in parte, soddisfatto: ha dimostrato ancora una volta di essere l’uomo da battere.
I delusi sono in tanti: in primis Álex Rins, autore dell’ennesima scivolata nei primi giri e 20° (ed ultimo) al traguardo, ma anche il compagno di squadra Joan Mir e Maverick Vinales. I due iberici hanno pagato la scelta di una morbida all’anteriore, che già in Moto2 aveva penalizzato l’australiano Remy Gardner, e hanno tagliato il traguardo rispettivamente al 5° e 7° posto. In ogni caso, in classifica mondiale, si trovano a distanza ridotta dal leader Bagnaia e rimangono due dei favoriti per la conquista dell’iride.
Sorprendente Takaaki Nakagami (LCR Honda), che bissa il suo miglior risultato in carriera in MotoGP (ottenuto proprio a Jerez) e conclude al 4° posto come miglior Honda al traguardo, nonostante alcuni problemi fisici che già avevano compromesso il weekend di Portimao. Non più una novità, invece, vedere l’Aprilia nelle posizioni di rilievo: un sempre consistente Aleix Espargaró ha confermato i progressi della casa italiana con un ottimo 6° posto. L’obiettivo di Aprilia è ora migliorare ulteriormente, in modo da arrivare a giocarsi addirittura il podio.
Immediatamente alle spalle di un Johann Zarco sottotono, si è piazzato Marc Márquez, 9° a 10 secondi da Miller e appena davanti al compagno di squadra Pol Espargaró. Prosegue quindi la riabilitazione del fenomeno di Cervera, dopo l’infortunio dello scorso anno. Penalizzato anche da due cadute (in FP3 e nel warm-up), Márquez ha dovuto correre in difesa, vista la sua tenuta fisica precaria e, a fine gara, si è detto preoccupato del peggioramento della Honda rispetto alle rivali. Non abbiamo comunque dubbi che, una volta migliorate le sue condizioni, Márquez sarà lì a giocarsela.
Per ciò che concerne la KTM, vera delusione di inizio stagione, Miguel Oliveira conclude all’11° posto davanti alla wild card Stefan Bradl, mentre Brad Binder è autore di ben due cadute durante la gara. Ancora peggio le due KTM Tech 3, con Petrucci 14° e Lecuona 15°. Fuori dai punti Luca Marini, che quantomeno si toglie la soddisfazione di stare davanti al fratello Valentino Rossi, 17° ed in una crisi sempre più profonda. Che, per il nove volte iridato, sia giunta l’ora di dire basta?
Alle sue spalle i soli Esteve Rabat e Lorenzo Savadori, oltre a Rins. Caduti Enea Bastianini, fino a quel momento al codone della Honda #93, ed un disastroso Álex Marquez
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