Il momento tanto atteso è arrivato: nei panni di professore non mi ci vedo molto, però proviamo, o meglio provo, a dare dei voti quanto più possibile razionali a piloti e scuderie.
Questo sarà il primo di due blocchi destinati ai piloti. Nel primo troverete i voti dei drivers che hanno concluso il loro campionato dall’undicesimo al ventiduesimo e ultimo posto in classifica, mentre nel secondo le prime dieci posizioni saranno le protagoniste indiscusse. Per quanto concerne le squadre lo schema sarà pressoché identico, ma non è questo il momento di disquisirne.
Nyck de Vries, Scuderia AlphaTauri – rookie – 22° in classifica con zero punti ottenuti.
Il campionato dell’olandese è durato solo dieci gare, dal Bahrein alla Gran Bretagna, silurato da Helmut Marko per fare spazio a Daniel Ricciardo (che ha poi a sua volta fatto spazio, per cinque appuntamenti, a Liam Lawson per un infortunio dell’australiano, nda). Possiamo considerare Nyck un rookie, anche se non lo sarebbe formalmente, e quindi bisogna essere più indulgenti nella valutazione. La sua posizione media in qualifica è di 17.00, mentre nel confronto con Tsunoda siamo 8-2 per il nipponico in qualifica e 7-2 (nelle gare che entrambi hanno terminato) sempre per il giapponese in gara. Le prestazioni di de Vries non sono state di certo altisonanti, pagando lo scotto di avere una vettura non esattamente competitiva e, peraltro, sulla quale Nyck non si trovava nemmeno troppo bene (si è parlato di problemi di confidenza con il posteriore). Tuttavia sono dell’idea che non meritasse il trattamento ricevuto, e che con un po’ più di tempo in macchina (la quale è diventata man mano più competitiva) le cose sarebbero potute migliorare. Voto: 5.
Logan Sargeant, Williams Racing – rookie – 21° in classifica con un punto ottenuto.
Confermato dalla Williams anche per la stagione 2024, il campionato del rookie statunitense è stato a dir poco complicato. L’unico punto ottenuto dal pilota della Florida è stato conquistato proprio negli Stati Uniti, ad Austin. Un decimo posto che lo ha tolto dall’imbarazzo di essere piantato a zero, una magra consolazione per chi non ha mai battuto Alexander Albon – suo compagno di squadra – né in qualifica (22-0) né in gara (15-0). La posizione media di qualifica di Logan è la peggiore tra tutte, 17.23, peggio anche di de Vries, malgrado una buona qualifica a Las Vegas (sesto). I troppi giri cancellati (e i troppi incidenti, costati più di quattro milioni alla Williams) nel momento cruciale, quello in cui serve fare il tempo, sono la testimonianza di un ragazzo che deve fare ancora molta strada. Si è intravisto qualche miglioramento nelle fasi finali del campionato, ma servirà decisamente di più per convincere James Vowles a riconfermarlo anche per il 2025. Voto: 4.5.
Liam Lawson, Scuderia AlphaTauri – rookie – 20° in classifica con due punti ottenuti.
Solo cinque GP disputati, ma tanto basta per dire che Liam Lawson in F1 ci può stare, eccome. Pare che il suo posto in griglia sia assicurato nel 2025, ma le porte in casa Red Bull (e AlphaTauri) sono più che girevoli, e improvvisi ribaltoni sono scenari largamente immaginabili. Comunque, il neozelandese si è dimostrato competitivo sia in qualifica che in gara, con un ritmo spesso paragonabile a quello di Tsunoda, il che è tutto grasso che cola, e addirittura si è preso il lusso di eliminare Max Verstappen nel Q2 a Singapore, gara conclusa in – wow – nona posizione. Le statistiche (14.20 la posizione media in qualifica, 4-1 per Tsunoda in qualifica e 2-1 per Yuki in gara) rendono poco l’idea dell’impressione che questo giovanotto mi ha fatto. Promosso, anzi promossissimo. Voto: 6.5.
Kevin Magnussen, MoneyGram Haas F1 Team – 19° in classifica con tre punti ottenuti.
Se promosso è Liam Lawson, non si può dire lo stesso di Kevin Magnussen. La stagione del danese la definirei complessa e scorbutica: qualche errore c’è stato, ma nemmeno così tanti. Ciò che ha fatto specie è stata la mancanza di ritmo (immagino sia dovuto alla scarsa confidenza che Kevin aveva verso la sua Haas) nel confronto con Nico Hülkenberg, non tanto in gara dove la VF-23 è stata tutto fuorché un fulmine di guerra, ma soprattutto in qualifica. I dati ci dicono di un 15.14 come posizione media calcolata nel corso delle ventidue qualifiche, con un 15-7 ad appannaggio di Hülkenberg, mentre in gara il gap è un po’ più risicato, ma sempre a favore del teutonico: 10-8. Non è stata una stagione felice, ma quello che non è mai mancato al pilota nordico è stato il non voler mai arrendersi, vendendo cara la pelle in molte occasioni. Tre piazzamenti a punti, tre decimi posti, ottenuti di riffa o di raffa, e un grande cuore, da pilota di corse. Voto: 5.5.
Zhou Guanyu, Alfa Romeo F1 Team Stake – 18° in classifica con sei punti ottenuti.
Dal pilota cinese, oggettivamente, ci si aspettava di più: certo, non è stato agevolato da una monoposto scintillante, ma concentrando il discorso su un aspetto puramente relativo alle prestazioni del pilota, a parte qualche sporadico acuto (ricordo un ottimo GP di Spagna e una fantastica qualifica in Ungheria) non è stato un campionato competitivo. È mancata la crescita che, personalmente, mi attendevo dopo una buona seconda parte di stagione nel 2022, come se fosse rimasto bloccato e avesse raggiunto il massimo potenziale. Non credo sia questo il caso, però nel 2024 o va più veloce o non ci sarà più spazio per il nativo di Shanghai. Posizione media di qualifica: 15.91. Confronto con Valtteri Bottas: 16-6 in qualifica, 10-7 in gara, entrambe le statistiche a favore del finnico, che sì non è un pilotino, ma non sta attraversando il suo migliore momento di forma, questo si può dire. Voto: 5.5.
Daniel Ricciardo, Scuderia AlphaTauri – 17° in classifica con sei punti ottenuti.
Non ci si aspettava di rivederlo in griglia già da quest’anno, dopo il 2022 in molti non avrebbero creduto a un suo ritorno. E invece, il sorridente australiano ha avuto una seconda possibilità, e oserei dire che se la meritava: quei due campionati in McLaren non potevano e non dovevano suggellare la sua carriera, non da campione del mondo, ma con il talento di un campione del mondo. E allora il nativo di Perth è tornato a casa sua, in Red Bull, ha capito che in F1 voleva tornarci, che aveva di nuovo voglia di mettersi in gioco, e la chiamata è arrivata: non è la Red Bull, è l’AlphaTauri, ci aveva già corso nel 2012 e nel 2013, agli albori di una carriera in rampa di lancio. Oggi è diverso, ma quel sorriso è ritornato nella sua essenza più vera. Un infortunio gli ha fatto saltare cinque gare (da Zandvoort a Lusail), e ha dato a Liam Lawson l’opportunità di mettersi in luce. Daniel è stato competitivo, punti in Messico e sul passo di Tsunoda nelle sette gare a disposizione. Non era scontato. La sua posizione media in qualifica è 14.00, mentre è in svantaggio, ma marginalmente (3-4) sia sul giro secco che in gara nei confronti del ventidue di Sagamihara. Il suo obiettivo è quello di tornare su una Red Bull, al fianco di Max come nel triennio 2016-2018. Dovrà convincere. In cuor nostro, ci auguriamo che ci riesca, ma saranno le sue prestazioni (e nel contempo quelle di Checo Pérez) a determinare gli eventi. Buona fortuna, Daniel. Voto: 6.5.
Nico Hülkenberg, MoneyGram Haas F1 Team – 16° in classifica con nove punti ottenuti.
La “scommessa” di Günther Steiner. Definire scommessa l’ingaggio di un trentaseienne, da sempre garante di costanza e affidabilità in pista, l’ideale per una squadra che vuole scalare i ranghi, sembrerebbe un ossimoro. Ma c’è un piccolo dettaglio: il renano non era titolare dal 2019 (con la Renault, che ora si chiama Alpine), tranne per qualche apparizione nelle vesti di “super sostituto”. Un’era geologica fa, in termini sportivi e non solo. Steiner l’ha preferito a Mick Schumacher, e guardando le prestazioni di Nicolas, questo il suo vero nome, non possiamo dire che abbia fatto la scelta sbagliata. Superbo in qualifica (posizione media 12.14, un dato semplicemente straordinario per la macchina che guida), faceva il gambero in gara, ma non per colpa sua, come scritto innumerevoli volte. A differenza di Kevin Magnussen, che ha ottenuto tre piazzamenti a punti, Nico ne ha ottenuto solo uno (più la Sprint Race in Austria), sul circuito dell’Albert Park in Melbourne, ma molto più pesante: settimo, che vuol dire sei punti, e che fa tutta la differenza del mondo in classifica. Ma graduatorie a parte, punti e punticini, a questo pilota si può solo augurare una cosa, il podio, che non ha mai ottenuto e che tanto meriterebbe. Voto: 7.
Valtteri Bottas, Alfa Romeo F1 Team Stake – 15° in classifica con dieci punti ottenuti.
Siamo d’accordo, non è stata una stagione entusiasmante quella di Valtteri. Ma da qui a definirla imbarazzante è deontologicamente sbagliato, in barba a tutti coloro i quali non vedono l’ora di stappare lo spumante al ritiro del settantasette di Nastola. Un accanimento terapeutico che supera ogni confine possibile e immaginabile, e solo in piccola parte giustificato: non sto qui a dire che abbia fatto faville, al contrario, ma ci vorrebbe un po’ di onestà intellettuale. Il confronto con Zhou, soprattutto in qualifica ma anche in gara (dove dire che la sorte non abbia sorriso al finnico è riduttivo) è nettamente a favore dell’ex Mercedes e Williams. Cinque apparizioni nel Q3, a fronte delle due di Zhou, con una posizione media di 13.86, due ottavi posti e due decimi i suoi piazzamenti nei punti quest’anno, tre ritiri e tanti guai, tra partenze pasticciate e danni che hanno compromesso più di qualche gara, molte delle quali comunque terminate (e che un po’ sporcano il dato statistico). Non è stato tutto oro quello che ha luccicato, e ripeto: siamo d’accordo. Ma di qui a sentire (e a leggere) certe cose, anche relative al suo stipendio, come se lo pagassero loro, ce ne passa di acqua sotto i ponti. Voto: 6.
Yuki Tsunoda, Scuderia AlphaTauri – 14° in classifica con diciassette punti ottenuti.
Terza annata in F1 per il giapponese delle speranze (per i giapponesi stessi, s’intende), tutte corse con la Scuderia AlphaTauri. E sono state tre annate in costante crescita. Sia con de Vries, sia con Lawson che con Ricciardo, Yuki ha dimostrato consistenza e un passo invidiabile. Anche quando la vettura non era competitiva, numerosi sono stati i piazzamenti a ridosso della zona punti, e nel momento in cui il mezzo ha assecondato la velocità del classe 2000 i risultati si sono visti: il suo finale di stagione (errore di Città del Messico a parte) è di buon auspicio per l’anno prossimo. Posizione media ottenuta in qualifica: 13.45. È stata la valutazione più difficile da assegnare, e sono stato a lungo indeciso tra un solido sei e mezzo e un bel sette. Alla fine, la scelta è ricaduta sul sei e mezzo, ma è “il sei e mezzo più sette” che potesse esserci. Gambare, Yuki-san! Voto (come detto): 6.5.
Alexander Albon, Williams Racing – 13° in classifica con ventisette punti ottenuti.
Sublime. Non ci sono altre parole per definire l’Alexander Albon formato 2023. Una storia di lotta e di riscatto quella dell’anglo-thailandese, disposto a tutto pur di avere un’occasione. La sua carriera è stata spesso di fronte a un bivio ma Albono, come viene soprannominato spesso e volentieri, non si è mai dato per vinto e ha vinto anche i più scettici. Una Williams, quella che pilotava, migliorata sotto tutti i punti di vista, ma anche per merito suo. Sette piazzamenti tra i primi dieci (escludendo la Sprint Race del Qatar) e tante qualifiche da incorniciare (posizione media 12.41), una superiorità schiacciante nei confronti del suo team mate e la sensazione di essere un pilota che ha appena iniziato a divertirsi, in una squadra in cui è leader indiscusso e indiscutibile, e ci mancherebbe altro. Non credo sia un fuoco di paglia, ma servirà un altro anno a questi livelli per considerarlo davvero un pilota tra i primi dieci dello schieramento. Per il momento, tantissima roba il ventitré. Voto: 8.
Esteban Ocon, BWT Alpine F1 Team – 12° in classifica con cinquantotto punti ottenuti.
È il turno del numero trentuno. Quasi sessanta punti per il francese dell’Alpine, e una stagione che si può definire “di transizione”. Oltre al prestigiosissimo podio ottenuto sulle stradine di Montecarlo, tanta solidità e delle qualità sopra la media. Falcidiato dalle penalità in Bahrein, con i ritiri di Singapore e Austin che gli sono costati preziosi punti iridati. Memorabile il sorpasso su Yuki Tsunoda in quel di Spa-Francorchamps. A ogni modo, non la sua migliore annata, ma questo rende l’idea del livello raggiunto da questo pilota, che non è tra i primissimi della classe ma subito dopo c’è lui. In qualifica, oltre a un 11.18 come posizionamento medio, perde 13-9 il confronto con Pierre Gasly, mentre in gara il parziale recita 10 Ocon e 6 Gasly, con l’affidabilità (oltre a un paio di collisioni di troppo ma che possono capitare) che ha recitato una parte importante. Voto: 7.
Pierre Gasly, BWT Alpine F1 Team – 11° in classifica con sessantadue punti ottenuti.
Chiudiamo la prima parte con il numero dieci. Al debutto in Alpine, possiamo dire che Pierre Gasly non ha deluso le attese, e che sicuramente i piloti non sono il problema del costruttore francese. Podio a Zandvoort, podio nella Sprint Race di Spa-Francorchamps, e tanti piazzamenti a punti (undici contro i dodici di Ocon, a testimonianza dell’equilibrio che c’è stato tra Esteban e Pierre): una buona consistenza per una macchina che non si può definire meglio di “discreta”. Se 11.18 è il dato della posizione media di Esteban (si parla sempre di qualifica), 11.05 è quello di Pierre. E con questo voto ci salutiamo, almeno per oggi. Voto: 7.
Ringraziandovi per l’attenzione, appuntamento con il secondo blocco di piloti verso il finire di settimana.
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