Isack Hadjar (Campos), comandava le operazioni da metà corsa in poi, e si apprestava a vincere la sua terza Feature consecutiva. Ma mai dire “Monaco baby!” finché, quella coppa, non ce l’hai tra le mani. Joshua Dürksen (AIX), a tre giri dalla bandiera a scacchi, è rientrato ai box, ma uscendo dalla pit lane (a sua detta) non si è accorto di Zane Maloney (Rodin), e stringendo verso il barbadiano è andato a colpire la macchina dello stesso, che ha preso il volo per poi tornare sulla terra. Dürksen, ritiratosi, ha dato a Zak O’Sullivan (ART) l’occasione tanto attesa: con la VSC in pista, l’inglese si è fermato, e rientrando in testa ha beffato tutti. Una vittoria dal quindicesimo posto. Una gara da annali, per una strategia da annali. Bravi e fortunati, in casa ART. Ci hanno creduto, e la dea bendata gli è venuta incontro.
Si era fermato un giro prima Victor Martins, suo compagno di squadra, che avrà del rammarico, ma non era veloce come Zak. E poi, Mentre quest’ultimo è partito quindicesimo, Victor si era qualificato secondo, costruendosi i presupposti per puntare a una gara di attacco. E invece, come nella Sprint, ha ciccato lo start, ritrovandosi nei lidi dello stesso O’Sullivan. Isack Hadjar, poi, secondo sotto la bandiera a scacchi, non ha preso particolarmente bene la dinamica del successo del vicitore del GB3 nel 2021, e se è vero che c’è da capirlo, gli è consigliato di fare meno scene. Primo degli sconfitti (cit. Enzo Ferrari) in pista, ultimo in quanto a sportività, perché la sconfitta, per quanto possa bruciare, va sempre accettata. E poi, insomma, ci sono modi e modi.
Il franco-algerino, infatti, dovrebbe ricordare che era secondo anche prima, perché in testa, e anche agevolmente, c’era Richard Verschoor (Trident), il poleman, che si è dovuto ritirare a causa di problemi iniziati al diciannovesimo giro dei 42 totali. Terzo Paul Aron (Hitech), nuovo leader del mondiale, con due punti sullo stesso Hadjar e 11 su Zane Maloney, che per la prima volta dall’inizio del mondiale (qualifiche del Bahrein a parte) non è in testa alla classifica. Oggi, considerato da dove è partito, ha disputato una buona gara, terminando decimo nonostante i danni derivanti dal contatto con Dürksen, e tenendosi dietro Taylor Barnard (AIX), winner della Sprint.
Si rivede nelle posizioni più nobili Ollie Bearman (Prema), quarto, che dopo una grande partenza ha sfruttato una strategia aggressiva della Prema che ha pagato i suoi bei dividendi. Caso opposto per Andrea Kimi Antonelli, suo compagno, che sin dall’inizio – dopo un altrettanto buon avvio – ha avuto a che fare con un vero e proprio muro, quello di Franco Colapinto (MP Motorsport), per poi perdere la posizione su Bearman causa strategia, con Colapinto ancora davanti dopo la sua (dell’argentino) sosta a bloccare tutte le possibili manovre del bolognese. Kimi, e allo stesso tempo i piloti subito dietro – Gabriel Bortoleto (Invicta) e Maloney – hanno perso un’eternità: anche questa è Monaco. Quando, poi, si sono sbarazzati di Franco era già troppo tardi, con Juan Manuel Correa (DAMS) e Dennis Hauger (MP Motorsport), rispettivamente quinto e sesto, davanti grazie alla strategia alternativa.
Ritirati dalla corsa, oltre ai già menzionati Verschoor e Dürksen, sono stati Jak Crawford (DAMS), vittima al primo giro di un contatto con Kush Maini (Invicta) che non ha avuto strascichi in fatto a penalità, Amaury Cordeel (Hitech), che ha riportato un danno al braccetto sospensivo posteriore destro, e Rafael Villagómez (Van Amersfoort) fuori dai giochi a causa di un suo errore in uscita dalla Rascasse che gli ha procurato la rottura dell’ala anteriore.
La Formula 2 ripartirà insieme alla F3 in quel di Barcellona, con le due categorie propedeutiche che salteranno (come è sempre avvenuto) l’appuntamento di Montréal per poi gettarsi a capofitto nella tappa catalana, la quinta per la F3 (metà campionato) e la sesta per la F2, che dovrà poi disputare altri 8 weekend con tantissimi punti ancora in palio.
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