Cool down lap | Baku 2024

La tappa azera con gli occhi sognanti di Franco Colapinto

Forse la storia più bella del Gran Premio dell’Azerbaigian, Baku, 13-15 settembre 2024. Quella di un argentino e di un britannico. E già qui ci si potrebbe fermare. Ma andiamo oltre. Perché si deve andare oltre. James Vowles e Franco Colapinto, l’ex responsabile delle strategie della squadra più vittoriosa della storia della Formula 1, la Mercedes 2014-2021, e il campione della F4 spagnola nell’ormai lontano 2019, quando con il team Drivex – a sedici anni, si mise tutti alle spalle. E poi una carriera da tuttofare, tra categorie formula ed Endurance. Piazzamenti sempre di prestigio, ma oltre a quel successo di cui si è scritto poche righe sopra, nulla di così eclatante: nel 2022 nono nel campionato FIA F3, l’anno scorso quarto, poi due gare nel FIA F2, serie che lo ha visto impegnato quest’anno con risultati – da rookie – al di sopra delle attese.

Risultati ottenuti con i team olandesi Van Amersfoort (2022) e MP Motorsport (2023-2024, ma anche 2020-2021). Risultati che, insieme a un bel gruzzoletto di denari e alle prestazioni negative di Logan Sargeant, hanno convinto Vowles a puntare su di lui fino a fine anno, prima dell’arrivo di Carlos Sainz. Il pilota di Buenos Aires, membro dell’academy di Grove dal gennaio 2023, aveva già vissuto un sogno quando gli era stata data la chance di debuttare nella massima serie a ruote scoperte nel primo turno libero del Gran Premio della Gran Bretagna, a Silverstone, il 5 di luglio. Figurarsi debuttare come pilota ufficiale. Lui che, a fine 2023, non sapeva se avrebbe avuto i fondi per correre la sua prima stagione in F2. Ne è nato un vero e proprio caso nazionale, con un hashtag (#FranColapintoaF2 nell’autunno dell’anno scorso – poi tramutatosi con somma gioia in #FranColapintoEnF1 dopo l’annuncio ufficiale) lanciato dai tifosi argentini che ha fatto il giro del mondo, e che nei fatti è stato determinante per assicurarsi un sedile e tanti sponsor.

Una storia di comunione di intenti, quella degli argentini verso il loro talento argentino, il loro fratello di sangue, che condivide gli stessi valori, la stessa bandiera, la stessa voglia di fare del proprio meglio ogni giorno. Gli argentini si sono uniti in una social catena (cit.) e hanno permesso a Franco di essere dove si trova oggi. Oggi Franco Colapinto è un pilota di Formula 1. Il primo della sua nazione da Gastón Mazzacane a inizio secolo. Il primo a marcare punti (quattro) da Carlos Reutemann una quarantina di anni fa. Un pilota che ha ronzato nelle orecchie di un Alexander Albon che per tanti anni non era mai stato battuto. Già a Monza, due settimane fa, un weekend da ricordare. A Baku, in riva al Mar Caspio, nella terra del fuoco, l’approdo nel Q3 e un ottavo posto che in pochi ci avrebbero scommesso.

I complimenti nel dopo gara di Lewis Hamilton e l’incredulità\ammirazione dell’argentino. @sim3744

La scommessa di Vowles. Il sogno di un ragazzo argentino, il cui mondo si è capovolto da un anno all’altro. Da una settimana all’altra. Non sappiamo se, dopo il Gran Premio di Abu Dhabi, lo rivedremo in queste vesti. Ma la sensazione è che se continuerà così non si tratterà dell’ultima occasione. Forse non nel 2025. Ma questi sono discorsi che vanno troppo in là con il tempo e le fantasie. Una storia di tenacia. Una storia per chi ha smesso di sognare. E, infine, un pensiero per Logan Sargeant, la cui carriera – ironicamente molto simile a quella di chi lo ha sostituito – ha preso una piega che non ci si augurava. Il nativo di Fort Lauderdale, vicino Miami, Florida, non ha trovato la sua dimensione. E non si sta parlando di uno che va piano.

Perché nel 2020 si era giocato il titolo F3 fino all’ultima gara, con un tale Oscar Piastri e un certo Théo Pourchaire. Nel 2021 un settimo posto, nel 2022, da rookie nella serie, quarto nel FIA F2 a un punto dalla terza posizione di Liam Lawson, che Red Bull ha intenzione di blindare con un sedile da titolare nel 2025, più che presumibilmente con il team VCARB. Ecco. Qualcosa deve essere andato storto. E ci si augura che lo statunitense, prossimo ai 24 anni, possa ritrovare lo smalto e l’occasione giusta per esprimere tutte le sue qualità. Non biasimiamo Vowles, perché la sua è stata una scelta comprensibile. E perché in molti avrebbero fatto fuori Logan a fine 2023. Semplicemente non è andata come poteva. E chissà che da questa delusione non si possa nascondere un’opportunità. Lo si spera di vero cuore.

Immagine in evidenza: © @WilliamsRacing X profile

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Autore

Davide Attanasio
Ragazzo di venti anni che prova a scrivere di macchine, che girando a velocità folli per tutto il mondo fanno battere il cuore e vibrare l'anima

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