Cool down lap | Singapore 2024

La terza di Norris, Verstappen tiene botta

Tre vittorie stagionali: a Miami, partendo dal quinto posto, a Zandvoort e a Singapore – scattando dalla prima fila. Undici podi, cinque pole position, quattro giri veloci. Duecentosettantanove (279) punti ottenuti, a cinquantadue lunghezze da Max Verstappen con sei Gran Premi (e tre gare sprint) da disputare. Questa la situazione di Lando Norris, in un 2024 che a ogni modo resterà nella sua carriera, con o senza quel titolo che a oggi, nonostante una situazione tecnica evidentemente a favore del team McLaren, resta più un sogno proibito che altro.

Un sogno proibito anche perché Max Verstappen, risolte le problematiche degli ultimi due appuntamenti, si è rimesso “in marcatura” sul nativo di Glastonbury. E, se è vero che Lando ha trionfato con venti secondi su Max (emblematico il fatto che il distacco sia rimasto di fatto invariato dal primo terzo di corsa), il pilota dei Paesi Bassi è forte della sua forza. E, per quanto la sua vettura non sia più quella di inizio stagione, non è cosa di poco conto. Verstappen c’è, ormai non manca tanto, e a partire da Austin (18-20 ottobre) venderà cara la pelle, o meglio: continuerà a farlo.

Norris, sembra paradossale, dopo essere riuscito a rompere l’incantesimo della partenza (dove in tutte le occasioni in cui era partito davanti a tutti non era mai stato in grado di tenere la testa), stava per combinarla grossa in almeno due occasioni, prima con un bloccaggio che lo ha visto solo sfiorare le barriere di curva 14, poi con una toccatina al muretto in corrispondenza di curva dieci, in stile George Russell 2023. Ritirarsi al comando della corsa, con un vantaggio siderale sul diretto rivale, avrebbe posto con ogni probabilità la pietra tombale sulle speranze del britannico.

E poi, immaginassimo che Norris l’avesse veramente fatta grossa: un mese di critiche, di veleni e di pagine di inchiostro (e non solo) con il pilota numero quattro al centro di un bersaglio che sarebbe stato troppo grosso per non essere centrato. Fortunatamente per lui, nulla di questo si è verificato. Basti pensare che, prima del giro veloce di Daniel Ricciardo – che sarà sostituito da Liam Lawson a partire dalla prossima tappa a stelle e strisce – Lando si sarebbe garantito il primo Grand Chelem della carriera (pole, vittoria, giro veloce e gara sempre al comando).

Dall’inferno al paradiso, dal paradiso all’inferno – sportivamente parlando. A Singapore, più che da altre parti, non si può mai dire che è finita fino a quando non lo sia per davvero. Anche se, secondo il nostro modestissimo parere, questa nuova versione del circuito (modificato per permettere di effettuare dei lavori) ha tolto un po’ di quel pathos, di quei metri che hanno costituito la “vetta Singapore” come una delle più ardue da scalare. Non è stato forse un caso che la safety-car (né la virtual safety car) – per la prima volta dal 2008 – non è mai stata chiamata in causa.

Immagine in evidenza: © @McLarenF1

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Autore

Davide Attanasio
Ragazzo di venti anni che prova a scrivere di macchine, che girando a velocità folli per tutto il mondo fanno battere il cuore e vibrare l'anima

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