In un sabato pomeriggio doppiamente grigio (vedasi poleman e color del cielo), crollano come grandine le speranze di rosso vestite.
Diceva il saggio, un certo tedesco che di mondiali ne sa qualcosa (si, quello che ne ha vinti 7) “i punti si fanno la domenica”.
Vero, resta però il valore morale della pole di Hamilton.
È una pole che scoraggia.
Perché Hamilton fa pole quando ha la macchina migliore e soprattuto quando non ce l’ha, aiutato anche da madre natura (es: nuvola di Fantozzi che si presentano solo nelle q3 in cui si è favoriti)
Ma Vettel è lì.
E a volte basta solo uno spunto, prima di curva 1.
Basta scuse.
Dopo un sabato disastroso tra carichi di benzina sbagliati, errori grossolani in pit lane (vedi Vettel che si infuria col suo meccanico che sta trascinando la vettura senza sollevare il posteriore, danneggiando così il fondo) e timing non ottimale (Vettel non aveva le batterie cariche nell’ultimo tentativo).
Basta scuse.
La macchina, con l’asciutto che dovrebbe accompagnare l’intera gara, è favorita perché ha dimostrato un passo simile alle frecce d’argento pur mantendo un assetto più scarico che favorisce i sorpassi e un minore consumo di benzina.
Basta scuse.
Per trasformare la grandine in arcobaleno.
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