Nel Testo Sacro dei cristiani, si narra la storia di Caino, uomo protetto direttamente da Dio nonostante avesse commesso un efferato omicidio: quello del fratello Abele. Nonostante Abele non avesse fatto nessun torto a Caino.
In questa storia, il nostro Caino è Kimi Raikkonen che, a detta di molti, ha ucciso il fratello. Ma Dio dice “Chiunque ucciderà Caino, sarà punito sette volte tanto”. Da lì il famoso “Nessuno tocchi Caino”.
Ora la domanda che dovremmo farci è: “È giusto uccidere il nostro Caino fregandocene della punizione?”.
Ma Kimi non ha sbagliato nulla. È stato perfetto. A commettere gli errori è stata la Ferrari, che già dal sabato ha mandato le vetture in pista in ordine sbagliato. Kimi ha siglato il giro più veloce della storia della Formula 1 sfruttando la scia del compagno, compagno impegnato nella lotta al mondiale. Quindi sarebbe stato giusto dare a Seb il vantaggio della scia.
Alla domenica però, l’errore più grande lo fa Vettel. Una partenza uguale a quella vista a Shangai: Seb ha subito fretta di superare il compagno. E nonostante Kimi cerchi di favorirlo, Seb è sempre troppo incerto. Hamilton, invece, sfrutta tutta la malizia di cui dispone per mettere Vettel in trappola e, alla prima occasione utile, porta Seb all’errore. Il disastro si consuma alla variante della Roggia: Kimi da la possibilità a Vettel di scegliere la traiettoria e Seb, suo malgrado, fa la scelta sbagliata, andando a coprire l’interno dell’ingresso della variante.
Hamilton sfrutta l’occasione subito, con freddezza. La Mercedes numero 44 si infila all’esterno nella curva a sinistra, con vantaggio di traiettoria per la curva a destra.
Scacco matto. O si sbatte o Vettel perde la posizione.
Purtroppo per il tedesco, le cose hanno preso la piega peggiore: botta con la Mercedes e testacoda. Vettel è l’ultimo del lungo serpentone che, per fortuna del tedesco, si compatta subito per via della Safety Car chiamata in pista per rimuovere la Toro Rosso di Hartley ferma sul rettilineo principale.
Da quel momento tutti a dire che l’accaduto è colpa di Kimi. Il nostro Caino.
La differenza, però, è che l’omicidio non c’è stato. E nemmeno è stato tentato. Anzi, il nostro Caino ha tentato di salvare Abele. Ma Abele forse voleva che le cose fossero più semplici. O semplicemente avrebbe dovuto attendere di più.
E ora diamo una risposta alla nostra domanda.
Nessuno deve toccare Caino.
Kimi è sempre a disposizione della squadra. E per chi dice che Bottas è la migliore seconda guida, va detto che la Ferrari non chiede a Kimi lo stesso lavoro sporco che la Mercedes chiede a Bottas. La Ferrari sfavorisce Kimi con le strategie, gli chiede di farsi da parte, ma non gli ha mai chiesto di rallentare qualcuno.
E non abbiamo la garanzia che chi arriverà dopo sarà in grado di fare quello che fa Kimi.
Un quattro volte campione del mondo sembra non riesca a sopportare il peso di quella tuta rossa, questo non fa ben sperare per il futuro.
Intanto, ricordiamoci che il nostro Caino è l’ultimo campione del mondo della Ferrari.
Ecco, prima di uccidere Caino, dovremmo chiederci se chi muove i fili sia davvero adeguato a gestire una situazione così delicata, dove serve tirare fuori il 110% da ogni situazione. “Chiunque uccida Caino sarà punito sette volte tanto”.
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