Immagine in evidenza: © Scuderia Ferrari
Il Gran Premio degli Stati Uniti è il penultimo appuntamento della stagione 2003. Juan Pablo Montoya, Michael Schumacher e Kimi Raikkonen arrivano nello storico impianto dell’Indianapolis Motor Speedway in lotta per il titolo iridato, con il finlandese della Mclaren autore di una vera e propria stagione capolavoro insieme al campionissimo tedesco della Ferrari. Posizionato al termine della stagione, l’appuntamento mondiale negli States risultò fondamentale per l’assegnazione del titolo mondiale a Micheal Schumacher.
Tralasciando la lotta per il campionato, l’edizione del 2003 non regalò moltissimi spunti: le scuderie infatti, considerando che parliamo di un appuntamento posizionato nel finale di stagione, ragionavano già sul progetto 2004. Ovviamente gli unici team attivi “tecnicamente” parlando risultarono Williams, Mclaren e Ferrari. La scuderia inglese, insieme a quella di Maranello, portò nell’Indiana un nuovo aggiornamento al proprio motore e alcuni affinamenti sul piano dell’aerodinamica. L’unico team non di vertice a introdurre novità di un certo rilievo fu la BAR. La scuderia inglese portò in pista una versione potenziata del proprio propulsore Honda e un nuovo cambio sviluppato dalla casa giapponese.
Da notare il ritorno di Ralph Firman alla guida della Jordan e di Ralf Schumacher alla guida della Williams. Le prove libere mostrarono una buona competitività della Renault (soprattutto Trulli), con Williams e Ferrari relativamente vicine. Il primo colpo di scena del week-end arrivò nel breve warm-up pre qualifiche: Jarno Trulli fu autore di un incidente che distrusse completamente la sua vettura. Il pilota italiano, considerando i danni provocati alla sua Renault, dovette affrontare la propria qualifica con una vettura riparata proprio all’ultimo instante. Questo problema costrinse Jarno a una qualifica non proprio esaltante, nonostante il passo mostrato durante le libere risultava abbastanza interessante. Per via del meteo molto variabile le scuderie non riuscirono a mettere insieme un set-up completamente efficace, con molti team che dovettero improvvisare un po’ il lavoro. La pole andò a Kimi Raikkonen, seguito da Rubens Barrichello e da Olivier Panis. Quarto Juan Pablo Montoya, davanti al compagno di team Ralf Schumacher e a Fernando Alonso. Solamente settimo Michael Schumacher: il tedesco della Ferrari è stato autore di diversi errori e non completamente soddisfatto del proprio set-up.
GARA – Al via, Raikkonen mantenne la prima posizione, seguito da uno strepitoso Olivier Panis e da Rubens Barrichello. Il pilota brasiliano, per via di uno start non proprio esaltante, perse la propria posizione nei confronti del francese e si ritrovò in lotta con i fratelli Schumacher. Autore di uno start non proprio esaltante, anche lo stesso Montoya perse diverse posizioni, ritrovandosi in sesta piazza dietro al rivale della Ferrari.
La classifica dopo la prima curva risultò quindi così: Raikkonen, Panis, Ralf Schumacher, Barrichello, M.Schumacher e Montoya. Per via di un ordine di scuderia già durante il primo passaggio, Barrichello cedette la propria posizione nei confronti di Schumacher. Con questa mossa il tedesco distanziò Montoya e passò in quarta posizione. Juan Pablo, vedendo il proprio avversario fuggire già nel corso del secondo giro, non esitò nemmeno un’instante ad attaccare il brasiliano della Ferrari, non riuscendo però a completare l’azione. Montoya e Barrichello vennero infatti al contatto e il pilota della Ferrari fu costretto al ritiro. Il colombiano non accusò particolari problemi alla propria monoposto ma i commissari decisero di mettere sotto inchiesta le manovre del pilota della Williams. Il contatto costrinse Montoya a perdere due posizioni che furono prontamente recuperate nei giri successivi.
Mentre il colombiano cercava una rimonta quasi impossibile, sul tracciato di Indianapolis cominciarono a cadere le prime gocce di pioggia. Le condizioni umide della pista favorirono i gommati Michelin, soprattutto Montoya che riuscì a prendersi la quarta posizione nei confronti di Schumacher. Il tedesco della Ferrari, per via della scarsa competitività delle gomme Bridgestone, fu costretto a cedere diverse posizioni insieme a tanti altri gommati della casa giapponese. Olivier Panis fu l’unico pilota di testa a montare le gomme da bagnato, adottando una strategia ch si rivelò inesatta. Qualche giro dopo infatti la pioggia cessò di cadere e Panis fu costretto a rientrare per montare nuovamente le coperture d’asciutto. Considerando il miglioramento delle condizioni, Schumacher rimontò qualche posizione e cominciò a tenere un ritmo abbastanza interessante. Il vero colpo di scena arrivò durante il primo pit stop: Montoya, nel corso del proprio rifornimento, incappò in un piccolo problema al bocchettone della benzina che gli fece perdere parecchio tempo all’interno della corsia box. Questo problema, insieme al drive through per via del contatto con Barrichello nelle prime fasi di gara, fece scivolare il colombiano in undicesima posizione.
Nel corso della prima sosta quasi tutti i piloti scelsero di adottare le gomme d’asciutto, ad eccezione di Button, Frentzen e Wilson. Una scelta che si rivelò azzeccata: la pioggia infatti cominciò a cadere in maniera molto più accentuata e questo particolare costrinse quasi tutti i piloti a rientrare nuovamente in pit lane. Al termine dei pit stop il pilota inglese della BAR si ritrovò al comando, seguito da Frentzen, Raikkonen, Wilson, Alonso e Michael Schumacher. Considerando la pista molto bagnata e le gomme full wet, le Bridgestone di Schumacher risultarono molto più efficaci in queste condizioni con il tedesco che, grazie a un super passo, rimontò fino alla seconda posizione. Qualche giro più tardi il cambio della vettura di Button smise di funzionare e Schumy si ritrovò in testa alla corsa. Un colpo di scena che mise praticamente fuori dai giochi Kimi Raikkonen. Durante la seconda serie di soste, aperta da Raikkonen, tutti i piloti montarono gomme da asciutto. Questo particolare non portò però movimento nelle posizioni di testa, con Schumacher che continuò a condurre seguito da Frentzen, Raikkonen, Heidfeld, Trulli, Fisichella, Montoya e Wilson.
Il pilota della McLaren recuperò progressivamente terreno su Frentzen e, nove giri più tardi, Trulli sopravanzò Heidfeld, mentre a sei passaggi dal termine Montoya superò Fisichella, portandosi in sesta piazza. Questi ultimi sorpassi cristallizzarono definitivamente le posizioni: Schumacher andò a vincere il Gran Premio degli Stati Uniti, seguito da Raikkonen, Frentzen, Trulli ed Heidfeld. Juan Pablo Montoya concluse la propria corsa in sesta posizione, con Fisichella e Wilson che completarono la zona punti. Da notare che, al termine di questa corsa, ci furono ben nove ritiri, dovuti sia alle condizioni difficili della pista e sia da alcuni cedimenti meccanici. A causa del successo del tedesco e del proprio sesto posto nella classifica finale, Montoya fu matematicamente escluso dalla lotta al titolo mondiale. Questa vittoria mise Schumacher in una situazione di relativa tranquillità e due settimane dopo, precisamente a Suzuka, in occasione del Gran Premio del Giappone, il tedesco conquistò il sesto titolo mondiale della carriera nei confronti di Kimi Raikkonen.
CLASSIFICA GP USA 2003
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