Il Gran Premio della Cina ha messo in luce una Mercedes superiore anche alle aspettative e un giornalismo di ‘scarso livello’
Per chi segue la Formula 1 e ha una minima conoscenza di questo sport, due pit stop contemporaneamente sono uno smacco totale. Non per la totale assenza di strategia da parte di un team rivale, no. Ma per la consapevolezza di essere stati messi al muro da un team rivale.
Già perchè un doppio pit stop può anche avere conseguenze fatali sulla corsa di due piloti.
Alla base, quindi, c’è non solo la consapevolezza che ogni elemento del team sia al top. Anche i ragazzi dei pit stop – che tendenzialmente sono meno in vista degli altri componenti del team, se non in caso di errori – devono essere migliori degli altri. Ogni strumento deve essere a posto e perfetto. Un errore sulla prima monoposto potrebbe voler dire un gran numero di secondi persi anche sulla seconda.
Eppure, per fortuna (o forse no?) del team di Toto Wolff, tutto è andato per il meglio.
E proprio nei giorni in cui spopola sui social il video in cui Andrew Shovlin spiega come e perchè questa decisione sia stata presa, nessuno pare curarsi della ‘pesantezza’ di questa decisione. Poco importa che sia stata una decisione suggerita ‘di pancia’ da Toto Wolff e che sia stata poi validata dai top manager del team. Resta il fatto che è una decisione che ti spezza le gambe.
Un team che manda due auto contemporaneamente in pit lane, è un team più che sicuro dei propri mezzi ed è un team che non ha alcuna necessità di ‘tappi’ o di mantenere temporaneamente il controllo della situazione con la seconda monoposto.
Un team che manda due auto contemporaneamente in pit lane, è un team che forse, come suppone qualcuno, sta girando davvero con i motori non al massimo per essere sicuro di non avere problemi di affidabilità.
Un team che manda due auto contemporaneamente in pit lane, è un team che sa che, in caso di problemi, recuperare il tempo perso sarà incredibilmente facile.
Un team che manda due auto contemporaneamente in pit lane, è un team che, in una sola parola, è superiore.
Invece di preoccuparsi di un team radio che potrebbe essere (o meno) discutibile, e invece di preoccuparsi di sacrifici che nessuno ha chiesto o fatto, tutti coloro che raccontano questo sport dovrebbero preoccuparsi di cosa andrebbe davvero raccontato. Non a caso, dopo il terzo appuntamento stagionale, Vettel ha sbottato in conferenza stampa contro questo modo di fare di chi racconta questo meraviglioso sport. Contro il travisare ogni notizia e ogni parola di chi veste con orgoglio (nonostante le difficoltà) la tuta rossa.
Quindi, chi racconta questo sport dovrebbe concentrarsi su altro, lasciando lavorare chi lavora per raggiungere la vittoria, e raccontando quello che merita di essere tramandato.
E cioè una superiorità (quasi noiosa) della Mercedes che, non può essere descritta solo in termini di decimi di vantaggio per giro, ma che può solo essere raccontata con ammirazione.
Raccontata da 10 titoli consecutivi.
Raccontata da tre doppiette su tre gare.
Raccontata da due pole position conquistate su tre pole position disponibili.
E raccontata da due monoposto che pittano contemporaneamente senza nessuna paura.
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