Bisogna certamente ringraziare la Red Bull per il grandissimo lavoro di questi anni. Nel 2003, Michael Schumacher andava a vincere il Gran Premio d’Austria, l’ultimo corso sul circuito di Spielberg (che erroneamente continuiamo a chiamare “Zeltweg” ndr), su quel che rimane dello storico e pericolosissimo Osterreichring.
Dal 1997 dunque al 2003 si corre sull’A1 Ring, anch’esso con molto fascino, in mezzo ai boschi austriaci di Spielberg ed in un ambiente straordinario, pieno di tifosi e passione.
Nel 2004 la Red Bull decide di acquistarlo per rimodernarlo e rimetterlo al più presto nel mondiale di Formula 1. Inizialmente il progetto era quello di mantenere la conformazione del nuovo tracciato, riprendendo parte del vecchio “Ring” e ampliarlo con altre nuove curve, così da poter costruire un circuito di nuova generazione e molto più lungo rispetto al passato.
Questo progetto però venne interrotto per evitare l’abbattimento di parti di foresta attorno al circuito, e addirittura venne lasciato in completo abbandono, facendo tramontare la speranza degli appassionati. Ma dal 2008 al 2010 proprietario della Red Bull e del circuito, Didì Mateschitz, decise di ristrutturare il tutto, e la FIA riconobbe il classico A1 Ring per farvi gareggiare la Formula 1, riportando così il Gran Premio d’Austria nella categoria principale.
Lo spettacolo offerto ieri dalla Red Bull è stato bellissimo: intrattenimento verso gli spettatori, e soli 50 euro per poter assistere al Gran Premio dalla tribuna principale, mentre in Italia ci vogliono centinaia di euro per poter assistere dal vivo all’evento.
200.000 spettatori in tutto il weekend, numeri pazzeschi e da vera Formula 1, cose che non vedremo sicuramente ad Abu Dhabi o Barhain.
Non è tutto rose e fiori però in casa Red Bull: il periodo nero di Sebastian Vettel non accenna a terminare, ed il quattro volte campione del mondo farebbe bene a farsi un giretto a Lourdes, ma seriamente, perchè se dopo otto gare ti sei ritirato per tre volte dopo appena due giri (di fatto ieri ha terminato la gara dopo il secondo passaggio, anche se poi è ripartito, doppiato da tutti), ed il tuo compagno di squadra ti sta staccando in termini di risultati e prestazioni, c’è davvero qualcosa che non va.
E’ indiscutibile il talento di Vettel, verrebbe da chiedersi se per natura la “seconda” Red Bull (non del secondo pilota, ma quella che sta più indietro) sia perennemente meno affidabile di quella “vincente” (ogni riferimento al passato e a Mark Webber è puramente casuale).
Sta di fatto che Seb, nonostante il suo punutale ottimismo, non riesce proprio a terminare un weekend senza delle difficoltà, ed il rischio penalizzazioni da qui a fine campionato è sempre più alto, visto che ogni fine settimana è costretto a cambiare almeno un componente della sua Power Unit.
Che dire.. Certamente non è il caso del suo amico Raikkonen, perennemente (ahimè ndr) martellato da Fernando Alonso. Kimi non è diventato brocco tutto d’un colpo, semplicemente non riesce a guidare questa macchina al 100% (forse neanche al 50) delle sue possibilità, ma questa è un’altra storia.
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