All’inizio del 1920, nulla sembrava turbare la consueta tranquillità del tranquillo villaggio di Francorchamps, arroccato su una collina vicino al Fagne. In una bella giornata estiva, presso l’Hotel des Bruyères, due uomini di sport, Jules de Thier, direttore del giornale “La Meuse” e l’altro, Henri Van Ophem Langlois, presidente della Commissione Sport RACB, ebbero l’idea di costruire delle strade che collegano il triangolo formato dalle città di Malmedy, Stavelot e Francorchamps, per fare una pista caratterizzata da molti tratti rettilinei favorevoli al raggiungimento di alte velocità.
Il debutto, previsto per l’agosto del 1921, non ebbe luogo a causa della mancanza di una rappresentanza adeguata di iscritti: infatti degli iscritti, a quella gara se ne presentò appena uno!!!
La prima gara disputatasi sul tracciato si svolse quindi l’anno dopo e già nel 1924 si tenne la prima 24 Ore di Spa-Francorchamps (un anno dopo LeMans), mentre nel 1925 gareggiarono per la prima volta a Spa le vetture di Formula Grand Prix.
Il layout originale appariva come un lungo gigantesco triangolo di oltre 14 km dove ci si trovava di tutto: lunghi rettilinei dove i motori la facevano da padroni assoluti con velocità di punta molto alte e una zona guidata molto impegnativa dove invece era il pilota che poteva dare quel “qualcosa in più”.
Era una pista di quelle veramente toste, dove solo i campioni riuscivano a distinguersi dalla massa. A maggior ragione quando, nel 1939 venne inserita forse la più bella e curva che sia mai stata fatta su un circuito di F1: il Raidillon. Un destra-sinistra di 240 metri di puro cuore in gola per 24 metri di dislivello, dove solo i veri piloti non alzano il piede dall’acceleratore. Oggigiorno è conosciuta insieme alla curva dell’Eau-Rouge (dal nome del fiume che scorre sotto la curva), la precedente al Raidillon.
Ma non è l’unico punto spettacolare della pista belga. Conclusasi la seconda guerra mondiale, per rincorrere l’obiettivo di costruire il circuito più veloce d’Europa, gli organizzatori decisero di escludere il tornate di Stavelot. Nel 1947 infatti costruirono un collegamento dalla fine del rettilineo di Holowell (nel mezzo del destra-sinistra) che si congiungeva un centinaio di metri dopo Stavelot. Risultato? Un unico curvone veloce e leggermente sopraelevato che si congiungeva con il tracciato originale. Da questo momento è ufficialmente diventato il banco di prova per ogni campione di Formula 1. Curve come Eau Rouge-Raidillon e Stavelot c’è da sottolineare la vecchia Malmedy (lunga curva in discesa a destra), la sequenza della Masta e la velocissima Blanchimont. L’insieme di queste curve facevano di questo tracciato un esame per i piloti che potevano essere divisi in “piloti” e in “campioni”.
Purtroppo, sommando la difficoltà della pista a una media sul giro fin troppo elevata, Spa è stata anche teatro di parecchi incidenti mortali come il 19 giugno 1960. Durante la gara perse la vita il pilota della Cooper Chris Bristow, uscito di pista alla curva di Burnenville nel corso del 19° giro. Pochi giri dopo, un altro terribile incidente a Masta costò la vita a Alan Stacey, pilota della Lotus. In più, durante le prove, Stirling Moss si fratturò entrambe le gambe e la giovane promessa Mike Taylor fu vittima di un grave incidente che pose fine alla sua carriera.
Dopo parecchie rivendicazioni, Alla fine degli anni ’70, la direzione dell’autodromo, per questioni di sicurezza volute soprattutto dagli stessi piloti, decise di ridurre il chilometraggio del circuito costruendo, di fatto, un nuovo circuito. Si è mantenuta la parte di circuito che va dalla velocissima curva di Blanchimont alla fine del rettilineo del Kemmel. La parte restante venne completamente cambiata. Vennero tolte le curve e i lunghi rettilinei di Burnenville, Malmedy, Masta, Stavelot, Holowell e La Carrière per creare la parte lenta della pista che oggigiorno noi tutti conosciamo. Il vecchio tracciato è tuttora esistente, in quanto fa parte della viabilità ordinaria.
La nuova Spa- Francorchamps, lungo poco meno di 7 chilometri, vide il debutto nel Motomondiale 1979. L’anno seguente, la prima modifica: per spezzare l’ultimo rettilineo prima del traguardo venne inserita una chicane: la Bus-Stop. Nome che deriva dal fatto che quella curva è situata in prossimità di una fermata degli autobus di linea locali. Nello stesso anno, a causa della modifica al regolamento che prevede la partenza per le monoposto della massima categoria fosse posta in una zona piana, vennero creati nuovi box proprio a ridosso della nuova chicane. Il Gran Premio del Belgio tornò così a Spa-Francorchamps nel 1983 e poi definitivamente dal 1985.
Nel corso degli anni, vennero poi introdotte delle ulteriori modifiche. Per le conseguenze mortali degli incidenti a Imola di Ratzenberger e Senna, nel 1994 l’ingresso alla curva del Raidillon venne rallentato l’ingresso. Dall’anno seguente, venne ampliata la via di fuga, facendo così ritornare il Raidillon alla curva che era.
Sempre nel 1994 venne anticipata l’entrata ai box prima della Bus-Stop. Chicane che poi venne nuovamente modificata nel 2002 in uscita e nel 2004 in entrata.
Ulteriori ritocchi nel 2007 come l’allungamento del rettilineo di partenza e il tornante Source riportano il chilometraggio del circuito a superare di pochissimo i 7 chilometri. Oggi Spa-Francorchamps continua a essere uno dei tracciati più belli del calendario, un circuito che, grazie anche alle bizzarrie meteorologiche, ha sempre regalato Gran Premi spettacolari, come il 1998, forse l’edizione forse più spettacolare da questo punto di vista.
Il pilota che vi ha vinto più volte è il tedesco Michael Schumacher.
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