“Money, it’s a gas”
Se siete amanti dei Pink Floyd, conoscerete sicuramente il pezzo: “Money”, dall’album “The dark side of the moon”.
Il gas denaro ha ormai invaso e corroso ogni aspetto della nostra vita, come l’acqua salata con il ferro.
Non ha ucciso passione e emozioni, ma le ha modificate profondamente.
Le ha affievolite privandole di spontaneità.
E’ cosi anche per il Motorsport, elitario e patrizio fin dalle sue origini, ma che negli ultimi decenni si è dovuto inchinare sempre di più al dio denaro perdendo così alcuni tratti della sua natura selvaggia ed estrema, reale.
Un fenomeno particolarmente vero per la Formula 1, una categoria che, tra pay tv e regolamenti sbagliati che hanno dato vita a stagioni noiose, ha visto calare sempre di più gli ascolti, e conseguentemente, gli introiti provenienti dagli sponsor, vitali soprattutto per i team minori.
Team che negli ultimi anni si sono visti costretti a “noleggiare” i sedili delle proprie monoposto per poter sopravvivere.
Ed è così che siamo arrivati a vedere gente come Ericsson, Palmer e Nasr guidare le auto più veloci del mondo.
Tutti piloti con uno sponsor, una famiglia o addirittura un governo (vedi Rio Haryanto in Manor) pronti a firmare un’assegno a sei zeri.
Paghi (tanto) e corri, il concetto è molto semplice.
E se non paghi? A quel punto le alternative sono due, o un top team ti inserisce nel suo programma giovani oppure puoi già concentrarti su altre categorie.
Un destino che potrebbe capitare a molti drivers che hanno brillato, non poco, negli ultimi mesi.
Abbiamo deciso di dedicare ad alcuni di loro ,ma non solo, questo pezzo (l’ordine con cui li presentiamo è assolutamente casuale):
1. Lando Norris
Un manico capace di vincere in un solo anno, nel 2015, l’MSA Formula championship, la Toyota Racing Series e la Eurocup Formula Renault 2.0.
Norris è uno di quelli che andrebbe forte pure in moto, uno che riesce a trovare il limite con qualsiasi tipo di vettura.
Nel 2016 ha vinto la Formula Renault 2.0 Northern European Cup.
Quest’anno si è laureato campione del mondo di Formula 3 con 441 punti e numeri niente male:
-8 pole positions su 30
-8 giri veloci su 30
-9 vittorie su 30
-21 vittorie nella categoria rookies su 30.
Età? 17 anni.
Per lui, pilota del programma giovani Mclaren, non sembra prospettarsi un approdo in Formula 1 già dalla prossima stagione.
La Mclrean ha rivelato di non volerlo “prestare” a team minori, come fatto da Mercedes con Ocon e Wherlein.
I tempi non sembrano quelli giusti e una stagione in Formula 2 sembra essere la soluzione migliore per il suo percorso di crescita.
Anche se durante i test di Budapest, con la Mclaren di Alonso, Norris ha dimostrato che dargli un posto in griglia non è che sarebbe un rischio, eh.
Norris nei test ha effettuato il tempo con gomme ultrasoft che dovrebbero garantire 8 decimi in meno rispetto alle supersoft utilizzate da Alonso in Q3 ma molto probabilmente non ha girato con la Power Unit al massimo della potenza il che renderebbe le due prestazioni molto vicine.
2. Charles Leclerc
8 pole position su 10 (sarebbero state 9 senza la penalità ricevuta a Budapest), 6 vittorie, 4 giri veloci, campiontato di Formula 2 (ex Gp2) vinto con 3 gare d’anticipo, campione del mondo gp3 nella passata stagione, unico nella storia a vincere consecutivamente gp3 e F2.
E’ sufficiente?
Se ancora non siete convinti trovate 10 minuti per vedere cosa ha fatto a Sakir (Bahrain) in gara 2, sicuramente i 10 minuti più belli di questa stagione.
Per lui le chances di debbutare in F1 sembrano essere molto alte, il pilota monegasco, ormai da anni, fa parte del programma FDA (Ferrari Drivers Academy).
La Ferrari punta molto su di lui (chi non lo farebbe?) e per questo motivo all’interno dell’accordo per la fornitura delle sue Power Unit alla Sauber i vertici di Maranello stanno proponendo, e secondo i rumors più recenti anche convincendo, la Sauber a trasformarsi in una sorta di junior team Ferrari.
Lo stesso Vassuer, nuovo Team Principal Sauber, ha mandato segnali importanti rispondendo così a una domanda sui discorsi con la Ferrari per quanto riguarda Leclerc “Spero di poterne parlare in futuro ma al momento è ancora troppo presto”. Per quanto riguardo i piloti attuali, Ericsson potrebbe essere confermato per un altro anno, mentre Wehrlein si è già messo da tempo sul mercato piloti.”
3. Robert Kubica
Si. c’è anche lui tra coloro che sognano un sedile per il 2018.
Un sogno, un pensiero fisso che scorre ininterrottamente, senza sosta, tra i neuroni del pilota polacco da 8 anni, da quando ha dovuto abbandonare il circus a causa di un terribile incidente occorso il 6 febbraio 2011 durante il Rally Ronde di Andora a San Lorenzo dove ha riportato gravi lesioni alla gamba destra, alla spalla destra, al braccio destro e alla mano dello stesso lato.
Un sogno che si è trasformato in obbiettivo quando la Renault ha deciso di dargli una chance permettendogli di testare prima una formula 3, poi la monoposto di Formula 1 del 2012 della Lotus, la Lotus E20 e infine ai test di Ungheria la monoposto attuale della scuderia francese.
Il suo curriculum non si discute, prima dell’incidente Robert era considerato uno dei migliori piloti del paddock.
Non a caso fonti molto affidabili rivelarono ai tempi che se l’incidente non fosse avvenuto Robert Kubica sarebbe passato in Ferrari nella stagionesuccessiva al posto di Felipe Massa.
Nonostante una lunga assenza dal circus e diversi problemi al braccio destro che non ha recuperato a pieno le sue capacità motorie Robert ha fatto bene in tutte le occasioni che la Renault gli ha dato, soprattutto, si dice, a Valencia con la Lotus E20 dove avrebbe girato con un passo nettamente migliore rispetto a quello di Sirotkin.
Nonostante ciò la Renault ha deciso di puntare su Carlos Sainz jr. per sostituire Jonlyon Palmer già dalla prossima gara.
Fortunatamente le speranze per Kubica sono ancora vive, proprio in questi giorni la Williams ha messo a disposizione la monoposto del 2015 per testare lui e il suo terzo pilota Paul Di Resta, seri candidati per il dopo Massa.
Anche questa volta i rumors parlano di prestazioni più che convincenti da parte di Robert.
E chissà che non si possa scrivere una delle pagine più belle del motorsport.
4. Antonio giovinazzi
Proviamo ad analizzare il suo profilo indipendentemente dalla sua nazionalità, con oggettività.
Giovinazzi ha una storia di risultati un po’ particolare, non ha mai vinto campionati importanti e questo di per sé é un aspetto negativo, ma ha sempre lottato per il titolo, il che é indice di una notevole competitività.
E’arrivato secondo nel campionato britannico di Formula 3 e in quello europeo.
Nella scorsa stagione é arrivato secondo in Gp2 dietro a Gasly (che da 2 gare é diventato il pilota ufficiale della Toro Rosso) suo compagno di squadra in Prema.
In particolare, durante questa stagione ha mostrato una crescita esponenziale, con prestazioni da top driver e a fine stagione é parso avere qualcosa in più rispetto al francese della famiglia Red Bull soprattutto per quanto riguarda ritmo gara e corpo a corpo.
Giovinazzi é un animale da gara e ha regalato prestazioni strepitose come quella di gara 1 a Monza dove ha vinto partendo dall’ultima fila.
Non a caso la Mercedes e la Ferrari dopo questa gara hanno messo gli occhi su di lui (si dice che anche la Red Bull lo abbia fatto) e alla fine il pilota di Martina Franca é stato messo sotto contratto dalla scuderia italiana come terzo pilota.
Tra l’altro proprio grazie a ciò ha corso due gare in F1 con la Sauber andando a sostituire Wherlein che si era infortunato pesantemente al collo e alla schiena dopo l’incidente con massa alla Race of Champions.
Due week-end dal gusto misto, perché in Australia ha dimostrato di avere la competitività necessaria per poter stare in Formula 1, nel weekend cinese invece è andato a muro due volte, in qualifica e poi in gara, nella stessa curva (l’ultima).
E infine, un ricordo a chi ci sarebbe dovuto essere, più di tutti: Jules Bianchi.
Grande persona, grande manico.
E chissà dove sarebbe adesso se quel giorno le cose fossero andate diversamente.
Salut Jules.
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