In mezzo alla tempesta, con il vento che soffia fino a sradicare qualsiasi certezza osservo tutti in fila, uniti, intenti a proseguire verso nord.
Penso che io invece andrò a sud, solo ma sereno:
Io sto con Seb.
Perché quello che gli ha rovinato la domenica è stato un incidente di gara e se l’epilogo fosse stato inverso, tutti starebbero elogiando il coraggio del tedesco.
Io sto con Seb.
Perché odio la facilità con cui molti (troppi), trasportati dagli eventi, cambiano opinione su opinione. Una domenica sei il numero uno, quella dopo dovrebbero cacciarti. Gli stessi poi che ci stanno meno di 0.13 millesimi a cambiare bandiera e a salire sul carro di vincitori “l’ho sempre detto io”.
Io sto con Seb.
Perché la Ferrari poteva fare di più. E sarebbe stata doppietta. Sarebbe bastata soltanto metà dell’organizzazione che vige in casa Mercedes.
Io sto con Seb.
Perché è facile criticare (dal divano) gente che poggia il fondoschiena su un sedile da 360 km/h.
Io sto con Seb.
Perché i bilanci si fanno in data 31/12 e perché i propri piloti si supportano sempre. Nei momenti di difficoltà l’unica cosa da fare é unirsi, ancora di piú.
Io sto con Seb.
Perché nessuno ieri stava con lui.
Perché Kimi poteva essere meno tenace in partenza.
Perché la Ferrari pesa.
Perché il mondiale è lungo.
Perché la macchina c’è.
Perché senza il suo talento alcune delle 5 vittorie non sarebbero arrivate.
Perché la sorte non è mai dalla sua.
Perché questo blog ferrarista si chiama “Controsterzo” non a caso e perché si:
Perché quando vedo Seb vedo i miei ideali disegnare traiettorie delicatissime tra le piste migliori del mondo.
Pochi calcoli e tanto coraggio, voglia di fare, sangue rosso, puro, che circola nel corpo manco spinto da una turbina ereditata geneticamente, passione, un amore talmente instenso da risultare odioso, la speranza di non deludere chi ami.
E quindi si, io sto con Seb.
E quando vincerà il mondiale con la Ferrari potrò dire, sereno e coerente con me stesso, “l’ho sempre detto io”.
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