Il Gran Premio di Monza è stato un Gran Premio che alla Ferrari ha regalato solo brucianti delusioni.
Dopo un sabato scoppiettante, con Kimi che ha chiuso in pole con record della pista e giro più veloce della storia della Formula 1, la domenica è stata una catastrofe per la corsa al mondiale.
Alla partenza, Kimi non è perfetto, ma è comunque migliore di Seb. Si mette all’interno dopo che il tedesco prende la sua scia in accelerazione, ma Vettel non riesce ad essergli totalmente davanti alla staccata. Kimi, a quel punto, non può fare altro che frenare ed affrontare la prima variante. Frenare ulteriormente per far passare Vettel sarebbe da pazzi, si rischierebbe una ‘carneficina’ in partenza come quella di SPA.
Rimane tutto invariato. Kimi percorre la Curva Grande e il rettilineo che porta alla Roggia praticamente al centro della pista, per dare la possibilità a Vettel di scegliere la parte di pista da occupare. Seb va all’interno, Kimi si prende l’esterno. Qua arriva l’errore di calcolo del tedesco che non ha considerato l’aggressività di Lewis, che già alla prima curva aveva ‘bussato’. Hamilton si butta e tutto si consuma in una frazione di secondo. Vettel si gira ed è ultimo.
E da quel momento tutti ad inveire contro l’incolpevole Kimi Raikkonen che, nonostante tutto, diventa l’Iceman che tutti conosciamo. Non parla, martella e basta. Giri veloci su giri veloci e difesa continua e monumentale ai ripetuti attacchi di Hamilton. Sembra di essere tornati al 2007.
A questo punto, arriva il più grande errore della Ferrari: un pit stop fatto in seguito ad una finta (ormai sistematica) della Mercedes.
No, non siamo più nel 2007, quando a far tremare tutti con le strategie era la Ferrari. Siamo nel 2018, dove è la Ferrari a tremare dopo le mosse degli altri.
Tuttavia, l’undercut di Kimi permette al finlandese di recuperare oltre cinque secondi ad Hamilton. Una sosta che sembra aver consegnato la vittoria alla Ferrari.
Invece no, la Mercedes rischia tutto lasciando fuori Bottas per una quantità di giri spropositata su coperture SuperSoft. Tanto basta a consegnare la gara alla Mercedes: Kimi brucia le gomme dietro Bottas, Lewis si fa sotto nuovamente e, quando sferra l’attacco, Kimi non può resistere in nessun modo.
La gara ‘parallela’ di Sebastian Vettel ci ha comunque dato un’impressione positiva. Errore a parte, Vettel è stato velocissimo, soprattutto se si considera che il bangeboard destro della sua vettura è volato via nel contatto con Hamilton. Il circuito di Monza ha curve più veloci a destra e l’assenza del bangeboard ha portato il tedesco a non poter tirare fuori il 100% dalla sua SF71-H.
Vettel è stato furioso, aggressivo e ha recuperato 14 posizioni con grandi sorpassi. Ha messo in pista tutta la sua voglia di arrivare fra i primi e di perdere meno margine possibile da Hamilton. Seb sa che la Ferrari è la macchina migliore del lotto e che può vincere il mondiale. Anche se adesso sembra irraggiungibile.
Purtroppo Sebastian sembra non riuscire a soddisfare le aspettative del popolo Rosso, che vuole rivedere il titolo a Maranello.
Seb sembra avere poca tenuta nervosa, i paragoni con Schumacher e la condivisione del box con l’ultimo pilota che ha vinto un mondiale con la Ferrari sembrano non giovargli molto. Ma Vettel è veloce, maledettamente veloce. E se riesce ad essere davanti, tutti sanno che è irraggiungibile.
In questi giorni di demoralizzazione dovremmo ricordarci che il sopracitato 2007 ci ha lasciato tante lezioni, ma una va presa e deve diventare il mantra dalla Ferrari: “Non è finita finchè non è finita”.
Il mondiale è ancora lungo e tutto può succedere.
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