Il Gran Premio di Germania non è finito con la bandiera a scacchi al vento ma è finito in serata, dopo il lungo colloquio di Hamilton con gli stewards.
Dopo la vittoria, il podio e le interviste, Hamilton è stato convocato dalla direzione di gara per aver violato le disposizioni contenute nell’Appendice L, Capitolo 4, Articolo 4d del regolamento sportivo.
Le appendici generalmente valgono per tutti gli sport regolamentati dalla FIA (salvo casi espressamente specificati) e riguardano argomenti di ordine generale come, ad esempio, l’entrata e l’uscita dalla pit lane.
Il regolamento
Credo fermamente che prima di passare ai fatti accaduti sul tracciato di Hockenheim, sia necessario andare a capire bene cosa dice questa ormai famosa appendice L all’articolo 4 del capitolo 4.
L’articolo 4 parla di “Ingresso in pit lane” e spiega cose abbastanza banali fino alla lettera C.
Infatti la lettera A recita: “La sezione di pista che conduce alla pit lane è definita ‘pit entry’ “; la lettera B dice: “Durante la competizione l’accesso alla pit lane è consentito solo tramite la pit entry”; la lettera C: “Qualsiasi pilota che voglia entrare in pit lane deve assicurarsi che sia sicuro farlo”.
Le cose interessanti (per quanto accaduto durante il GP di Germania) arrivano alla lettera D, che recita: “Salvo casi di forza maggiore (accettati come tali dagli Stewards), l’attraversamento, in qualsiasi direzione, della linea che separa la pit entry e la pista è vietato”.
I fatti
Ora, possiamo passare ai fatti. Siamo al giro 51 del Gran Premio di Germania 2018, la pioggia cade solo su alcuni tratti del circuito e la battaglia per la vittoria è apertissima: quattro piloti possono vincere la gara e un minimo errore può costare caro. Tra i piloti del quartetto, il più veloce è Hamilton, forte anche degli pneumatici UltraSoft con cui è equipaggiata la sua Mercedes. Il pneumatico a banda viola garantisce ad Hamilton miglior trazione nelle parti in cui il tracciato è ancora caldo, ma dove l’asfalto è più freddo Vettel può allungare. E così accade: Vettel recupera quasi un secondo nel T3, mentre Hamilton recupera negli altri due settori. Tra i due c’è una distanza che in condizioni normali sarebbe considerata siderale: 14 secondi.
Ma le condizioni non sono normali, piove, c’è confusione, piloti che pittano all’improvviso e doppiaggi estremamente difficili a causa dell’asfalto bagnato.
Ma Vettel vuole vincere. Aveva promesso che avrebbe fatto tutto quanto in suo potere per vincere. E ci prova.
Ma l’imprevisto è sempre dietro l’angolo o, come in questo caso, l’imprevisto è sempre fuori traiettoria. Entrata della Sachscurve, Vettel stacca ma mette una gomma fuori traiettoria, dove l’asfalto è molto scivoloso. Prova a impostare ma ormai il danno è fatto. La sua SF71-H va dritta contro le barriere. Gara terminata.
Per definire l’accaduto, il perfetto termine lo danno proprio i tedeschi: kaputt. I significati in italiano sono tanti: rotto, rovinato, annientato, finito. Non avremmo saputo dirlo meglio.
Dietro di lui passano Bottas, Raikkonen ed Hamilton.
Subito dopo il passaggio davanti alla vettura di Vettel, l’ingegnere di Hamilton chi dice di rientrare ai box. Hamilton risponde: “Kimi rimane fuori!” a quel punto l’ingegnere, come colto di sorpresa dice a Hamilton: “Stai fuori! Scusa amico. Ora vai, vai!”.
A Lewis viene subito il dubbio e dice via radio: “Ero in pit entry. Siamo nei guai?”. La risposta è lapidaria: “Negativo. Stai fuori”.
Go in? Stay out?! Confusion all round at Mercedes – but it’s only a reprimand for @LewisHamilton so he keeps his win! ? #GermanGP ?? #F1 pic.twitter.com/dNMYh0M0d0
— Formula 1 (@F1) 22 luglio 2018
Linea, birillo e buonsenso
Tuttavia, all’entrata della pit lane è presente un segno distintivo che traccia una linea ‘di non ritorno’: il birillo posto alla fine della zebratura.
Una volta superato quel birillo, non è più possibile entrare in pit lane oppure la penalità è di 10 secondi.
Certo, potremmo dire che Hamilton non è entrato ma è uscito però la sopracitata appendice parla chiaro: ‘l’attraversamento in qualsiasi direzione’. E tutta questa discussione senza parlare della sicurezza. Perchè quando fai una manovra di quelle, può succedere di tutto, soprattutto perchè i piloti non vedono ai loro lati, quindi Hamilton non poteva assolutamente sapere se un altro pilota sopraggiungeva.
Hamilton porta a termine la gara e vince. alle 18:01 viene diffusa una nota dagli stewards che convocava Hamilton e i rappresentanti della Mercedes in direzione gara per discutere l’accaduto.
La decisione
Passa tanto tempo per la decisione finale. Alle 19:31, gli stewards comunicano al mondo la loro decisione: solo una reprimenda per Hamilton.
Anche se la decisione può essere mandata giù a fatica dei tifosi della Ferrari e di Vettel, quello che assolutamente non può andare giù agli appassionati di Formula 1 sono le motivazioni della mancata penalità.
La decisione numero 32 degli stewards del Gran Premio di Germania recita: “Gli stewards hanno visionato le prove audio e video. Anche il pilota dell’auto 44 (Lewis Hamilton) e il rappresentate del team sono stati ascoltati. È chiaro che è stata infranta la regola sopracitata (il pilota chiaramente attraversa la linea che separa il tracciato dalla pit entry).”
Il comunicato continua: “Nella decisione della penalità per l’infrazione, sono stati considerati alcuni fattori attenuanti:
-Il pilota ed il team hanno candidamente ammesso di aver sbagliato;
-L’infrazione è avvenuta in regime di safety car;
-In nessun momento nessun altro pilota è stato messo in pericolo dalla manovra, che è stata eseguita in modo sicuro.
Considerando tutti gli elementi sopra elencati e le precedenti violazioni alla regola, siamo dell’opinione che una reprimenda sia la sanzione più appropriata per l’infrazione commessa dal pilota.”
L’unico vincolo che può portare ad una penalità nel caso in cui venga violato l’articolo 4 del quarto capitolo dell’appendice L, è la forza maggiore. Se per forza maggiore si intende ‘solo’ lottare per il titolo, possiamo accettarlo. Ma sappiamo che per ‘forza maggiore’ si intende ben altro, quindi Hamilton andava sanzionato con cinque o dieci secondi di penalità.
E Charlie Whiting?
A dare man forte agli stewards ci ha pensato anche Charlie Whiting dopo la pubblicazione della decisione numero 32: “Non penso che ci sia un precedente specifico. Un paio di anni fa Kimi fu penalizzato di cinque secondi a Baku, ma quella era una situazione particolare.”
Il britannico ha poi proseguito: “Ci vuole un po’ di tempo per assicurarti che ci sia una buona ragione per convocare una squadra”.
Tuttavia, la condotta di Charlie non è stata del tutto impeccabile nella giornata di ieri. Le appendici stesse dicono che il direttore di gara non dovrebbe esporre la propria visione dei fatti prima che vengano prese le decisioni. Subito dopo la gara, Charlie ha dichiarato: “Lewis stava entrando ma poi ha cambiato idea. Il regolamento dice che dovrebbe stare a destra della linea. Un’altra parte del regolamento dice Hamilton non può attraversare la linea che separa la pista dalla pit lane. Ma Hamilton non era in pit lane. Non c’è violazione, quindi non c’è sanzione. Però è a discrezione degli stewards”
Le event notes
E proprio a Whiting va data la ‘colpa’ di questa ‘non penalità’: il direttore di gara, infatti, prima di ogni GP pubblica delle note chiamate ‘event notes’.
A Baku, precedente che tutti stanno utilizzando come riferimento, Whiting pubblicò una nota poco prima delle FP3 perchè alcuni dei piloti si erano lamentati che durante le FP1 e le FP2, alcuni colleghi invadevano la pit entry per avere una migliore traiettoria o per sfruttare la scia. La nota spiegò in modo chiaro come dovevano comportarsi i piloti: “Durante l’ingresso ai box i piloti devono tenersi alla sinistra della linea bianca in ingresso della pitlane. Inoltre, qualsiasi auto con quattro ruote alla sinistra della riga bianca deve fare ingresso in pitlane”.
Questa nota è la vera discriminante tra un caso e l’altro.
Dopo questa lunga spiegazione possiamo quindi dire che le appendici, che sono del codice sportivo internazionale e quindi vanno seguite da tutte le discipline, possono essere integrate di volta in volta con delle note che possono portare o meno ad una decisione in grado di stravolgere la classifica finale di un GP.
Se dopo il GP di Silverstone ci eravamo schierati a favore degli steward definendo ‘correttissima’ la penalità a Raikkonen, questa volta non possiamo che schierarci contro l’operato degli stewards stessi. La penalità andava data per una serie di motivi, e poco importa se pilota e team hanno ammesso le proprie responsabilità.
Purtroppo, questi eventi portano sempre più spesso a pensare che Orwell aveva pienamente ragione quando ne ‘La fattoria degli animali’ scriveva che “tutti gli animali sono uguali ma alcuni sono più uguali degli altri”.
Credit Image: Google Immagini.
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