La W10 ha smentito tutti. Nei nostri proclami da analisti, forse non abbiamo tenuto conto di quanto le frecce d’argento si stessero preparando bene all’inizio della stagione. Il non spingere al massimo durante i test era solo necessità di capitalizzare al massimo ogni istante di test, evitando di rimanere impantanati in problemi di affidabilità delle power unti portate in pista.
Già, perchè mentre Bottas e Hamilton trollavano tutti in Spagna con dei giri lenti, tanto da far sembrare in affanno la Mercedes, a Brixworth c’erano quattro power unit che macinavano chilometri ‘a tavoletta’ sul banco.
Mercedes lo ha fatto ancora. Mercedes ha dimostrato ancora una volta di essere più forte dei cambi regolamentari e dei diretti rivali di cui si è tanto parlato.
Bottas: da scudiero a eroe
Il più grande merito va dato al finlandese. Bottas ci ha mostrato il vero potenziale della monoposto in gara. Se Hamilton ha tirato fuori una prestazione monstre in qualifica, Bottas è stato un martello in gara. Nonostante l’attimo di ‘panico’ dovuto al pit stop anticipato di Hamilton, Bottas ha tenuto la testa bassa ed ha continuato a spingere come un matto, tenendo sempre in mano sia il ritmo della gara, sia il giro veloce.
Giro veloce che, ricordiamo, da questa stagione vale un punto iridato, quindi Bottas ha iniziato come meglio non si poteva, con ben 26 punti.
E poco importa se qualche moralista si sarà risentito per il suo team radio al termine della gara. Uno come Bottas che (per citare qualcuno) ‘ha fatto legna tutto l’inverno’ e, anzi, ha iniziato a fare legna dalla passata stagione, meritava questa vittoria.
E se lo abbiamo deriso per il famoso “Valtteri, it’s James”, dovremmo ricordarci due cose:
-quando ai tempi della Williams eravamo convinti del suo futuro roseo
-quando i team radio dicevano “Rubens, it’s Jean”.
Hamilton: essere campioni vuol dire anche questo
Uno dei più delusi della giornata di ieri è stato forse Lewis Hamilton.
L’anglocaraibico della Mercedes partiva dalla pole position e, dopo il distacco inflitto a Vettel nelle qualifiche del sabato, tutti pensavano avviasse un monologo che iniziasse con lo spegnimento dei semafori e terminasse con la bandiera a scacchi.
Invece così non è stato. Dopo aver perso la posizione alla partenza nei confronti di Bottas, Hamilton ha cercato di riprendere il suo compagno di squadra ma ha avuto un notevole calo delle prestazioni tra il quarto ed il quinto giro. A compromettere le performance della sua W10 sembra sia stato il danneggiamento del fondo, avvenuto in occasione di qualche violenta scordolata. Già perchè, a mancare è stata un’appendice fissata sulla parte finale del fondo, non ci sono state rotture o cedimenti.
Hamilton è stato però considerato comunque il pilota da favorire, venendo richiamato per primo ai box. Tuttavia, il calo di prestazioni della sua monoposto non gli ha permesso di strafare come avrebbe voluto. Tuttavia si è ben coperto dalla risalita di Verstappen, tirando il massimo dalla sua Mercedes appena ne ha avuto l’occasione.
Hamilton ha fatto quello che doveva fare: proteggersi, capitalizzare al massimo la sua gara, ed evitare guai. Perchè essere campioni vuol dire anche questo.
L’unico team che può andare via da Melbourne davvero felice è la Mercedes, che ha ripreso da dove aveva terminato e adesso ha la certezza del fatto che anche Bottas sa dominare come Hamilton.
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