Il cuore suggerirebbe di saltare a piè pari il paragrafo sul vincitore, esclusivamente per mancanza di aggettivi atti a descrivere in maniera pressoché degna le gesta di un vero e proprio marziano. La ragione, rammentando la responsabilità giornalistica, costringe ad evidenziare come Marc Marquez, a Motegi, ne abbia vinta un’altra, issandosi prepotentemente davanti, allungando e rallentando a suo piacimento, per infine concludere la gara in una serenissima penna verso il cielo, regalando ad Honda il 25° titolo Costruttori della storia. Una sintesi cruda, diretta, ma che lascia ben intendere quanto poco sia rimasto da dire, quanto poco sia stato lasciato agli avversari, con quanta facilità si trasformi in un razzo missile, con circuiti di mille valvole, e tra le stelle sprinti e vada.
Che rispondono – gli avversari – in primis, nuovamente, al nome di Fabio Quartararo. Il francese ha tentato di rompere le uova nel paniere al Cabroncito, azzardando un sorpasso nel corso del primo giro; il piano diabolico, però, è durato meno di qualche curva, grazie all’istinto rapace del 7 volte Campione del Mondo. Così il #20 si è trovato, (in)consapevolmente, ad aprire e chiudere la forbice di distacco da Marc, arrivando a lasciar presagire un romantico recupero nel finale. Il degrado degli pneumatici, unito al cambio ritmo del #93, hanno spazzato via Quartararo dall’orbita Marquez e risucchiato da quella Dovizioso.
Gran rimonta quella dello #04, ora a quota 100 podi in carriera, “intruppato” ad inizio gara dietro Morbidelli, poi bravo nel finale prima a vincere le offensive di Vinales, poi a sprigionare tutta la potenza nel finale per chiudere a ridosso del Best Rookie Of The Year. Un pizzico di amaro in bocca lo avrà sicuramente Maverick Vinales: il perenne “conflitto interiore” che lo blocca nei primi giri, a discapito di un invidiabilissimo passo gara, lo ha fatto rinunciare nuovamente alla vittoria, e stavolta anche al podio. 5° chiude Crutchlow, di una manciata di millesimi davanti ad uno dei protagonisti della gara, Franco Morbidelli, coriaceo e “cazzuto” nei primi passaggi, poi spento nel finale.
Completano l’ordine di arrivo Alex Rins, 7°, davanti a Joan Mir, 8°, Danilo Petrucci, 9° e Jack Miller, 10°. Grande rammarico per l’australiano, che per metà gara aveva dato dimostrazione di poter difendere senza troppe difficoltà la terza piazza sul podio. Miglior KTM Pol Espargaro, 11°, davanti a Miguel Oliveira e Pecco Bagnaia. Jorge Lorenzo chiude 17°, mentre Valentino Rossi archivia il Giappone nel sabbione. Una anomala chiusura di anteriore in curva 1 lo estromette dalla lotta per un tutt’altro che degno 8° posto, allontanando sempre più la luce in fondo al tunnel.
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