Dov’eravamo rimasti? Ah sì, alla vittoria d’esperienza, talento e astuzia di Marc Marquez; alla gara fenomenale di Fabio Quartararo; al podio di Maverick Vinales e al 4° posto di Valentino Rossi; al crollo di prestazioni delle Ducati; alla caduta, ennesima, di Alex Rins; alla contestatissima vittoria di Augusto Fernandez su Fabio Di Giannantonio; alla romantica e nostalgica vittoria di Tatsuki Suzuki e al caos penalità e track limits. Questi i punti chiave che dovranno essere sviscerati, e dai quali dovremo ripartire per il prossimo Gran Premio, quello di Aragon. Delineiamo il quadro della situazione.
MotoGP
Il circus del motomondiale si appresta ad affrontare il weekend aragonese con un interrogativo principe: riuscirà Marc Marquez ad archiviare in fretta e furia la pratica Mondiale, o dovrà attendere ancora qualche round per mettere in bacheca l’ottavo iride? Lo storico degli appuntamenti al Motorland Aragon gli sorride a 32 denti: il Cabroncito viene infatti da 3 vittorie consecutive, unite ad un’altra in classe regina nel 2013 e una in Moto2 nel 2011. Ed è ormai noto come le caratteristiche del circuito gli calzino a pennello, come pochi altri circuiti (Sachsenring, Austin, Phillip Island). Per chiudere i conti in anticipo, dovrà necessariamente armarsi di quella intelligenza tattica che tanto gli è stata cara nel duello di domenica a Misano, per scongiurare errori grossolani come quelli del 2013 e del 2014.
Chiudere i giochi, però, non sarà tanto facile. Perché contro un fenomeno come Fabio Quartararo, le gatte da pelare sono sempre di più. A Misano il francese ha dimostrato di poter tirare alla morte almeno per tutta la gara meno che un giro, salvo poi incassare a malincuore una lezione di astuzia, talento ed intelligenza. Nonostante non siano mai arrivati risultati di rilievo, è più che certo che Quartararo darà l’anima per stare davanti a tutti, martellando a tambur battente sin dal venerdì mattina.
Più spinoso il capitolo Yamaha ufficiale. Se Quartararo si trova a suo agio su ogni pista e in ogni condizione atmosferica, Maverick Vinales e Valentino Rossi devono subire in lungo ed in largo la “layoutopaticità” della M1. In particolare, sul circuito spagnolo, Vinales ha colto un solo successo nel 2014 in Moto2, mentre Valentino è fermo a quota 0, forte però dei podi del 2013, 2015 e 2016. Se i passi in avanti della moto giapponese visti a Misano verranno confermati, la lotta per il podio e per la vittoria potrà essere nuovamente rinverdita dalla presenza dei due centauri, più uno – adattabilità di Franco Morbidelli permettendo – del colosso nipponico.
Una lotta alla quale vorrebbero graditamente partecipare le Ducati. La debacle prestazionale vista lo scorso weekend ha ridimensionato in un colpo solo la stagione delle rosse, di per sé già sotto le aspettative. Passare da una vittoria ad un 6° posto nel giro di un anno è un segnale forte, che non dev’essere sottovalutato né dai piloti, né dalla dirigenza. L’anno scorso Jorge Lorenzo e Andrea Dovizioso monopolizzarono la prima fila davanti a Marquez, salvo poi arrendersi per una caduta in curva 1 – il maiorchino – e per 6 decimi al traguardo – Dovizioso. Servirà un reset, soprattutto per Danilo Petrucci, davvero troppo in ombra a Misano.
Che dire poi dei soliti outsider di lusso. Alex Rins, sfortunato nella caduta a Misano, dovrà riuscire nell’impresa di colmare la potenza di motore nei tratti guidati, sfruttando la sua guida sinuosa e fluida. Anche Jack Miller potrebbe giocare a fare la mina vagante, sfruttando le stra-note doti velocistiche della GP19 in rettilineo. Occhio a non sottovalutare Aleix Espargaro e l’Aprilia, reduci da due sorprendenti e inspiegabili 6° posti ad Aragon nel 2017 e nel 2018.
Moto2 & Moto3
La situazione nelle classi cadette si ribalta di gara in gara. La vittoria in Moto2 di Augusto Fernandez, oltre che avvicinare lo spagnolo ad Alex Marquez in testa al Mondiale, ha lasciato strascichi pesanti. La decisione di non penalizzare l’uscita dello spagnolo sul verde nel tentativo di sorpasso su Fabio Di Giannantonio ha suscitato parecchi dubbi, portando avanti la tesi di una pericolosa disparità di giudizio. Polemiche a parte, sta di fatto che la lotta per il Mondiale è quanto più che mai aperta, grazie anche ad una leggera flessione prestazionale di Marquez. In lotta, infatti, rimangono ancora Luthi, Navarro e, per il rotto della cuffia, Binder e Baldassarri. Al netto delle statistiche dello scorso anno, Binder dovrebbe avere i favori del pronostico, seguito da Baldassarri e Marquez.
In Moto3, invece, il ritiro di Aron Canet ha permesso a Dalla Porta di guadagnare altri punti importanti, mentre ad Arbolino di rosicchiarne tanti per superarlo in classifica. Feroce, anche qui, la polemica per track limits e penalità, stavolta pro-Dalla Porta, penalizzato di 3 posizioni per aver ecceduto più volte i limiti della pista. Nel 2018 il duo Martin–Bezzecchi infiammò la lotta per la vittoria, lasciando le briciole a Bastianini. Degli ancora presenti in Moto3, il migliore fu Marcos Ramirez 5°, seguito da Suzuki 6° e Arenas 7°.
On board lap
Un giro di pista con Alex Marquez.
Il circuito
Lungo 5344 metri, il circuito è stato progettato dal noto architetto tedesco Hermann Tilke in collaborazione con l’agenzia britannica Foster&Partners, mentre il consulente tecnico e sportivo del progetto è l’ex pilota di Formula 1 Pedro de la Rosa.
Il complesso è stato progettato per comprendere tre aree principali: il parco tecnologico, l’area sportiva e un’area culturale e per il tempo libero. Il parco tecnologico ospiterà istituti di ricerca incentrati sull’industria automobilistica; l’area sportiva include il circuito di velocità (in più tracciati), un circuito di karting e diversi circuiti sterrati, mentre l’area tempo libero ospiterà un albergo e centri commerciali.
Il tracciato è piuttosto tecnico, ma poco impegnativo per i freni: la staccata più dura è quella della curva 16, dove le MotoGP arrivano a 330 km/h e frenano fino a 166 km/h, con una decelerazione di quasi 1,6 G. Molto impegnativa anche la parte mista, caratterizzata da una sequenza serrata di staccate minori.
La parola a Michelin
“È una cosa molto speciale avere il Gran Premio Michelin in Europa, è più vicino a Clermont-Ferrand di quanto non fosse l’Australia, quindi ci saranno molte persone dell’azienda che saranno lì per capire di più sulla MotoGP. Aragon è un circuito molto impegnativo, il suo layout richiede molta attenzione e la superficie può essere fresca la mattina e molto calda nel pomeriggio e può anche essere abbastanza abrasiva se dovesse esserci il vento, che porterebbe in pisa la polvere delle aree circostanti. Siamo a caccia di record e siamo determinati a farlo visto che è il “nostro Gran Premio“.
Orari TV
Il Gran Premio sarà disponibile in diretta ed in esclusiva sulla piattaforma satellitare e digitale Sky, ai canali Sky Sport MotoGP HD e Sky Sport Uno HD; in chiaro, in diretta, sul canale TV8. Occhio all’orario della gara di MotoGP: lo start verrà dato alle ore 13, per evitare sovrapposizioni con la gara di F1 a Singapore.
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