Netto dominio della Rebellion Racing alla 6 ore di Austin. La squadra elvetica ha ottenuto il secondo successo stagionale con Norman Nato, Bruno Senna e Gustavo Menezes sulla #1, i quali sono riusciti a replicare il trionfo di Shanghai ottenuto a novembre. Il podio della LMP1 è stato completato dalle due Toyota, con la #8 di Buemi-Nakajima-Hartley che ha preceduto la #7 di Kobayashi-Conway-Lopez. Le vetture giapponesi non sono mai state della partita a causa di un EoT fin troppo penalizzante, prendendo il comando delle operazioni soltanto nelle fasi di pit stop. A mancare è stata la sfida in pista, visto che la Rebellion ha avuto sempre un passo chiaramente superiore alla concorrenza e con questa vittoria può sperare di riaprire il discorso campionato.
La vettura #7 aveva vinto in Bahrain ed infatti è risultata la più penalizzata dai regolamenti, chiudendo doppiata anche dalla Toyota gemella. Grande soddisfazione ovviamente per il team Rebellion, che ora andrà a caccia del mondiale prima del ritiro che è stato annunciato dopo la 24 ore di Le Mans del prossimo giugno. In classe LMP2 si è assistito ad un monologo dell’Oreca 07 Gibson #22 di Albuquerque-Di Resta-Hanson che non hanno mai avuto rivali nonostante un piccolo brivido prima della partenza. La vettura ha infatti faticato ad avviarsi sulla griglia, riuscendo poi a prendere il via. Il podio è stato completato dalle vetture del Jackie Chan DC Racing, mentre gara sfortunatissima per la #36 del Signatech Alpine. L’equipaggio francese ha accusato infatti un brutto problema ai freni con Pierre Ragues bravissimo a controllare la vettura in fondo al lungo rettilineo. L’Alpine è così uscita dalla lotta per il successo, chiudendo al settimo posto di categoria dopo una buona rimonta. Chiude come al solito in fondo al gruppo la Dallara #47 del Cetilar Racing con Sernagiotto-Lacorte-Belicchi che continuano a pagare la clamorosa inferiorità del prototipo italiano.
Tra le GTE PRO ennesimo successo per l’Aston Martin Racing grazie alla #95 di Marco Sorensen e Nicki Thiim, che grazie alla vittoria odierna prendono il largo in campionato. Seconda posizione per la Porsche #92 di Christensen-Estre, mentre la Ferrari #51 di Calado-Pier Guidi ha completato il podio. Sin dalla partenza l’Aston ha controllato la situazione, ma per il podio la lotta tra Porsche e Ferrari è stata splendida. Nonostante una 488 in difficoltà è stata splendida la prova di Alessandro Pier Guidi, autore di grandi manovre difensive nei confronti della 911 RSR di Richard Lietz. Questo equipaggio, il #91 dove c’è anche Gimmi Bruni, ha pagato caro un problema al cambio nelle ultime due ore, guasto che li ha costretti a chiudere al settimo posto alle spalle anche della Corvette #63 di Magnussen-Rockenfeller. Quinta la rossa #71 di Rigon-Molina, sempre nettamente inferiore alla gemella. Da segnalare il grande duello tra Calado e Lynn sull’altra Aston per il podio, conquistato con i denti dal britannico di Maranello che ha salvato il bilancio ferrarista.
L’Aston Martin ha fatto il pieno conquistando una doppietta in classe GTE AM. La #90 del TF Sport di Salih Yoluc, Charlie Eastwood e Jonathan Adam ha battuto in volata la #98 di Ross Gunn, Paul Dalla Lana e Darren Turner. Podio completato dalla Porsche #56 del Team Project 1 con Cairoli-Perfetti-Heinemeier Hansson. Il prossimo appuntamento è fissato per il prossimo mese sul tracciato di Sebring.
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