Cool down lap | Abu Dhabi 2024

McLaren corona con un titolo il suo 2024

È andata come doveva andare, probabilmente è questo il modo più giusto per fotografare questa stagione. La McLaren, grazie a una prestazione impeccabile da parte di Lando Norris, ha fatto suo il campionato costruttori, battendo una Ferrari mai doma fino all’ultima curva. Come è stato detto da più parti, la sconfitta della rossa non è stata certamente figlia di quest’ultima gara, perché la gestione della corsa di Abu Dhabi è stata senza macchia. E forse non sarebbe nemmeno giusto, in questa sede, cercare di individuare il momento, la fase, l’arco temporale in cui non tutto è andato come doveva.

Due squadre che si sono rispettate dall’inizio alla fine, ritrovatesi in una lotta che a inizio anno – comunque sarebbe andata – sarebbe stato un successo. Il declino della Red Bull, la crescita della McLaren e la costanza della Ferrari, tre caratteristiche che hanno plasmato l’andamento della stagione. Da Miami in poi, la squadra di Andrea Stella e Zak Brown ha messo la quinta, anzi l’ottava, in fatto a velocità del mezzo: non ci sono discussioni circa il fatto che i paiaia abbiano prodotto la vettura più veloce; il fatto che non fossero ancora a loro agio in quella posizione ha contribuito a rendere il percorso più accidentato di quello che sarebbe potuto essere, e che però alla fine è stato.

Per quanto riguarda la Ferrari, la stagione degli uomini di Vasseur non può che definirsi positiva: una crescita a tutto tondo, evidenziata da una gesione delle situazioni da vero top team. I rossi non hanno mai davvero perso la trebisonda, anche di fronte a periodi di magra, reagendo con forza e soprattutto con competenza, correggendo i difetti e disputando un finale di stagione di grande rilievo. Il bersaglio grosso sarebbe stato il coronamento “assoluto”, ma forse, evidentemente, non era ancora il momento giusto, per vincere e alzare una coppa che manca da sedici annate. E poi in F1, si sa, per vincere è necessaria ogni componente, e forse nessuno le ha messe insieme davvero tutte insieme.

Tutto questo non può che essere frutto di una stagione senza precedenti, soprattutto a livello statistico: sette vincitori diversi, ognuno con due o più vittorie, quattro squadre ad aver trionfato, tutte con almeno una doppietta a referto. Insomma, quando vi è una situazione così equilibrata con delle differenze minime, è difficile – se non impossibile – essere a posto sotto tutti i punti di vista. C’è chi è più efficiente da una parte, chi più dall’altra, chi sbaglia di più e chi sbaglia di meno. Ecco. Probabilmente, quest’anno, chi ha vinto non ha sbagliato di meno, ma la bilancia ha penduto maggiormente sotto il punto di vista della qualità della monoposto. Come ribadito, la MCL38 si è dimostrata la migliore tra tutte, e questo aspetto ha pagato più di ogni altro.

Si è così chiusa una stagione lunga, lunghissima, iniziata a febbraio e finita a dicembre, il giorno dell’Immacolata. Ci sarebbero mille altri temi da sviscerare, come gli addii e i nuovi inizi, ma di questo se ne parlerà in un’altra occasione. In realtà, poi, mancano ancora i test post-stagionali di martedì, e solamente lì il sipario potrà calarsi in via definitiva. Meno di cento giorni a una nuova alba, e un ritorno alle origini, Melbourne, Australia, a ospitare un cambio generazionale (e non solo) che non si vedeva da un po’ di anni. Ma per questo – e per altro – sarà il caso di aspettare un po’, anche se i motori non si spengono davvero mai. Grazie e a presto.

Immagine in evidenza: © @McLarenF1 X profile

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Autore

Davide Attanasio
Ragazzo di venti anni che prova a scrivere di macchine, che girando a velocità folli per tutto il mondo fanno battere il cuore e vibrare l'anima

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