Un risultato di tali dimensioni, non tanto per la doppietta in sé – già arrivata in Australia – ma per la superiorità dimostrata dal primo all’ultimo giro, non giungeva da più di qualche tempo. Eppure, non è bastato per guadagnarsi più di una piccola porzione delle prime pagine dei principali quotidiani sportivi nazionali, con il posticipo serale Roma-Inter a ricevere la palma di avvenimento della giornata. E però, almeno sui siti specializzati, il fatto non è passato inosservato (ci mancherebbe), ma sono le riflessioni scaturite dall’uno-due di Leclerc e Sainz che hanno fatto riflettere.
Si è d’accordo sul fatto che il mondo, e quindi anche gli esseri umani, sia un luogo umorale, dove le emozioni e i sentimenti fanno su e giù. Ed è anche giusto così, perché in fin dei conti siamo costituiti da emozioni. Tuttavia, almeno per gli addetti ai lavori, sarebbe utile che si ricordassero di quello che dicono. Che, puntualmente, viene smentito (da loro stessi) a stretto giro dopo un risultato diverso. Questa volta il tema focale dei ragionamenti è stato il campionato costruttori, che dopo la diciannovesima di ventiquattro tappe vede la McLaren comandare con 544 punti, quaranta in più della Red Bull (504) e quarantotto meglio della Ferrari, che grazie a un bottino di 55 punti ha guadagnato numeroso terreno su papaia e tori. E bene, secondo una buona fetta di giornalisti, il mondiale sarebbe alla portata.
Il sottoscritto, all’inizio della stagione, aveva categoricamente escluso che l’egemonia del team Red Bull potesse venire detronizzata da qualcuno, almeno relativamente a quest’anno. E, se nella classifica piloti Max Verstappen ha 57 punti di margine su Lando Norris (144 i punti ancora in palio), in quella dei costruttori la situazione ha assunto fisionomie che mi vedono costretto a ritrattare, se non a smentire del tutto, le parole di qualche mese fa. Quello che sorprende, però, è come (allo stesso modo del dopo Monte Carlo) si possa dire che la Ferrari, nonostante una McLaren definita insuperabile – e a detta di molti pronta a fare filotto con Norris dalla tappa di Singapore in poi – abbia possibilità concrete di puntare a un doppio sorpasso, vincendo così un titolo che manca dal lontano 2008.
E bene, come si dice, è vero che le vie del Signore sono infinite, ma appare chiaro come la narrazione degli eventi – più che seguire un filo che sia quantomeno coerente e basato su riflessioni ponderate e poco impulsive, insomma su riflessioni che raccontino i fatti per quelli che sono – sia speculare all’umoralità del campionato. E non ci sarebbe niente di sbagliato, ma per quanto umorale (e, per certi versi, irripetibile) possa essere stata questa annata, è l’andamento da Zandvoort in poi che dovrebbe far riflettere prima di sbilanciarsi in frasi sensazionalistiche: McLaren 178, Ferrari 151, Red Bull 96. Ovvero, nonostante la scorpacciata di punti messa a segno da Maranello, la squadra di Andrea Stella ha racimolato ventisette (27) punti in più del sodalizio italiano. Se estendessimo lo sguardo da Miami (prima vittoria di Norris) in poi, la McLaren avrebbe incamerato ben 111 punti in più della rossa (420 a 309).
Di conseguenza, appare piuttosto chiaro che i ragazzi di Vasseur possano ambire alla seconda posizione nel campionato, ma da qui a dire che la McLaren possa essere raggiunta… ce ne passa di acqua sotto i ponti. Insomma, è sempre un po’ la stessa solfa: ogni qualvolta si raggiunge un risultato di cui andare fieri e festeggiare, la pancia non è (non sembra) mai troppo piena per dire basta e cercare quella razionalità, quell’equilibrio che dovrebbe far parte di ognuno di noi quando si raccontano (o, quantomeno, si cercano di raccontare) le dinamiche e gli andamenti di una stagione a ogni modo storica e tra le più belle di sempre – con gerarchie che mutano e corse mai davvero scontate – che ci riserverà ancora cinque gare da assaporare, da godersi e da commentare.
In ultima analisi, quindi, è vero che “mai dire mai” è e deve restare tale, perché nulla è scontato e tutto – finché non si è compiuto – si deve realizzare. Ma le esternazioni, le analisi da montagne russe sarebbe meglio lasciarle stare. Appare più un sogno proibito che una realtà pronta a concretizzarsi davvero.
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