Charles Leclerc. I tifosi. La Ferrari. Monza. Dall’otto settembre 2019 al primo settembre 2024, di fatto dopo cinque anni, nulla pare essere cambiato. Tra le vittorie del nativo di Monte Carlo sul suolo italiano, anni di gioie (pochine) e delusioni (parecchie), ma un amore che non è mai tramontato che ripaga da quasi ogni amarezza. Un amore a prima vista, per il colore dell’amore. Il rosso. Rosso Ferrari. Per Charles la vittoria della passione, del tormento, al cardiopalma, come nel 2019, più del 2019.
Un successo dettato dalla sanissima follia di provare una strategia a una sosta, sfruttando l’ennesimo errore di valutazione del team McLaren, che con la vettura più veloce aveva in mano la gara dopo il tentativo andato a buon fine di undercut da parte di Norris sullo stesso Leclerc. Un uno-due divenuto due-tre. Una McLaren che non riesce, ancora una volta, a giocare da prima della classe. È vero, la Ferrari ha sfruttato il fatto che – anche rischiando – peggio di terzo e quarto non si poteva fare.
Ma la squadra papaia, anche sul suolo di Monza incapace al solo pensiero di impartire ordini chiari e netti ai suoi piloti, esponendosi a rischi del tipo “Piastri all’esterno di Norris alla Roggia nel primo giro”, non ha ancora imparato dai suoi tanti errori. Dopo Barcellona, si scriveva che avrebbero imparato. Lo faranno, ma la sensazione è che il campionato piloti (non il costruttori, dove la situazione è molto più promettente e destinata a un certo binario, e chi se lo aspettava dopo le prime sette-otto gare) sarà di difficile conquista con il suo pilota di punta mai effettivamente tale. E alla fine, si arriverà dopo l’ultima tappa a fare la conta dei punti persi. Chissà.
A ogni modo, il discorso principale verteva sulla Rossa di Maranello. E sul suo principe mai davvero re, che l’anno prossimo si vedrà condividere il box con un certo Lewis Hamilton. Non con Adrian Newey, approdato alla corte di Stroll sr., ma questa è un’altra faccenda di cui ci si affaccenderà con calma.
L’amore tra il numero sedici e la “sua” Ferrari, che come tutti gli amori ha attraversato momenti burrascosi, ma proprio perché tali sempre colmi di passione, la quale non ha mai smesso di ardere nel cuore di Leclerc. E poi l’amore tra Charles e i tifosi, che mai l’hanno abbandonato. E lo si è visto nella sua Monza 2024. Per i sostenitori del Cavallino, Leclerc è sempre stato il pilota designato a galoppare verso l’iride. Anche con Hamilton, questo non cambierà. Per troppe ragioni, decise dal tempo, dai trascorsi e dalle esperienze.
Dando uno sguardo all’imminente futuro, posto che se alla McLaren sta mancando il polso, alla Ferrari (e non da poco tempo) è andata persa la continuità tecnica. Un fatto a dir poco grottesco per una squadra del blasone di Maranello. Il team principal Vasseur ha provato a fare mercato, tante porte gli si sono chiuse, alcune sono rimaste aperte. E anche questo la dice lunga.
Fatto sta che con questa squadra, vista e considerata la situazione della Formula 1 attuale, fluida e mutevole come è raramente accaduto, la Ferrari dovrà tentare l’assalto al campionato entro la fine del 2025, ultimo anno prima del cambio regolamentare, dove si apriranno altri scenari. Questo è ciò che si attendono tutti. E non sarà facile, null’affatto, per una squadra che è sempre apparsa da vorrei ma non posso. Un mantra trito e ritrito entrato nella psiche di tutti, anche dopo successi prestigiosi, incluso questo di Monza.
Leclerc, lui, la barca non l’ha mai abbandonata. E quando avrebbe potuto farlo, con il contratto, rinnovato sempre in quel 2019, che sarebbe scaduto quest’anno, lui la parola non se l’è mai rimangiata. Per il suo Amore. Verso la squadra rossa. E soprattutto verso quei tifosi che non hanno mai smesso di spingerlo a tavoletta. La vittoria di Monza, dopo il successo nel suo Principato, un cerchio di cinque anni che si è chiuso, una storia – comunque finirà – destinata a rimanere nelle pagine più belle della Formula 1 e della sua squadra più iconica.
Ma soprattutto nei cuori. E quando qualcosa rimane nei cuori, rimane per sempre. A fare la differenza sono tante cose. E il classe 1997 le ha tutte, per essere ricordato nel firmamento delle stelle più luminose della meravigliosa epopea dello sport. Da Monza a Monza, verso nuove avventure. Sempre con lo stesso cuore, per lo stesso cuore, trasportato emotivamente con immenso giubilo dagli stessi cuori. E da nuovi che si aggiungeranno.
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