Cool down lap | Losail 2024

La FIA, Ben Sulayem, la direzione gara in Qatar

Sfortunatamente, ci tocca. Ancora una volta, ci tocca parlare del “contorno” di una gara, per la precisione del penultimo appuntamento del mondiale di F.1, in Qatar, sul circuito di Losail (o Lusail, come preferite). Immancabilmente, quando si scrive o si parla del contorno, si va a finire alla FIA – la Federazione Internazionale dell’Automobile -, al suo presidente e alla direzione di gara. I quali a Losail, chi più chi meno, hanno dato veramente il meglio di loro. A cominciare dal gruppo di lavoro di Rui Marques, nuovo direttore di gara dal Gran Premio di Las Vegas.

Il povero Rui, di chiare origini lusitane, si è trovato a dover gestire ben tre categorie: oltre alla Formula 1, infatti, dove era stato chiamato per la prima volta per sostituire il defenestrato (alla storia delle dimissioni, o di una scelta volontaria, ce lo si conceda, non ci crede veramente nessuno) Niels Wittich, Marques si è dovuto sobbarcare il fardello di F.2 e F.1 Academy perché l’ente di Place de la Concorde ha ben pensato di licenziare la direttrice di gara Janette Tan, tra l’altro appena nominata per sostituire lo stesso Marques. Chi ci capisce è veramente bravo.

Una serie di ribaltamenti continui, che di certo non possono che essere stati avallati (se non proprio decisi) dal presidente in persona; Mohammed Ben Sulayem, successore di Jean Todt dal dicembre del 2021, con il francese che era alla fine del suo (triplo) mandato. L’emiratino è apparso molto in forma negli ultimi mesi, ma c’è da dire che questa sua “lunaticità” mostrata negli ultimi tempi è un record anche per l’ex rallysta medio-orientale. C’è del fermento in Federazione, su tutti i fronti: lato tecnico, lato dirigenziale e lato sportivo. L’unica testa che è certa di non cambiare è Mr. President in persona.

Detto questo, sicuramente l’accollo di ben tre categorie da gestire non ha aiutato Rui Marques: ci si dovrebbe chiedere come sia stato possibile dare il via libera a una pazzia di questo genere. E, infatti, probabilmente non solo per questo – ma non potremo mai conoscere un’altra versione – l’esperto uomo della FIA si è contraddistinto in una delle direzioni più confusionarie, pasticciate e farfallesche degli ultimi tempi: non entreremo nel merito delle decisioni in particolare, perché più delle singole decisioni è stata la gestione dell’evento a essere deficitaria.

L’errore più grosso (tralasciando quell’obbrobrio di penalità data a Max Verstappen), e questo lo sa bene anche lui, è stato quello di non ricorrere allo strumento della Virtual Safety Car quando quello specchietto retrovisore, staccatosi dalla macchina di Albon, è rimasto in mezzo alla carreggiata per diversi giri, prima di venire distrutto in mille pezzi – divenuti lame di coltello – da Valtteri Bottas, spostatosi proprio in corrispondenza dell’oggetto per far passare il più veloce Charles Leclerc. Le seguenti forature occorse a Lewis Hamilton e Carlos Sainz non possono essere una casualità.

Certo, qualcuno potrebbe opinare che se fosse stato esposto il segnale di VSC la corsa sarebbe cambiata per molti, falsando l’esito del Gran Premio. Mi si permetta di dissentire, perché di “falsato”, nell’attivazione di un segnale di VSC per rimuovere un detrito posto in pieno rettilineo, non si riesce a trovare proprio niente. Certo, qualcuno avrebbe potuto approfittarne entrando ai box e guadagnando un sacco di tempo, ma non è questa “l’essenza” delle corse? L’imprevisto, l’evento sfortunato, piaccia o no, è sempre stato insito in questo sport: a volte va a favore, a volte va contro, ma bisogna prenderne atto, fa parte delle dinamiche delle corse in automobile.

E poi, se proprio non piacesse, una soluzione ci sarebbe anche: chiudere la pit lane, non permettendo la sosta ai box (se non per comprovati motivi di sicurezza o per scontare una penalità assegnata in precedenza) nel caso in cui l’esposizione della Virtual fosse una cosa di trenta secondi, massimo un minuto. Quindi per rimuovere detriti, birilli o pezzi vaganti che non rimossi potrebbero dare luogo a una situazione di rischio non indifferente. La sicurezza dovrebbe essere la prima cosa, e Rui Marques non si deve fare problemi a usufruire della sua cassetta degli attrezzi per riparare, medicare, intervenire, tamponare le varie situazioni che gli si presenteranno. Come sovente avviene, da un errore, si potrebbe intervenire cogliendo la sua opportunità.

Immagine in evidenza: © @fia X profile

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Autore

Davide Attanasio
Ragazzo di venti anni che prova a scrivere di macchine, che girando a velocità folli per tutto il mondo fanno battere il cuore e vibrare l'anima

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