A quarantott’ore dalla conclusione della tre giorni di test svoltisi sul circuito di Sakhir, Bahrain, è tempo di prime analisi. Analisi che, come è giusto e opportuno sottolineare, non saranno intrise di retorica né di ostinatezza nel voler dare una classifica, un ordine preciso, anche perché sarebbe alquanto pretestuoso. Bensì, sarà un’analisi volta a garantire una lettura che sia il più possibile completa circa quello che è stato per ciascuna squadra, evidenziando cosa è andato e cosa si crede debba essere rivisto.
Fatta questa doverosa premessa, non si può non dire che la McLaren abbia vissuto dei test negativi: la MCL39, attesa dal difficile compito di provare a confermare la vittoria del mondiale costruttori e, possibilmente, completare in bellezza con l’alloro piloti che manca da 17 anni, è partita con il piede giusto, con Lando Norris e Oscar Piastri riusciti a mettere insieme 381 giri. La pista, più fredda del solito, non è stata viatico di difficoltà particolari; positive le indicazioni emerse dalle simulazioni di passo gara, dove a impressionare è stata la costanza e la qualità dei tempi, il cui valore però va preso con le dovute pinze.
Capitolo Ferrari: il team di Maranello, ai nastri di partenza desideroso di lanciare la sfida a McLaren e compagni, ha totalizzato un giro in più del team papaia (382), alternandosi con i suoi titolari Charles Leclerc e Lewis Hamilton, la grande novità del 2025. Se il sette volte campione del mondo, malgrado un intoppo di natura tecnica che gli ha impedito di completare il long run del terzo giorno, ha espresso una certa soddisfazione, il pilota monegasco – in procinto di iniziare la settima annata con la Rossa – ha qualche grillo per la testa in più, soprattutto volgendo lo sguardo al bilanciamento della SF-25. È probabile che le inusuali condizioni non abbiano aiutato, posto che ‘inusuale’ lo si può dire di tutto e di niente, ma sarà importante mettersi all’opera per soddisfare le esigenze del numero 16.
Ultima squadra per giri completati (304), il team Red Bull è sì reduce da un titolo conquistato con Max Verstappen, il quarto consecutivo, ma non può che trovarsi in una condizione tecnica diversa da quella del 2024; se, all’epoca, nessuno aveva messo in dubbio il primato della RB20 (come confermato dalle prime gare dell’anno), alla vigilia di una nuova stagione è cambiato il mondo: via Adrian Newey, approdato in Aston Martin, via Sergio Perez, dentro Liam Lawson. Il prescelto di Horner e Marko, preferito a Yuki Tsunoda, è atteso da una sfida improba. La speranza è che gli verrà dato il giusto tempo per trovare il proprio ritmo, senza sprofondare nel tunnel in cui sono invece caduti Pierre Gasly, Alexander Albon e il già menzionato Perez. Difficile da leggere la tre giorni degli austriaci, anche se a colpire maggiormente è stata l’evoluzione del comportamento della macchina, passato da mansueto a nervoso. Uno dei motivi, forse, è che nell’ultimo giorno la squadra del direttore tecnico Pierre Waché ha introdotto delle novità previste per il primo Gran Premio dell’anno, in Australia, e anticipate per queste prove collettive. Insomma, si va al limite per cercare il limite. Da sottolineare, infine, un problema alla pressione dell’acqua che ha limitato il tempo in pista di Lawson nel corso della seconda giornata.
La quarta forza del 2024, Mercedes, si presenterà sul suolo australiano senza annoverare Hamilton nelle sue fila. Toto Wolff, ricevuto il due di picche dal pilota di Stevenage, ha deciso di sostituirlo con il giovane italiano Andrea Kimi Antonelli, che condividerà il box con l’ormai navigato George Russell. Per i tedeschi è stato un buon test: più giri di tutti (458), nessun problema di affidabilità e una base quantomeno interessante da cui sviluppare un percorso volto ad abbandonare l’anonimato delle ultime stagioni. Sia Antonelli, autore di test solidi e senza macchia, che Russell hanno disputato simulazioni di gara costanti, con tempi risultati più lenti di quelli McLaren e sul passo di quelli della Ferrari. Inutile, comunque, giocare a tirare i dadi senza cognizione di causa. Sapremo di più a Melbourne.
I test, assiomaticamente indecifrabili di per sé, sono stati per certi versi ancora più criptici in casa Aston Martin. Il team di Silverstone, alla quinta stagione con la suddetta denominazione, non ha completato molti giri (306) e si è concentrata sulla raccolta di più dati possibili, rivoltando come un calzino la AMR25 con l’obiettivo di evitare l’epilogo del 2024 dove, dopo una buona partenza, il caos aggiornamenti ha portato a una crisi dalla quale non si è stati in grado di uscire. I feedback di Lance Stroll e Fernando Alonso, a giudicare dalle dichiarazioni del CEO Andy Cowell, hanno manifestato un miglioramento dal punto di vista della guidabilità del mezzo, obiettivo dichiarato sin dalla presentazione della vettura e anche prima. Se questo condurrà a un ritorno allo status di quinta forza è tutto da vedere.
I 35 punti ottenuti dall’Alpine in Brasile hanno consentito loro di issarsi al sesto posto dello scorso campionato costruttori. Un risultato non veritiero (e quindi insperato) alla luce dell’andamento del campionato, specialmente se si considera l’inizio di quella stagione. Le qualità di Pierre Gasly, in grande spolvero nella seconda parte del 2024, dovranno amalgamarsi con la freschezza di Jack Doohan, che tuttavia correrà con il fantasma di Franco Colapinto, neo terzo pilota del team pronto a subentrare a stagione in corso in caso di insoddisfazione nei confronti dell’Aussie. 405 giri per i transalpini, protagonisti di un programma equilibrato. Difficile, impossibile, predire dove cadranno.
Allo stesso modo dei test 2024, tanta sostanza, tanti giri (457) e pochi fronzoli per un rinnovato team Haas, che sotto la guida di Ayao Komatsu ha intrapreso un percorso virtuoso dopo che il ciclo con Guenther Steiner aveva esaurito la sua spinta propulsiva. I semi piantati dall’ingegnere giapponese hanno già originato germogli che la squadra americana vorrà continuare a far crescere. Nei primi due giorni, long run come se non ci fosse un domani per la nuova line-up piloti, composta da Esteban Ocon e Oliver Bearman; poi, un accenno di simulazione qualifica, all’ultima giornata, con il francese; simulazione che avrebbe dovuto effettuare anche Bearman, che – però – a causa di un danno al cofano motore (sempre al terzo giorno) ha dovuto rinunciare all’ebbrezza del giro secco. Curiosità nel fatto che, nel corso di una ‘finestra’ di pioggia, Ocon abbia percorso qualche tornata con le Pirelli intermedie.
Nuova livrea e, soprattutto, nuova formazione anche per il team Racing Bulls, che ha affiancato al ‘lungodegente’ Yuki Tsunoda il rookie franco-algerino Isack Hadjar, secondo classificato nel FIA F2 2024 nonché sostituto del partente Liam Lawson. La VCARB 02 ha ultimato la tre giorni di prove con 454 giri, un buon long run di Tsunoda e, in generale, pochi intoppi in quella che si può definire come ordinaria amministrazione. La vettura della squadra italiana ha come di consueto preso ispirazione dalla Red Bull: la sospensione anteriore, le fiancate e il posteriore sono stati trapiantati da Milton Keynes a Faenza, sebbene l’ex Minardi abbia implementato una sede proprio nella città britannica volta ad aumentare quella che è già una sinergia consolidata.
Nuovo title sponsor, 395 giri, miglior tempo assoluto e fiducia che, rispetto al pre-2024, è sicuramente aumentata. Test positivo per il team Williams: malgrado sia l’ultima stagione del corrente ciclo regolamentare, James Vowles e soci hanno preso il 2025 come prova generale per un 2026 molto atteso da quelle parti. L’ambizioso progetto dell’ex capo delle strategie Mercedes, tornare alla vittoria in stile McLaren, ha aggiunto in Carlos Sainz un tassello non di poco conto. Lo spagnolo, proveniente da un quadriennio da ricordare con la Ferrari, ha iniziato bene. Comprensibilmente, come dichiarato dallo stesso figlio d’arte, ci sono ancora dei dettagli da mettere in ordine; con il contributo di Alexander Albon, colonna portante della squadra di Grove dal 2022, la FW47 si presenterà al via come una delle realtà più interessanti da tenere d’occhio.
Programma completato, malgrado qualche intoppo, anche per la Sauber C45 di Nico Hulkenberg e Gabriel Bortoleto. In procinto di divenire Audi, il team elvetico ha totalizzato 354 giri focalizzandosi sul raccoglimento di dati senza sprecarsi in svolazzanti esibizionismi. Dati, ovviamente, da analizzare nelle prossime due settimane per mettere a punto la miglior versione di una macchina che dovrà far cancellare il desolante decimo posto ottenuto nella passata stagione. C’è curiosità per Hulkenberg, al ritorno con la casa di Hinwil dopo un 2013 positivo a tal punto da essere invischiato nella lotta per un posto in Ferrari, ma vi è attesa anche per Bortoleto, in un colpo solo – come Leclerc, Russell e Piastri – vincitore dei campionati propedeutici F3 (2023) ed F2 (2024). Scelto da Mattia Binotto, dovrà dimostrare di essere all’altezza del lignaggio costruitosi negli anni precedenti.
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