Punto primo: è tornata la Formula Uno. Per davvero. E ne siamo tutti contenti, perché poi Verstappen può vincere anche 24 gare, ma chi il motorsport ce l’ha nel sangue il televisore non lo spegne fino all’ultima curva dell’ultima gara, anzi fino all’ultimo pilota transitato sull’ultima bandiera a scacchi del GP di Abu Dhabi. E magari poi si guarda anche i titoli di coda dell’ultimo post gara.
Punto secondo, è stato un venerdì atipico, innanzitutto perché non è venerdì ma giovedì, e poi perché tutti i primi assaggi di pista, quando inizia un nuovo capitolo, sono atipici. C’è sempre quel mantello che vorresti venisse scoperto ma che non si scopre fino a quelle benedette qualifiche. La storia è sempre la stessa, ma non riusciamo a cambiare. Ed è anche giusto così.
Cominciamo con il dire che, in quella che per essere in Bahrain è stata una giornata fredda, oltre che ventosa, Red Bull (alias Max Verstappen) sembra più umana del solito, ma è altresì probabile che oggi abbiano tirato il freno a mano molto più dei rispettivi concorrenti, e lo stesso discorso si può fare per la Ferrari. I cavalli Honda e Ferrari sono ancora in ghiaccio pronti per essere scatenati, mentre quelli Mercedes (nella casa madre e nei clienti Aston Martin e McLaren) si stanno già scongelando fuori dal freezer.
Più umana, tuttavia, non vuol dire sfavorita, anzi: il passo gara della scuderia austro-inglese si è confermato il migliore del lotto, ma la sensazione è che quest’anno non ci si potranno permettere errori, perché dietro sono delle linci, e sempre dietro sono tutti nel pacchetto di mischia. Tutti vuol dire Mercedes, oggi per certi versi sorprendente nella facilità con cui hanno trovato il tempo sul giro secco, vuol dire Ferrari, vuol dire anche McLaren, che sembra aver compiuto un deciso passo in avanti rispetto ai test, specie fronte long run, e vuol dire anche (non ce ne vorrà Lance Stroll, oggi tutt’altro che in forma) l’Aston Martin AMR24 di Fernando Alonso, anche se la sensazione è che la squadra di Silverstone sia già più al limite rispetto alle tre sopra citate. Ma è solo giovedì, e si sa che in una nottata le cose possono cambiare, purché resti la certezza che in F.1 di miracoli non se ne fanno.
Nel secondo troncone di griglia Racing Bulls, Williams, Stake F1 Team, Alpine e Haas (citate in ordine sparso) lotteranno, chi più chi meno, per l’ingresso nella seconda manche di qualifiche. Quello che trapela è che, in caso di débâcle di uno dei dieci piloti della top five, la sola squadra faentina, con un’identità sempre più britannica, possa essere in grado di approfittarne con convinzione, e ciò può avvenire sia domani che quando si assegneranno i punti.
Un paio di decimi possono dunque fare la differenza, ancor più rispetto all’anno scorso, e il Q1 di domani sarà, sportivamente parlando, un inferno, con la track evolution che galopperà, e nessuno potrà permettersi di rischiare, costante che vedremo sempre più presente nell’arco di tutto il campionato, e che abbiamo già potuto apprezzare nell’ultima annata (Verstappen a parte), sintomo di una convergenza prestazionale, obiettivo dichiarato di questo regolamento tecnico, sempre più vicina.
Iscriviti al nostro Canale Telegram per ricevere tutti i nostri articoli sul tuo smartphone
Lascia un commento! on "F1 | GP Bahrain, Mercedes: è vera gloria?"