Prima giornata: recap analisi. Seconda giornata: recap; analisi.
Questi tombini sono riusciti a far saltare il pranzo a tutti, o quasi. Ancora una volta curva 11 è stato il luogo incriminato, con la RB20 di Sergio Pérez, trenta minuti dopo il semaforo verde, ad aver sollevato il drain cover posto in quella zona del tracciato. E per fortuna che sono “solo” test. Per completezza d’informazione non sono stati rilevati danni sulla vettura del messicano.
In merito a questi tombini che cedono (premessa: non dovrebbero cedere comunque), Adrian Newey, alla testata tedesca Auto Motor und Sport, ha dichiarato: “Le macchine sono troppo grandi e pesanti. Ecco perché ciò continua ad accadere”.
A proposito di dichiarazioni, prima di passare alla cronaca\analisi della giornata, nella giornata di ieri l’amministratore delegato della McLaren, Zak Brown, durante la conferenza stampa di rito, e in presenza dello stesso Horner, ha pronunciato frasi molto determinate (nonché condivisibili) circa il caso che riguarda in prima persona il manager inglese, che non ha proferito parola in merito. Di seguito le parole dell’uomo papaya.
“Le accuse sono estremamente gravi, la McLaren e tutti gli uomini e le donne della stessa si attengono agli standard più elevati. Ovviamente la diversità, l’uguaglianza e l’inclusione sono estremamente importanti per noi, per i nostri partner e per tutti coloro che operano in Formula Uno. Sembra che la Red Bull Corporation abbia avviato un’indagine. E tutto ciò che speriamo e supponiamo è che venga gestita in modo molto trasparente, come hanno detto la FIA e la Formula Uno, e che debba essere gestita rapidamente, perché non credo che questi siano i titoli dei giornali che la Formula Uno vuole o di cui ha bisogno in questo momento. Credo che sia importante che sia gestita in modo trasparente e che non ci siano dubbi sul fatto che sia stata gestita in modo appropriato. E qualunque sia la conclusione, che sia gestita in modo appropriato e trasparente”.
Passando la parola alla pista, in quella che de facto è stata la sessione mattutina, abbiamo visto impegnati il sopra citato Checo, Hamilton, Sainz, Norris, Stroll, Ocon, Albon, Ricciardo, Bottas e Magnussen. Il thailandese con passaporto britannico sarà l’unico a fare tutta la giornata. Nel pomeriggio, oltre al ventitré, saranno dunque all’opera il campione del mondo in carica Verstappen, Russell, Leclerc, Piastri, Alonso, Gasly, Tsunoda, Zhou e Hülkenberg.
Sia la temperatura dell’aria che quella dell’asfalto sono paragonabili a quelle della giornata di giovedì, con l’intensità del vento più bassa. La MCL38 di Lando Norris, dopo aver completato venti giri, è stata costretta al box per un problema alla frizione. Oscar Piastri è stato poi in grado di sfruttare tutta la sessione per raccogliere dati utili alla causa della squadra di Andrea Stella.
Molte squadre si sono concentrate su dei mini long run, ma a differenza delle giornate precedenti, dove nel calderone il sottoscritto ha messo un po’ tutto, quella odierna sarà volta all’analisi delle race simulation vere e proprie (o affini), ossia quelle in cui si parte con pieno carico di benzina (con l’incognita carburante quindi sgomberata) e svolgi una distanza di gara completa (in Bahrain sono cinquantasette tornate) con delle soste ai box per delle simulazioni di pit stop effettive. Nella mattinata le simulazioni di gara sono state effettuate dalla Racing Bulls di Ricciardo e dalla Haas di Magnussen. L’australiano è partito con C3 nuova (la soft che vedremo nel Gran Premio tra una settimana), per poi passare a una C1 nel secondo stint (la hard nel weekend del 29\2 marzo) e finire sempre con C1 nel terzo, mentre il danese ha fatto C2 nuova (le medium di settimana prossima), C1 nuova e C3 usata (con sei giri di vita). Il Gran Premio del Bahrain è sempre stato tra i più probanti in ottica gestione gomme, ne consegue che le due soste in questo GP sono pressoché garantite e le simulazioni di questi giorni lo confermano. Altro dettaglio non di poco conto: una cosa è effettuare una simulazione di mattina (o primo pomeriggio), un’altra farlo nel tardo pomeriggio\sera, con pista più fresca e quindi più prestazionale. Esempio concreto: la simulazione di Pérez (sessione mattutina) confrontata con quella di Sainz (sessione pomeridiana) nella giornata di ieri. Non sono due run confrontabili.
Di seguito le simulazioni del tre di origini italiane e del venti nordico.
Più in là con la sessione (quella, de facto, pomeridiana) la maggior parte delle squadre ha proseguito il lavoro sui long run, come d’altronde era previsto e prevedibile, con Mercedes, Racing Bulls e (in maniera minore) Stake F1 Team a non disdegnare in ogni caso il giro secco. Verstappen e Alonso hanno svolto un lavoro per certi versi simile, in quanto il loro race pace non può essere definito una race simulation: tra i vari stint, infatti, il pilota della Red Bull e l’alfiere dell’Aston Martin hanno trascorso del tempo fermi ai box, inquinando la simulazione (ad esempio potrebbero aver rabboccato nelle varie soste). Fornendovi i dati per quelli che sono, Verstappen ha iniziato con C3 nuova, con tempi tra il 37 netto e il 37.7 (quest’ultimo tempo è stato il crono introduttivo dello stint), per poi proseguire con C1 (tra il 36.8 e il 37.5 – anche in questo caso il 37.5 tempo d’ingresso del run) e terminare con C2 (tempi tra il 36.6 e il 37.1). Dal canto suo, Nando ha fatto C3 (tempi tra il 37.5 e il 38 secco), C1 (crono tra il 36.9 e il 37.8, con il 36.9 ripetuto sia nel primo che nell’ultimo giro) e C1 (giri tra il 36.7 e il 37.3). Degrado limitato e tanta consistenza da parte di entrambi.
Chi ha invece effettuato una (seppur non completa a causa dei test Safety Car, red flag e starting procedures di fine sessione) race simulation degna di questo nome è stata sia la Ferrari di Charles Leclerc (sulla falsa riga del lavoro di Sainz nel day two) che la McLaren di Oscar Piastri. Sia la rossa che la papaya sono state protagoniste di tre stint: il primo su C3 (sebbene usata per Oscar), il secondo su C1 e l’ultimo su C2. La simulazione del monegasco non è apparsa niente male, con decadimento prestazionale limitato (si è avvertito un po’ con la C3, ma la gomma aveva già effettuato parecchi giri e la macchina era molto carica di carburante) e tempi di buonissima fattura, mentre quella di Piastri è stata nel complesso meno convincente. Di seguito il lavoro dei due piloti nel dettaglio.
E con la classifica dei tempi possiamo definire queste giornate di test concluse. La Haas (169) e Alex Albon sono, rispettivamente, la squadra e il pilota che hanno totalizzato il maggior numero di giri della giornata, mentre i primati opposti spettano all’Alpine (102) e a Lando Norris (20). Nei prossimi giorni un breve excursus su ciascun team con dichiarazioni a corollario.
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