Mentre entriamo ufficialmente nella prima “race week” della stagione F1 2023, team e piloti si preparano ad usare tutto ciò che hanno raccolto durante i test per prepararsi al meglio il loro avvio di mondiale. Nonostante questi test, solitamente, non ci dicano tutta la verità sulla competitività delle varie monoposto, offre un indicatore abbastanza valido di chi può partire meglio e chi invece è attardato rispetto ai suoi concorrenti, specie se quest’anno abbiamo avuto solo tre giorni di prove pre-season.
Da notare: spesso questi dati possono essere confermati così come completamente rovesciati nel primo week-end di gara ufficiale, aspettatevi quindi sempre delle variabili, specie quando tutti i team dovranno per forza di cose scoprire le loro carte per le qualifiche o la gara dell’appuntamento inaugurale del campionato del mondo di Formula 1 2023. Fatto tale appunto, eccovi le 5 cose che abbiamo decifrato da questi test Bahrain.
Red Bull: regina dei test e favorita N.1 al titolo
Ci sono le squadre delle retrovie, il “midfield”, i top team … e poi c’è la Red Bull. Sembra una sigla di una pubblicità, ma è la realtà con la quale i tifosi dovranno “fare pace” almeno per questo avvio di campionato. Seppur il chilometraggio non sia stato impressionante, la RB19 ha centrato tutti i suoi obiettivi di pre-season, non rompendosi praticamente quasi mai se non per qualche piccolo problema che però non ha compromesso affatto le loro sessioni.
La monoposto evolutiva della dominante RB18 si dimostra molto veloce, sia sul giro secco, dove sono stati i più veloci alla prima e ultima giornata, ma soprattutto sul passo gara che, specialmente dal lato box di Max Verstappen, si conferma come un martello. L’unica incognita a questo punto per loro è di vedere quanto le ore sottratte alla galleria del vento per lo sforamento del budget cap (LINK) possano veramente influire sullo sviluppo della vettura di Milton Keynes. A parte questo, è chiaro che hanno tutti gli ingredienti per riconfermarsi al top in questa stagione
Ferrari: nuova struttura, stessa velocità (e problemi)
Con una ristrutturazione allo staff e struttura operato da Fréderic Vasseur (LINK), la Ferrari ha comunque un’ottima base di partenza col quale lavorare per il mondiale 2023. La SF-23 si sta dimostrando per ora una monoposto veloce e, rispetto alla F1-75, più affidabile. A parte il fenomeno del porpoising manifestato sulla vettura di Charles Leclerc nelle prime giornate, la Scuderia ha lavorato bene, concentrandosi sui vari setup e sull’affidabilità, punto debole della vettura dello scorso anno.
Ovviamente la strada è ancora lunga: l’evoluzione, oltre alla velocità, riporta anche il problema del degrado gomme. La Ferrari si conferma essere competitiva, sì, ma anche di “mangiarsi” le gomme più velocemente degli altri, con drop di prestazioni dopo solo una decina circa di giri. Vasseur però sa quello che va fatto per poter, eventualmente, arrivare a lottare per il mondiale. “Siamo pronti a reagire”, il commento del nuovo team principal che è consapevole che, seppur un gradino sotto, la Ferrari sarà nuovamente la prima avversaria della Red Bull in questo campionato.
Mercedes: troppe incognite per poter tornare in cima
Del trittico di top team, la scuderia di Brackley è quella che pare nettamente più “in ombra” rispetto alle altre. Specifichiamo: la Mercedes W14 si è comportata abbastanza bene nei test Bahrain, confermando il trend delle ultime gare del 2022 in cui è arrivata la vittoria in Brasile con Russell. Il britannico si è detto soddisfatto dei passi in avanti fatti dal team, e anche Lewis Hamilton ha lodato in particolare l’assenza dell’odiato fenomeno porpoising che ha compromesso la W13.
Guardando ai primi dati, però, la nuova vettura delle Frecce d’Argento (tornate nere) non ha brillato per velocità o passo gara, rimanendo sempre decimi dietro a Red Bull e Ferrari. Neanche l’affidabilità è stata eccelsa, con un problema idraulico alla W14 di Hamilton alla seconda giornata che aveva minato la loro pre-season. Si parla già di una “versione B” della monoposto pronta ad essere schierata dalla prima parte di stagione e che avrebbe soluzioni più simili a quelle dei suoi concorrenti: ma a questo punto, la filosofia delle pance ridottissime di Mercedes sarà dichiarata fallimentare?
Midfield: Aston Martin sugli scudi, bene Alfa Romeo
Nel pacchetto di centro gruppo, la copertina è stata presa dalla Aston Martin di Fernando Alonso. Il team di Silverstone, che ha ingaggiato l’asturiano al posto del ritiratosi Vettel, è stata spesso la più veloce e costante del ‘midfield’, arrivando addirittura ad essere quotata per il podio nelle prime gare. Lo spagnolo è fiducioso sulla bontà del progetto AMR23, ma predica calma: “Sono soddisfatto, ma dobbiamo aspettare qualche gara per vedere il nostro vero valore”. Insomma, c’è comunque grande curiosità nel vedere se gli investimenti fatti da Lawrence Stroll frutteranno per la casa britannica.
Fa buona figura anche l’Alfa Romeo che, a parte un problema sulla vettura di Valtteri Bottas nell’ultima giornata, ha girato tanto, bene, e può ambire a migliorare i risultati dell’anno scorso, dove il team elvetico aveva concluso sesto il mondiale costruttori. Ci aspettiamo anche la Alpine là davanti seppur non si siano effettivamente mai mostrati in questi test, mentre tra i team di “bassa fascia” ci sono buoni segnali da parte della Williams che ha fatto tanti giri e guadagnato sul cronometro più tempo rispetto ai test dello scorso anno.
McLaren delusione: tanti problemi, troppo poco tempo
Il voto di “peggiore squadra dei test” va dato per forza di cose alla McLaren. Il team di Woking ha cambiato diverse corse nel corso dell’inverno, a partire dal team principal Andrea Stella (che sostituisce Andreas Seidl) fino ad Oscar Piastri, nuovo secondo pilota della squadra dopo la risoluzione della disputa del contratto con la Alpine. Il giovane australiano, però, si potrebbe mangiare le mani dopo aver assistito a tutte le difficoltà riscontrate dalla MCL60 in questa intensa pre-season.
Il passo gara non è per niente competitivo, la monoposto sembra mancare di bilanciamento ed efficienza aerodinamica e alcuni problemi strutturali in alcuni componenti ne hanno risultato in tempo perso e tanta frustrazione: il gesto simbolo dei test della McLaren è il “pugno” dato da Lando Norris al muro dopo la fine della tre giorni da Sakhir. Il TP Stella si dice che si aspettava questi problemi ed ha un promesso un sostanziale pacchetto di aggiornamenti verso aprile/maggio: tuttavia, con un centro griglia molto competitivo, una partenza a rilento per la McLaren può avere effetti disastrosi sulla loro stagione.
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