Dopo una lunga maratona di incontri tra piloti, team principal, rappresentanti e autorità locali, si è deciso di andare avanti: il GP Arabia Saudita si farà come da programma. La Formula 1 è rimasta al centro dell’attenzione globale dopo l’attacco dei ribelli yemenisti a Jeddah in cui hanno bombardato e distrutto gli impianti petroliferi dell’Aramco a circa 20 km dalla pista “Corniche”. L’esplosione si è sentita fino alla pista mentre i piloti disputavano le FP1, con una colonna di fumo che si è alzata in cielo fino a diventare visibile dal circuito, con tanto di immagini molto forti a bordo pista e fuori.
Subito dopo la fine delle prime libere c’è stata una prima riunione tra i rappresentanti F1, tra cui l’AD Stefano Domenicali e il presidente FIA Mohammed Ben Sulayem, e le autorità locali che ha causato un ritardo di 15 minuti nell’avvio delle FP2. A fine giornata, si sono uniti alla discussione prima i team principal delle scuderie e poi i piloti per la Grand Prix Driver Association, che avrebbero ricevuto entrambi rassicurazioni dagli organizzatori sauditi sul rafforzamento della sicurezza per il resto dell’evento. Proprio loro due erano stati i primi a indicare che il week-end sarebbe andato avanti, prima ancora delle riunioni
I team principal sono stati quasi subito convinti, mentre i piloti molto meno, dato che la loro riunione è andata avanti fino a tarda notte per quattro ore. Pare che alcuni piloti fossero pronti a lasciare la pista per forzare i vertici della F1 a cancellare il Gran Premio, ma poi l’intervento di alcuni rappresentanti e dei team principal li avrebbero convinti ad andare avanti insieme al resto del gruppo, anche per la preoccupazione (secondo voci britanniche da confermare) di non poter lasciare il paese se non si fosse disputata la gara. Subito poco dopo la fine della riunione tra i piloti, le prime parole arrivate dai boss delle scuderie tra cui Christian Horner non hanno lasciato alcun dubbio: il GP Arabia Saudita si correrà.
(AGGIORNATO) Il comunicato ufficiale della Formula 1 a ribadire l’intenzione di andare avanti è arrivata la mattina dopo, a poche ore dalla disputa delle FP3, ma anche i post dei piloti come Sergio Perez (che arrivavano proprio nei momenti in cui scrivavamo) non lasciano spazio ad un’inversione, almeno per ora. Certamente è stata una giornata davvero anomala e molto difficile che mette nuovamente a nudo il lato buio della Formula 1 e la FIA: lo scorso mese hanno rescisso il contratto con il GP Russia dopo l’inizio dell’invasione in Ucraina. Adesso, con uno scenario simile a Jeddah e dopo tanti messaggi di pace e unità, il GP Arabia Saudita va avanti in questo scenario surreale: di certo non finirà tutto qui.
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