Green Flag – QualifiCAOS, il valzer dei format e il flop del sabato di Melbourne

Nelle ultime settimane ne abbiamo avute per tutti i gusti. Sto parlando dei format da utilizzare per le qualifiCAOS di Formula 1. Un valzer di proposte, approvazioni, contro-approvazioni, dissensi e chi più ne ha più ne metta che ha messo per l’ennesima volta nel ridicolo la regina del motorsport mondiale. Dall’idea di introdurre una qualification race al sabato, stile campionati Blancpain, alla formula che prevede l’eliminazione ogni 90 secondi dell’ultimo in classifica, come se fossimo in un videogioco. Tutto questo per raggiungere un obiettivo: arrivare ad avere tutte le vetture in pista per l’intera durata della sessione di qualificazione.
Ricapitoliamo gli avvenimenti di questa “messa in scena”. Il 4 marzo è stato ufficializzato il sistema di qualifiche che abbiamo visto nella giornata di ieri, con l’eliminazione ogni 90 secondi dell’ultimo in classifica. Il fatto di utilizzare una formula vista nei videogiochi come Need For Speed o Burnout Paradise non è promettente. I piloti, ma anche i team, si sono da subito lamentati di questa decisione da parte della FIA che ha subito rimesso in discussione questo sistema, fissando una nuova votazione. Pochi giorni più tardi la votazione conferma la prima decisione e qui si nota già la poca serietà presente nell’ambiente.
Sin dal giovedì del Gran Premio d’Australia i piloti hanno continuato a manifestare il proprio disaccordo nei confronti delle nuove qualifiche. Lamentele che sono continuate sino a pochi minuti prima del semaforo verde della sessione stessa. Arrivate le 17:00 australiane si è verificato l’inferno. Vetture che si lanciano in pista per far segnare subito il giro veloce, con la metà dei partecipanti che torna subito ai box perché sicuro di poter passare il taglio. La restante metà delle vetture rientra ai box per sostituire il treno di gomme e tentare un secondo assalto per salvarsi, peccato che il tempo sia finito e che non ci sia la possibilità di farlo. I primi a pagarne le conseguenze sono le Manor e le Haas, con quest’ultime che avrebbero potuto partire molto più avanti in griglia, ma che a causa dell’eliminazione istantanea allo scoccare del 90° secondo, sono state costrette a partire in decima fila. Al termine del Q1 cominciano le prime polemiche sul nuovo sistema, ma non è ancora nulla.
Il Q2 e il Q3 sono le fasi peggiori, infatti le due sessioni sono terminate rispettivamente con 90 secondi e 4 minuti e 22 di anticipo rispetto alla bandiera a scacchi. Per lo stesso problema del Q1, i piloti che potevano tentare di salvarsi nel Q2 non hanno potuto perché ferme ai box e senza tempo materiale per uscire e piazzare un tempo. Nell’ultima delle tre sessioni abbiamo avuto l’inversione di tendenza rispetto agli altri anni. Se prima si scendeva in pista due volte oppure negli ultimi minuti per conquistare la pole, quest’anno il giro a disposizione è stato solo uno e all’inizio della sessione. Motivo? Sempre lo stesso. Si è arrivati ad avere la pole assegnata a Hamilton con più di quattro minuti di anticipo e i due ferraristi che hanno abbandonato la propria vettura con ancora mezza sessione da “poter” disputare. Vettel addirittura era in borghese prima ancora che il povero commissario sventolasse la bandiera a scacchi al vento che passava per il main straight.
Le polemiche si sono inasprite sempre più dopo le qualifiche a tal punto che sia Sebastian Vettel sia Bernie Ecclestone hanno definito questo sistema una m***a. Indetta subito una riunione nella mattina australiana per discutere sul da farsi già per il prossimo gran premio. La soluzione è stata semplice ed immediata: eliminare questa pagliacciata e tornare ai fatidici Q1, Q2 e Q3 a cui assistiamo da oltre 10 anni.
Questo però lo possiamo considera come un problema minimo. Quello più grande e più importante è la scarsa, se non totale, presenza di serietà nella Federazione Internazionale dell’Automobile che, da ormai troppo tempo, si diverte a scrivere, riscrivere, cancellare e correggere come se nulla fosse le prime idiozie che passano per la mente. Il loro obiettivo è quello di avvicinare sempre più tifosi alla Formula 1, ma il risultato è l’esatto contrario perché le regole diventano sempre più incomprensibili e la vera natura di questo sport va sempre più scemando. Restano due quesiti da porsi. Quale sarà la prossima diavoleria che studieranno a tavolino i grandi illuminati della FIA? Ma soprattutto, quand è che la smetteranno di prendere in giro gli appassionati di questo sport snaturandolo ai limiti dell’impossibile? Cari organizzatori, fate attenzione perché a giocare con il fuoco ci si brucia e quando il giocattolino si romperà del tutto, non potrete più aggiustarlo!
(La foto di copertina è una delle tante immagini pietose viste nelle pseudo-qualifiche disputate nella mattinata italiana di ieri).

Iscriviti al nostro Canale Telegram per ricevere tutti i nostri articoli sul tuo smartphone

Lascia un commento! on "Green Flag – QualifiCAOS, il valzer dei format e il flop del sabato di Melbourne"

Leave a comment

Your email address will not be published.


*