A quasi due anni di distanza torno a scrivere una puntata di Green Flag dedicata alla critica nei confronti della FIA. Dopo un periodo in cui ho deciso di evitare la stesura di questa serie di articoli per non sembrare troppo ripetitivo, questa volta mi sento in un certo modo obbligato a soffiare via la polvere da questo argomento per rispolverare la confusione che aleggia nelle fila della Federazione. Che Charlie Whiting & Co. infliggessero penalità più randomiche di quanto non possano essere le estrazioni del lotto lo sappiamo tutti e non c’è bisogno di farlo notare, come d’altronde non è una novità che si applichino due pesi e due misure a seconda di piloti colpevoli e coinvolti (vedi i casi di Vettel-Bottas a Le Castellet e Raikkonen-Hamilton a Silverstone).
Prendo in esame l’episodio che ha visto coinvolto Hamilton durante il 52° giro del Gran Premio di Germania, in cui l’inglese dopo aver preso la via per la pit lane ha deciso di rientrare in pista nonostante il regolamento sportivo della FIA riporti le seguenti parole:
Appendice L, Capitolo IV, Articolo 4 (d): “Ad esclusione di cause di forza maggiori (accettate dai commissari di gara), l’attraversamento, in ogni direzione della linea che separa l’entrata dei box e il tracciato, da parte di una vettura che entra in pit lane è proibito”.
https://www.youtube.com/watch?v=rbZRShmR638
Osservando il video con regolamento alla mano, la manovra di Hamilton sarebbe chiaramente un’azione proibita da condannare con una penalità. Tutto questo non è però accaduto con la FIA che si è limitata a dare una reprimenda al pilota Mercedes giustificando il tutto mediante i seguenti tre punti:
- Il pilota e il team hanno ammesso l’errore e il fatto che ci fosse confusione, all’interno del team, sul fatto di restare fuori o di rientrare in pit lane che ha portato all’infrazione
- Il fatto che l’infrazione ci sia stata durante il periodo di Safety Car
- In nessun modo c’è stato alcun pericolo verso altri competitor e il cambio di direzione è stato effettuato in sicurezza
Tre giustificazioni che a parer mio sono più una scusa per non dare penalità al campione in carica che altro. Quel che crea più problemi è sicuramente il fatto che ora si è venuto a creare un precedente a cui tutti potranno appellarsi nel momento in cui rischieranno di vedersi infliggere una penalità.
Se prendessimo in esame il primo punto, ovvero che il pilota e il team hanno ammesso l’errore, sulla stessa base si dovrebbe andare ad annullare la penalità a Kimi Raikkonen nel Gran Premio di Gran Bretagna, perché ha ammesso di aver sbagliato durante le interviste post-gara (questa è una mia esagerazione, ovviamente). Il fatto che ci sia confusione all’interno del team non può e non deve essere una scusante per poter violare il regolamento come si vuole senza pagarne le conseguenze. Considerando il secondo punto, sempre esagerando, questo darebbe via libera a qualsiasi pilota di violare il regolamento durante i periodi di neutralizzazione, dato che a quanto pare è permesso comportarsi da antisportivi nel momento in cui Bernd Maylander conduce la corsa. Il terzo punto invece potrebbe essere quello che più di tutti farebbe ridere i sostenitori della Ferrari, dato che nonostante Carlos Sainz non fosse stato danneggiato da Sebastian Vettel nelle qualifiche del GP d’Austria, il tedesco è stato comunque arretrato in griglia di partenza.
E’ stato praticamente creato un regolamento ad hoc, in circa un’ora, per evitare una palese infrazione di quello reale ed evitare ripercussioni sul risultato finale della gara. Quanto accaduto ad Hockenheim è paragonabile con tre azioni simili accadute in passato in casa Ferrari (prendo il Cavallino come punto di riferimento perché più in vista, ma potrebbe averle commesse chiunque altro) con Kimi Raikkonen e Felipe Massa protagonisti in questi casi.
KIMI RAIKKONEN al GRAN PREMIO d’EUROPA 2007 – NURBURGRING
https://www.youtube.com/watch?v=bEiiSvlJUlY
Adesso non so di preciso se il regolamento ora vigente, in particolare il punto menzionato in precedenza, fosse uguale nel 2007, ma leggendolo verrebbe da pensare che un’azione non sanzionabile possa essere simile a quella che ha visto protagonista Kimi Raikkonen nel GP d’Europa al Nurburgring. In questo caso subito dopo il via un violento nubifragio si abbatté sul tracciato tedesco costringendo tutti i piloti a rientrare ai box per montare gomme da bagnato. Iceman tentò di tornare ai box, ma una pozzanghera gli fece perdere il controllo della F2007 portandolo a ritornare in pista tagliando la fatidica linea. In questo caso si potrebbe parlare di causa di forza maggiore per via dell’intenso aquaplaning presente sulla pista.
FELIPE MASSA al GRAN PREMIO del BRASILE 2013 – INTERLAGOS
In questo caso la conformazione della pista non aiutava con Felipe Massa che più e più volte ha affrontato l’ultima semicurva, che immette sul traguardo, passando all’interno della linea di entrata ai box in fase iniziale e poi uscendone, per guadagnare il massimo tempo possibile. In quel caso la manovra più volte ripetuta dal brasiliano portò la direzione gara a penalizzare lo stesso pilota della Ferrari, questo perché i commissari avevano imposto all’inizio del week-end la regola che non bisognasse effettuare quella traiettoria. Nel caso ci si immettesse nella corsia di decelerazione con tutte e quattro le ruote, la vettura avrebbe dovuto rientrare in pitlane.
KIMI RAIKKONEN al GRAN PREMIO d’EUROPA 2016 – BAKU
Una situazione analoga a quella di Massa vede coinvolto nuovamente Kimi Raikkonen che sfruttò la scia di un pilota che stava rientrando ai box per guadagnare velocità e quale decimo sugli avversari. Il problema e la conseguente penalità si è posta nel momento in cui Kimi si transitato dapprima all’interno della corsia di decelerazione e poi abbia proseguito per la via della pista senza transitare dai box, nonostante fosse stata applicata la stessa regola vista poco sopra in Brasile.
In questi ultimi due casi però, se dovessimo prendere in considerazione il terzo punto delle giustificazioni date oggi per non infliggere penalità ad Hamilton, allora nemmeno Massa e Raikkonen avrebbero dovuto subire penalità per un’azione sì volontaria, ma che non fosse intenzionale quanto palese. Nel caso del britannico invece si è vista la chiara decisione del pilota di voler dapprima rientrare ai box e successivamente di cambiare idea riprendendo di propria volontà la strada della pista.
In questo caso non voglio fare l’avvocato difensore di Ferrari, né tanto meno il boia nei confronti di Lewis, dato che nessuno dei due ha bisogno di figure del genere. Quello che viene da chiedersi è: siamo veramente arrivati al punto che ognuno può fare quello che vuole tanto poi i regolamenti scritti non vengono rispettati e si procede stilando nuove regole/scuse/giustificazioni o chiamatele come volete che non danno mai un senso alle penalità inflitte e non? Come al solito siamo nel caso dei due pesi e due misure, ma addirittura questa volta sembra che la FIA si sia arrampicata abbastanza sugli specchi per evitare una violazione tanto palese. Finirà tutto questo? Ai posteri l’ardua sentenza.
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