Pagelle “testa a testa” del mondiale 2019 di Formula 1

I nostri Giuseppe Marino e Francesco Bafaro danno i voti di fine anno ai venti protagonisti del Circus

A cura di Giuseppe Marino

Lewis Hamilton, voto 10 e lode – Ennesima annata da demolitore per il sei volte campione del mondo di Formula 1. Non ha lasciato alcun margine agli avversari, complice evidentemente una vettura stellare (voto 10 e lode alla Mercedes) e un team di assoluto livello e sempre sul pezzo, nonostante qualche cappellata come quella di Hockenheim, ma lì nessuno è riuscito a fare bene all’interno della squadra, nemmeno lo stesso Lewis. Al di là di questo, ha dimostrato ancora una volta la superiorità netta nei confronti degli avversari, distruggendo ogni sogno di gloria con prestazioni mostruose (una su tutte quella di Budapest). Dal mondiale perso con Rosberg, sembra abbia acquisito ancora più forza, e l’obiettivo dei sette titoli di Michael è lì ad un passo: da buon cannibale quale ha dimostrato di essere specialmente negli ultimi tre anni, farà di tutto per non farselo sfuggire. Chapeau al migliore.

A cura di Francesco Bafaro

LEWIS HAMILTON Voto 10 Come non dare il massimo dei voti al Campione del Mondo? A colui che è stato capace di vincere più del 50% delle gare? (11 su 21) Andando oltre ai semplici numeri possiamo dire che la grande forza di Lewis quest’anno è stata proprio nella gestione della gara. Infatti ha realizzato “soltanto” 5 pole position, il che significa che in 6 occasioni è riuscito a vincere partendo da una posizione di svantaggio, se tale si può chiamare per chi guida una Mercedes. Momenti più alti della stagione sono sicuramente la vittoria a Monaco (dove tiene dietro Verstappen per tutta la gara), quella in Ungheria (rimonta ancora su Max e sorpasso in zona cesarini) e quella ad Abu Dhabi dove, con un Mondiale già in tasca, ha avuto la fame e la cattiveria per realizzare un Grand Chelem. Unici momenti negativi della stagione in Germania (dove sbaglia il Gran Premio più importante per la Mercedes), a Monza (dove non riesce a passare Leclerc e poi va lungo alla Prima Variante) e in Brasile (dove rovina la gara di Albon con una manovra azzardata).

Valtteri Bottas, 7.5 – Prende paga dal compagno di squadra anche nel 2019, però quest’anno lo abbiamo visto con uno spirito diverso: si è presentato a Melbourne con una vittoria senza discussioni, forse con una nuova consapevolezza, poi andata a farsi benedire con il passare delle gare e la crescita costante di Hamilton. E’ stata senza dubbio la sua miglior stagione da quando è in Formula 1, ed è chiaro che voglia ottenere qualcosa in più da ora in poi, solo che battere il compagno di squadra di questi tempi non sembra molto fattibile, diciamo così. Chiara iniezione di fiducia in vista della prossima stagione, ci mancherebbe, e speriamo seriamente che Valtterino possa in qualche modo ostacolare Lewis nella corsa al titolo (niente contro il britannico, ma sarebbe bello avere 4 o 5 contendenti al mondiale per la maggior parte della stagione). Noi ce lo auguriamo, poi chi di speranza vive…

VALTTERI BOTTAS Voto 7.5 Dopo la partenza col botto in Australia, e quel team-radio così cattivo, ci si aspettava che questo fosse l’anno in cui il finlandese sarebbe riuscito a combattere contro Hamilton per la vittoria del titolo. Nemmeno per sogno, perché dopo Melbourne Lewis infila un filotto di 6 vittorie in 7 gare che di fatto chiude il Mondiale già all’inizio dell’estate. Ad Abu Dhabi ha di nuovo promesso battaglia per il 2020 ma dovrà cambiare molte cose. Innanzitutto nell’atteggiamento con il team: un pilota che davvero vuole lottare per il Mondiale non può dire sempre di sì quando gli viene chiesto di lasciar passare il proprio compagno di squadra o addirittura di girare più piano per evitare di stargli davanti dopo il pit-stop (vedi Singapore). Inoltre Bottas deve imparare ad essere più deciso quando è il momento di tirare la staccata e superare la macchina che sta davanti. Per il finlandese le migliori gare sono state quelle in Australia (dove ha dominato la gara) e negli Stati Uniti (dove si è ripreso con cattiveria la posizione su Hamilton), la peggiore in Germania (dove avrebbe potuto riaprire il Campionato dopo l’errore di Lewis e invece ha concluso anche lui a muro).

Max Verstappen, 8.5 – Senza alcun dubbio la miglior stagione da quando è in Formula 1. In termini di velocità, Max è sempre stato di una spanna sopra molti dei suoi avversari, ma da quel botto a Montecarlo nel 2018 che gli costò una vittoria quasi certa, qualcosa è scattata anche nella sua testolina un po’ troppo esuberante. Per carità, anche nella fase finale di questo mondiale ha avuto un paio di uscite infelici nel doppio appuntamento americano, d’altronde buon sangue non mente in merito a ca***te dette o fatte, però noi vogliamo concentrarci su quanto visto in pista, e lì il risultato è incredibile, visto che è riuscito a tener dietro le due Ferrari, grazie anche a una gestione Red Bull/Honda (voto 9 nel complesso, bravi) sorprendentemente efficace. Puntare al titolo nel 2020? Difficile dirlo, ma non lo è affatto pensarlo.

MAX VERSTAPPEN Voto 9 Il 2018 aveva mostrato una netta crescita del pilota olandese, che da Mad Max si era trasformato in un pilota non solo veloce ma anche costante. Il 2019 ha segnato un ulteriore passo su questa strada, anzi la consacrazione definitiva a top driver della categoria. Con una Red Bull che trova nel motore Honda un valido alleato, Max conquista tre vittorie (tante quanto i due piloti Ferrari messi insieme) ma soprattutto dimostra di aver raggiunto quel grado di maturità che è il presupposto per vincere in Formula 1. Mai un sorpasso o una manovra oltre il limite, come ci aveva abituato nei primi anni della sua carriera, anzi quest’anno è stato lui a subire qualche manovra troppo aggressiva da parte dei colleghi (Vettel a Silverstone e Leclerc a Suzuka). Ci ha regalato duelli bellissimi contro il coetaneo Leclerc ma anche contro i veterani Vettel ed Hamilton, adesso gli serve soltanto una macchina veloce su tutte le piste per vincere il Mondiale. Gli apici della sua stagione li vive in Austria (sorpasso a Leclerc all’ultimo giro) e a Interlagos (dove vince di testa una gara pazza sorpassando due volte in pista Hamilton. Unica gara sbagliata da Max è quella di Spa, dove si infila dove non c’è spazio in partenza colpendo anche Raikkonen.

Charles Leclerc, 7.5 – E’ chiaramente una delle sorprese in positivo di questo mondiale. Lo scorso anno il sottoscritto storceva un po’ il naso, non per il suo indiscusso talento, quanto per le pressioni che un ragazzo così giovane è costretto a subire in un ambiente difficile come la Ferrari (voto 3 per gestione, macchina, pit stop e soprattutto strategie, davvero imbarazzanti, si salva solo Singapore). Effettivamente se l’è cavata più che bene, dimostrando subito velocità, voglia e capacità di vincere gare, anche in condizioni difficili, vedi Monza. Nonostante questo, ha ancora tantissimo da imparare, è palese, ma il tempo è tutto dalla sua parte: le discussioni con i box durante le gare dimostrano volontà e palle, quest’ultima caratteristica acquisita con l’andare della stagione specialmente dopo la cappellata del muretto a Montecarlo nelle qualifiche. Mi raccomando, non fatelo passare come il santo di turno, perché tutti i piloti, specialmente coloro che vogliono vincere, sono bastardi nell’anima, e lui non è da meno (vedi Brasile). La Ferrari ha un gioiellino in casa che deve salvaguardare, senza discussioni. Ci siamo capiti, o come si dice dalle mie parti “Menza parola”.

CHARLES LECLERC Voto 8 Dodici mesi fa l’opinione pubblica era spaccata a metà, fra chi era convinto che la Ferrari avesse fatto bene a puntare subito sul ventunenne monegasco e chi invece avrebbe preferito un rinnovo del veterano Raikkonen dopo le ottime prestazioni del 2018. Dopo un anno e un bottino di 2 vittorie, 7 pole position e 10 podi è chiaro che la Ferrari ha fatto un grande investimento puntando su Charles. La stagione è iniziata con Leclerc che era la seconda guida designata, l’apprendista che doveva imparare dal maestro Sebastian Vettel e fare esperienza per un futuro da campione (un po’ come Massa nel 2006 con Michael Schumacher). La pista però ha dimostrato subito che a Charles questo ruolo andava stretto: già alla prima curva di Melbourne il monegasco, con un attacco all’esterno su Vettel, ha fatto vedere di voler ribaltare le gerarchie. Ci è riuscito grazie a una velocità innata, che lo ha portato a realizzare più pole position di tutti, a una testa di ferro, forse la caratteristica che più manca a Vettel in questo momento, e a un talento naturale nei corpo a corpo, basti pensare ai duelli con Verstappen a Silverstone o a Monza con Hamilton. Certo, non sono mancati errori e ingenuità ma, anche se indossa la tuta della Ferrari, è pur sempre un ragazzo di 22 anni ed è normale commettere qualche errore qua e là, la stessa Scuderia l’aveva messo in conto. Il suo momento più alto della stagione è ovviamente la vittoria di Monza, dove Charles ha guidato da campione affermato, quello più basso la qualifica di Baku, dove ha buttato via la possibilità di partire in pole con un errore gratuito.

Sebastian Vettel, 6.5 – Nella prima parte di stagione gli va tutto storto: problema a Melbourne, errori in Bahrain e a Silverstone, furto del Canada, guasti in Austria e Germania. Sembra che tutto gli vada contro, e nel contempo Leclerc cresce a dismisura. Ora, dopo l’indecenza di Montreal, sulla quale non ci soffermeremo perché ne abbiamo già parlato qui e i continui problemi, ha avuto quello scatto d’orgoglio proprio ad Hockenheim, laddove iniziò tutto lo scorso anno, con un secondo posto e una rimonta sotto la pioggia di assoluto spessore. Da lì in poi, super vaccata di Monza a parte (probabilmente il punto più basso della sua carriera) uno scatto d’orgoglio: vittoria importantissima e insperata a Singapore e una serie di prestazioni di assoluto livello, con una capacità di gestione gomme seconda forse solo a Hamilton. Il tedesco sembra in ripresa dopo un anno tribolato, e il 2020, probabilmente l’ultimo in Ferrari, sarà quello decisivo. Molti lo hanno fatto fuori da qualsiasi lotta al titolo, noi non ne vediamo il motivo, perché se Leclerc, Verstappen e addirittura Bottas, secondo molti, possono giocarsi il mondiale, non riusciamo a capire perché, probabilmente per partito preso, Vettel non debba essere là in mezzo. Tralasciando questo, la sua stagione è stata certamente al di sotto delle aspettative, ma anche lui ha avuto a che fare con un mezzo catorcio sotto al sedere, e probabilmente la meritatissima vittoria del Canada (sempre là) avrebbe aperto altri scenari, quantomeno nelle gerarchie interne, messe giustamente in discussione da Leclerc. L’incidente del Brasile è la logica conseguenza di una gestione malsana da parte del team, ma sapete una cosa? Fortunatamente è successo quando non contava nulla, fidatevi di questo stronzo che non capisce niente di Formula 1.

SEBASTIAN VETTEL Voto 6.5 La stagione di Seb va divisa in due parti: una prima metà (fino al Gp di Germania) da 4, con la sola eccezione del Canada, e una seconda metà da 8, anche qui con un’eccezione in negativo rappresentata dal Gp d’Italia. Le premesse di inizio anno erano ben altre per il tedesco, questo doveva essere l’anno del riscatto, l’anno in cui si doveva porre fino al dominio di Hamilton e della Mercedes. Così non è stato, a causa di una macchina non all’altezza delle Frecce d’Argento (almeno nella prima metà di stagione) e anche di qualche errore di troppo da parte del tedesco. A complicare la situazione poi è arrivato un compagno di squadra giovane, veloce e con tanta voglia di emergere, portando con sé un carico di tensione che è culminato nel contatto di Interlagos. Paradossalmente però, è stato proprio Leclerc la causa di un netto miglioramento di rendimento da parte di Seb nella seconda parte dell’anno. Dopo Monza infatti Leclerc era ai vertici del gradimento dei tifosi ferraristi e anche della squadra, Seb invece dopo l’ennesimo errore era tre metri sotto terra. Ecco la reazione: a Singapore, la sua pista, Vettel tira fuori una gara delle sue (passo inavvicinabile per chiunque e gestione perfetta della leadership) e torna a vincere nel suo momento più difficile. Aiutato dalla strategia certo, ma ricordiamo che nel famoso out lap, prima della sosta di Charles, Vettel ha guadagnato qualcosa come 4 secondi sul compagno di squadra. Anche in Russia, prima che il team lo fermasse più tardi per farlo rientrare dietro a Leclerc, Seb aveva un passo inavvicinabile per chiunque. Il 2020 sarà l’ultima chiamata per il tedesco, specialmente con l’ombra di Hamilton che inizia a farsi ingombrante sul suo sedile. Momento migliore della stagione la vittoria di Singapore, peggiore ovviamente la gara di Monza.

Carlos Sainz, 9 – Annata stellare sua e della McLaren (voto 9), che in un anno è riuscita a ribaltare completamente la situazione grazie anche al pilota spagnolo: costanza di rendimento e velocità indiscussa, questa è la ricetta del figlio del campione Rally. Il tutto condito dal sesto posto mondiale, quindi “primo degli altri” e dal podio magico di Interlagos. Che dire di più? Può soltanto crescere in ottica 2020, la base di partenza è più che competitiva. Difficile dire se potrà giocarsi costantemente il podio, ma qualche piazzamento in top 3 ce lo aspettiamo.

CARLOS SAINZ Voto 9 Dopo un inizio difficile, con tre zeri nelle prime tre gare, lo spagnolo diventa un abituè della zona punti e mostra di essere diventato un pilota maturo e pronto per un top-team, ammesso che la McLaren non ritorni ad esserlo a breve vista la grande crescita di quest’anno. Lo spagnolo non fa rimpiangere Alonso e anzi riporta la scuderia di Woking lì dove Fernando non era riuscito ad arrivare: sul podio, peccato solo che una decisione inspiegabilmente ritardata dei commissari di gara gli impediscano di festeggiare sul podio di Interlagos questo grande risultato. Ottiene anche la soddisfazione di arrivare sesto nel Mondiale, davanti a Gasly ed Albon che hanno potuto entrambi guidare una ben più performante Red Bull. Momento migliore della stagione ovviamente il podio di Interlagos, momento peggiore il Gran Premio della Cina (il più difficile per la McLaren quest’anno).

Pierre Gasly, 7 – Il voto del francese è palesemente condizionato dalla prima parte di stagione disastrosa in Red Bull: il doppio incidente nei test di Barcellona lo ha distrutto, e la logica conseguenza di casa Milton Keynes sta nella retrocessione a mondiale inoltrato in Toro Rosso (voto 8). Beh, lì le cose sono cambiate drasticamente: nuova fiducia in se stesso, prestazioni costanti e spesso in top ten, e un secondo posto pazzesco in Brasile, battendo in volata Hamilton sull’Arquibancadas. In tutto ciò, ha finito la stagione davanti ad Albon in classifica ed è salito sul podio prima di lui, anzi, al posto suo, in uno strano gioco di avvenimenti degni del miglior regista hollywoodiano. Confermato per la prossima stagione, il suo compito è quello di far ricredere i vertici Red Bull, puntando a quel sedile nel 2021.

PIERRE GASLY Voto 7 Come per Vettel, anche la sua stagione va divisa in due parti. La prima, alla guida della Red Bull, è da 4; la seconda, alla guida della Toro Rosso, è da 8 soprattutto per la forza con cui ha saputo ricominciare e ricostruire la sua carriera in F1. Il podio di Interlagos poi, con il duello vinto in volata contro Hamilton, vale un voto in più. Certo, la strada da fare per ricandidarsi un posto in un top-team è ancora lunga ma Pierre ha dimostrato di avere la forza di volontà per percorrerla. Momento migliore dell’anno il 2° posto in Brasile, peggiore l’opaco weekend del Gran premio di casa in Francia.

Alexander Albon, 7 – Abbiamo deciso di dare lo stesso voto al thailandese, alla fine si separano solo di tre punti. Ha sempre fatto bene, bisogna dirlo, da quando è approdato in Red Bull, però a mancare è il passo rispetto agli altri big. Normale, per un rookie è più difficile, a maggior ragione quando il salto della quaglia, seppur previsto, non è così agevole come potrebbe sembrare dall’esterno. Bisogna lavorare, e siamo sicuri che potrà togliersi delle soddisfazioni nei prossimi anni.

ALEXANDER ALBON Voto 7.5 Il giovane thailandese ha dimostrato sin dai primi chilometri di essersi meritato la chiamata di Helmut Marko con gare sempre molto regolari e dimostrando di non aver alcuna timidezza nel lottare anche con piloti molto più esperti di lui. A tal proposito come non ricordare la bagarre con sua maestà Hamilton al Gran Premio di Germania. A metà stagione arriva per lui la chiamata della Red Bull per sostituire Gasly e anche qui non sfigura nel confronto con Verstappen. Certo, chi si aspettava un impatto simile a quello avuto da Max nel 2016 sarà rimasto deluso ma Alex è cresciuto costantemente dal Gran Premio del Belgio fino ad Abu Dhabi. Momenti migliori della sua stagione il Gran Premio di Germania e quello del Brasile (dove solo il contatto con Hamilton gli nega il primo podio in carriera), momento peggiore il Gran Premio del Canada.

Daniel Ricciardo, 6 – E’ stato difficile dare un voto all’australiano di Sicilia. Poi però, riflettendo bene, è palese come la Renault (voto 4.5) abbia fatto decisi passi indietro rispetto all’anno scorso, quindi crediamo che i 54 punti dell’ex Red Bull siano comunque un risultato positivo. E’ chiaro che da lui ci aspettiamo decisamente di più, è un top driver indiscusso, però il mezzo fa la differenza, e si è visto. Speriamo di rivederlo al top in breve tempo.

DANIEL RICCIARDO Voto 5.5 Nessuno si aspettava di vederlo stabilmente nelle prime posizioni in questa prima stagione alla Renault, tuttavia il rendimento di Daniel è stato al di sotto delle aspettative, al di là dei limiti della macchina. Infatti, anche in quelle gare pazze dove il suo talento avrebbe potuto fare la differenza, l’australiano non è mai stato in grado di raccogliere risultati importanti e spesso è arrivato dietro anche al compagno di squadra Hulkenberg. In sintesi, mi sarei aspettato una capacità di fare la differenza maggiore da un pilota che considero uno dei top driver della categoria. Miglior gara della stagione a Monza, peggiore l’esordio in Australia.

Sergio Perez, 8 – Qui il discorso cambia: nonostante le difficoltà iniziali, poi messe da parte con il maxi aggiornamento di Hockenheim (voto 6 alla Racing Point), il messicano è stato autore di una stagione di assoluto livello, specialmente dalla pausa estiva in poi. Prestazioni eccezionali, spesso in top ten e sempre davanti al compagno di squadra, che obiettivamente non può reggere il confronto. Se qualche top team cerca un secondo pilota affidabile e capace di trarre il massimo dalla vettura, beh Checo fa al caso vostro: non pensate sia lo stesso pilota che avete visto in McLaren nel 2013, non c’entra una mazza.

SERGIO PEREZ Voto 9 La Racing Point dovrebbe fare una statua al buon Sergio, che canta e porta la croce ogni domenica. La macchina della scuderia inglese non è la loro migliore creazione e lo si evince soprattutto nei tracciati più tecnici. Tuttavia Perez, in un modo o in un altro, riesce sempre ad arrivare a punti e più di due terzi di quelli ottenuti dalla Racing Point portano il suo nome. Dopo la pausa estiva poi è semplicemente perfetto, arrivando a punti in tutte le gare tranne che a Singapore dove è costretto al ritiro per un problema tecnico. Davvero nessun top team farà un pensierino su Sergio nel 2021? Momento migliore della stagione il Gran Premio di casa a Città del Messico, peggiore il Gran Premio di Germania.

Lando Norris, 7 – Prima parte di stagione quasi da urlo, poi un lento affievolimento delle prestazioni. Ci sta eh, è giovanissimo e al suo primo anno in Formula 1, ma non può reggere al momento il confronto con Sainz, più esperto e tutto sommato più veloce di lui. Gran prospetto comunque, già nel 2020 ci aspettiamo uno step deciso verso le zone alte della classifica. E chissà, con una McLaren in costante crescita, anche qualche bella soddisfazione stile Sainz a Interlagos.

LANDO NORRIS Voto 7.5 Anche per Lando una super stagione d’esordio, anche se condita da qualche inevitabile errore di gioventù. Dimostra di essere veloce, intelligente e (così come i suoi coetanei) di non aver paura di andare ruota a ruota anche con mostri sacri come Lewis Hamilton. Personaggio fantastico anche al di fuori della pista, una bella ventata di freschezza in un ambiente in passato ingessato come quello della Formula 1. Nel 2020 l’obiettivo sarà alzare l’asticella e raggiungere il livello di prestazione di Sainz. Gara migliore della stagione il Gran Premio del Belgio (dove purtroppo la sua McLaren lo appieda all’ultimo giro), peggiore il Gran Premio di Spagna.

Kimi Raikkonen, 7 – La stagione nel complesso è super positiva, nonostante le grosse difficoltà avute dall’Alfa Romeo Racing (voto 5) dalla pausa estiva in poi. Chi lo dava per pensionato, o messo lì solo per buscare altri due anni di stipendio, è rimasto tremendamente deluso. Forse manca quel guizzo decisivo, ma lui probabilmente non l’ha mai avuto, quindi non ci scandalizziamo più di tanto. Merita una vettura costantemente competitiva, e vedrete che si e ci toglierà parecchie soddisfazioni, alla faccia dei 40 anni suonati.

KIMI RAIKKONEN Voto 6.5 Stagione a due facce quella di Kimi. Nella prima parte prende letteralmente per mano l’Alfa Romeo conquistando punti pesantissimi per la scuderia svizzera. Nella seconda parte invece, complice anche un calo di prestazioni della macchina, va in crisi raccogliendo un solo piazzamento a punti (il Brasile) dalla ripresa dopo la pausa estiva fino alla fine del campionato. Momento migliore della sua stagione il Gran Premio del Brasile dove sfiora il podio, peggiore il Gran Premio d’Italia dove compromette la gara con un brutto errore in qualifica.

Daniil Kvyat, 6.5 – Il ritorno in Formula 1 del russo di Roma non è stato facile all’inizio, poi però con la crescita costante del team, le prestazioni sono andate via via migliorando, anche se dopo il podio di Hockenheim, ci aspettavamo qualcosina in più. E’ stata comunque una buona stagione, e la riconferma è più che meritata.

DANIIL KYVAT Voto 7 Pochi si sarebbero aspettati che il “Russo di Roma” avrebbe avuto un’altra occasione in Formula 1. Invece la Toro Rosso, alla ricerca di un pilota d’esperienza da affiancare al rookie Albon lo richiama e lui si fa trovare prontissimo. Certo, non sono mancati errori e manovre alla “Torpedo”, tuttavia Kyvat ha condotto un’ottima stagione dimostrando che fra i 20 piloti più forti al mondo ci può stare tranquillamente. Dietro alla grande stagione della Toro Rosso ci sono anche le sue indicazioni tecniche. Il podio del Gran Premio di Germania rappresenta la sua miglior gara della stagione.

Nico Hulkenberg, 5 – Iniziano le note dolenti: Nico, pur essendo un pilota veloce, non è mai riuscito a dimostrarlo in Formula 1. Prende paga dal più quotato compagno di squadra e non riesce a mantenere il sedile nel Circus. Annata difficile e nuovo capitolo della sua vita professionale in vista per il tedesco, il quale si è giocato il futuro a Hockenheim con quell’incidente sotto l’acqua mentre era secondo. E’ chiaro che nello schieramento del prossimo anno vi saranno piloti più scarsi di lui, però crediamo anche che un motivo, sotto sotto, ci sarà se non è mai salito sul podio nonostante fosse nel giro dal 2010. Buona fortuna Nico, speriamo di rivederti presto.

NICO HULKENBERG Voto 5 La sua ultima stagione in Formula 1 (almeno per ora) è forse anche la peggiore. Da premettere che, come sempre nel Motorsport, i risultati si fanno in base alla macchina, c’è da dire comunque che Nico rimane per tutta la stagione al di sotto dei suoi standard. Fa fatica anche a tenere il passo del nuovo compagno di squadra Ricciardo. La sua gara migliore è sicuramente quella di Monza, la peggiore quella di casa dove (con tutti i big out o nelle retrovie tranne Verstappen) avrebbe potuto ottenere il tanto agognato primo podio in carriera che invece va in fumo per un suo errore di guida.

Lance Stroll, 4 – Non abbiamo granché da dire: le ha prese di sana pianta da Perez (ma non faticavamo a crederlo) e sembra anche in discussione il suo futuro in Formula 1 dal 2021. Beh, a proposito di piloti più scarsi di Hulkenberg al via l’anno prossimo (e dire che lui un podio l’ha pure conquistato).

LANCE STROLL Voto 5 Il confronto con Perez è impietoso: realizza meno della metà dei punti del compagno di squadra. Le sue gare sono spesso condizionate da qualifiche difficili in cui quasi sempre è fuori già nel Q1. Tuttavia in alcune gare ha fatto vedere cose buone, l’impressione è che Stroll debba lavorare molto sulla testa e sul suo metodo di lavoro. La sua gara migliore è quella di Hockhenheim dove sfiora il podio.

Kevin Magnussen, 4.5 – Condizionato sicuramente da una Haas inguidabile (voto 2), il danese ha fatto solo 20 punti in campionato. E’ complicato poterlo giudicare, deve ringraziare Dio o chi per lui per aver conquistato un contratto anche per il prossimo anno.

KEVIN MAGNUSSEN Voto 5 L’irriconoscibile Haas del 2019 provoca non pochi problemi al danese. Sia in pista, dove deve lottare più con la propria macchina che contro gli avversari, che fuori. I suoi team radio stizziti e le dichiarazioni di insofferenza davanti ai giornalisti infatti non sono piaciute al team principal Steiner che l’ha più volte richiamato. Gara migliore la prima in Australia, peggiore quella del famoso team radio (This is the worst experience i’ve ever had in a race car) in Canada.

Antonio Giovinazzi, 6 – Inizio complicato per il pugliese, d’altronde la competizione interna con Raikkonen non può essere facile, specialmente per un rookie, però nel momento di maggiore difficoltà dell’Alfa Romeo, lui è riuscito a strappare qualche punticino tra Monza e Singapore. Ve lo diciamo subito, per lui non vale lo stesso discorso di Stroll comparato a Hulkenberg, perché è appunto al suo esordio in Formula 1. Il tedesco ha provato a salire sulla sua Giulia, probabilmente lo avrebbe anche meritato viste le prestazioni, ma è giusto dare almeno un secondo anno a ogni pilota per poter vedere effettivamente le sue reali capacità. Non mancano le cappellate (Spa su tutte) e gli episodi sfortunati, ma per poterlo giudicare appieno serve aspettare il 2020.

ANTONIO GIOVINAZZI Voto 6 I due anni di inattività in pista si fanno sentire ad inizio stagione. Tanto che iniziano a rincorrersi voci di una sua possibile sostituzione con Ericsson. Il pilota italiano è bravo a reagire e nella seconda parte di stagione le sue prestazioni si avvicinano (e anzi a volte sono superiori) a quelle del compagno di squadra Raikkonen. In molte gare poi è stato penalizzato da strategie suicide del muretto Alfa. Gara migliore quella di Interlagos, peggiore quella di Spa per il brutto errore all’ultimo giro che gli ha negato un piazzamento a punti molto importante.

Romain Grosjean, 4 – Obiettivamente, crediamo sia un miracolato: non avremmo scommesso un euro sulla sua permanenza in Formula 1 l’anno prossimo. Non c’è molto altro da dire.

ROMAIN GROSJEAN Voto 4 Un anno da dimenticare per Romain: non solo una macchina con una miriade di problemi, ma anche una serie incredibile di errori da parte sua. La cosa peggiore poi è che difficilmente abbiamo sentito Grosjean assumersi la responsabilità di questi errori, solitamente infatti secondo lui la colpa è sempre di qualcun’altro. Difficile rintracciare una gara migliore e una peggiore nella sua stagione.

Robert Kubica, 10 e lode – Al di là di quello che possiate pensare, Robert ha vinto la sua sfida: lo aveva detto, sarebbe tornato in un paddock di Formula 1 solo se avesse avuto la possibilità di correre, e così è stato. Chiaramente lo ha fatto con una macchina indegna (voto 0 alla gloriosa Williams) sia per il nome che porta che per come è gestita, ma tralasciando questo, competere a questi livelli contro certi piloti, in questa categoria e con un braccio fuori uso, è un qualcosa di straordinario, e se non riuscite a capirlo, tanto peggio per voi. Oh, è andato anche a punti, ma cosa vi aspettavate di più? Grazie Robert, perché ci hai insegnato che nella vita non si deve mollare mai un ca**o!

ROBERT KUBICA Voto 6 Sportivamente la sua stagione non è stata sufficiente ma il suo obiettivo non era certo quello di tornare per vincere, soprattutto con una Williams così. Ha dimostrato che con la forza di volontà si possono superare barriere che appaiono insormontabili e lo ha fatto in una squadra che non l’ha supportato come si dovrebbe supportare un pilota di Formula 1. Insomma per Robert è meglio chiudere qui piuttosto che portare a spasso una macchina spesso danneggiata perché non si hanno pezzi di ricambio a sufficienza.

George Russell, 6.5 – Positivo il suo impatto con la Formula 1, ma un po’ come per Giovinazzi, vorremmo aspettare il secondo anno per poterlo giudicare appieno, e soprattutto che abbia sotto al sedere una macchina in grado di lottare quantomeno per superare la Q1 qualche volta. E’ riuscito a spingerla oltre al limite in alcune occasioni, e questo denota sicuramente del potenziale in lui.

GEORGE RUSSELL Voto 6.5 Difficile giudicare la stagione di un debuttante su una macchina come la Williams. Quel che si può giudicare è sicuramente la professionalità (non è facile vedere i tuoi coetanei che si giocano i podi e le vittorie mentre tu guidi una macchina 3 secondi più lenta) e la velocità di questo giovane pilota inglese che si è ritrovato spesso a concludere le gare davanti a macchine molto più performanti della sua.

Immagine in evidenza: © Formula 1, YouTube channel

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