L’1 febbraio 2010 è una data che rimarrà per sempre nei libri di storia della Formula 1. Quello è infatti il giorno che segna il ritorno alle corse del pilota più vincente di sempre. Al Ricardo Tormo di Valencia, Michael Schumacher veste nuovamente casco e tuta da pilota e si rimette nuovamente in gioco. A tre anni di distanza dal ritiro dalla attività agonistica nel GP del Brasile 2006, il sette volte campione del mondo torna ufficialmente a guidare una monoposto di Formula 1 come pilota in attività e non come semplice consulente, ruolo ricoperto in Ferrari dal 2007 al 2009 negli anni di lontananza dal Circus.
A Valencia i motivi d’interesse sono molti. La prima sessione di test vede il debutto delle vetture 2010, che si differenziano notevolmente da quelle dell’anno precedente. Le nuove macchine sono molto più lunghe, come conseguenza delle nuove regole che impongono il divieto di rifornimento di benzina in gara, con i piloti che devono caricare prima del via tutto il quantitativo di carburante necessario per completare un gran premio. Destano inoltre curiosità le nuove gomme slick anteriori, più strette rispetto a quelle del 2009. I nuovi regolamenti passano però in secondo piano: l’attenzione dei media è tutta per Schumacher, e anche il pubblico spagnolo accoglie calorosamente “il figliol prodigo”. Sugli spalti appare uno striscione a lui dedicato, dove c’è scritto in tedesco: “Schumi gib gummi. Wilkommen Zuruck“. Tradotto: Schumi, continua a sgommare. Bentornato.
La Mercedes affida a Nico Rosberg il delicato compito di far fare i primi km alla monoposto della scuderia tedesca. Il figlio d’arte porta a termine 39 giri, marcando un 1’13.543 come miglior tempo personale. Al pomeriggio Rosberg cede il volante a Schumacher. I primi minuti di test non sono dei migliori per il pilota più vincente della storia della Formula 1. Il Kaiser infatti non riesce a uscire dal box e spegne il motore della sua W01. Con l’ausilio dei meccanici l’ex pilota della Ferrari rimette in moto la sua vettura e lascia la pit lane per tuffarsi in pista.
Dopo un paio di giri di installazione, Schumacher inizia a svolgere il programma di lavoro concordato con la squadra. Il pilota tedesco compie delle brevi sequenze di giri, e già prima del ventesimo passaggio realizza un tempo migliore rispetto a quello fatto segnare al mattino da Rosberg. Schumacher chiude la giornata col terzo riferimento cronometrico di giornata, un buon 1’12.947 a quattro decimi da Massa, pilota più veloce della giornata. In tutto Schumacher ha percorso 40 tornate.
“Ero scioccato ed eccitato al tempo stesso, come avessi un giocattolo tra le mani – dichiara il sette volte campione del mondo al termine del primo giorno di test – E’ stata una giornata fantastica. Tutto ha funzionato alla perfezione. Il team ha fatto un lavoro fantastico. Mi sono sentito a mio agio, e ho avuto la sensazione che tutto andasse naturalmente per il verso giusto. Ci ho messo pochissimo a scrollarmi la ruggine di dosso. Al primo giro mi sono sentito come agli inizi della mia carriera nel 1991, e pensavo a quanto andasse forte la macchina. Al secondo giro ero già contento, e mi sono divertito. Abbiamo fatto un buon lavoro; abbiamo fatto i nostri controlli, e abbiamo visto che la macchina è affidabile e può girare senza problemi”.
Ross Brawn, team principal della Mercedes, applaude il suo pilota: “Tutti e due i piloti sono stati bravi, anche se Nico aveva problemi di posizione nell’abitacolo e non vedeva bene la pista, e Michael veniva da tre anni di stop. Michael era molto felice, e ha confermato quello che pensavamo, cioè che sarebbe stato competitivo. La sua velocità non mi ha stupito: sarebbe sorprendente se non fosse li dov’è. I primi segnali che ci ha dato sono incoraggianti, e col tempo non ha perso la capacità di indirizzare il lavoro della squadra. E’ sempre molto preciso nel descrivere il comportamento della macchina e nel fornire indicazioni sulle modifiche di assetto da apportare”.
Nel secondo giorno di test la Mercedes fa girare solo Rosberg, mentre il 3 febbraio Schumacher ha tutta la giornata di prove a sua disposizione. Il pilota tedesco scende in pista con un cuscinetto protettivo sul cockpit, per smorzare le vibrazioni provenienti dall’abitacolo e sollecitare in misura minore il collo. Schumacher percorre 82 giri, e segna il suo miglior tempo in 1’12.438, un crono di quattro decimi più basso rispetto a quello di Rosberg del giorno precedente. Il pilota tedesco si becca però quasi un secondo dalla Ferrari di Alonso. Sebbene la Mercedes appaia discretamente veloce sulle brevi sequenze di giri, pecca ancora sul fronte dell’affidabilità. Schumacher è costretto a chiudere anzitempo il programma di lavoro per un problema idraulico. Sulla W01 si riscontrano anche delle crepe agli scarichi.
Schumacher termina la prima sessione di prove invernali con un buon grado di soddisfazione per non aver faticato molto a familiarizzare con la vetture della nuova generazione, ma con la consapevolezza che la Mercedes non è una macchina in grado di puntare ai titoli piloti e costruttori. “Penso che potremo essere competitivi in campionato, ma un conto è dire che saremo veloci, e un altro è dire che avremo una macchina da titolo – spiega alla stampa l’ex pilota della Benetton – Per me adesso non è una cosa così importante. Dobbiamo essere a ridosso dei primi e portare a casa dei punti all’inizio. Non mi aspetto di vincere già nelle prime gare dell’anno, e sinceramente non ci avevo nemmeno riposto tutte le mie speranze perché non mi aspettavo che potesse succedere. Tuttavia dobbiamo essere bravi nel lavoro di sviluppo della macchina per giocarcela alla pari con gli altri”.
IL RITORNO DI SCHUMACHER NEI TEST DI VALENCIA
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