Time Attack – Alfa Romeo migliora di quattro secondi in due anni. Mercedes a metà, Ferrari in fondo

© Alfa Romeo Racing

Eccoci ritornati con l’ultimo appuntamento di Time Attack, prima delle vacanze estive. Questa volta analizzeremo l’evoluzione dei tempi del Gran Premio di Ungheria, che ieri ha visto la prima pole position in carriera di Max Verstappen. L’unico confronto che oggi ci è possibile è quello tra le qualifiche del 2017 e quelle di quest’anno. Il motivo è legato allo svolgimento del Q2 e Q3 in condizioni di pista bagnata durante la sessione 2018. In questo caso, gli unici tempi che si potrebbero prendere in considerazione, sarebbero quelli di Williams e Force India, eliminati al termine del Q1.

Ancora una volta il team migliore di tutti è Alfa Romeo che in due anni è passato dal restare escluso al termine del Q1 sia con Ericsson, sia con Wehrlein, all’ottenere il passaggio al Q3 con Kimi Raikkonen. La prestazione della C39 è 3.8 secondi più rapida rispetto alla vecchia C37 con cui Peter Sauber ha festeggiato i 25 anni all’interno del circus della Formula 1.
Continuano anche gli alti e bassi della Haas che, a sorpresa, in Ungheria si piazza sul secondo gradino del podio. La scuderia di Kannapolis in due anni ha recuperato solo 2.7 secondi che da un lato evidenzia le buone prestazioni della vettura 2017, ma anche che la Sauber due anni fa non navigava in ottime acque.

Terzo gradino del podio per la Red Bull che negli ultimi due anni ha racimolato un quinto e un settimo posto come miglior posizione in griglia, ma quest’anno ha ottenuto una pole che mancava qui dal 2011. La prestazione monstre di Max Verstappen, alla prima pole in carriera, ha permesso al costruttore austriaco di mangiare 2.2 secondi rispetto a quanto aveva fatto l’olandese 24 mesi fa.

Anche se non compare sul podio, sicuramente uno dei team migliori è Williams. A Grove hanno lavorato duramente permettendo a George Russell di mancare l’accesso al Q2 per mezzo decimo, un fatto più unico che raro quest’anno. Inoltre la FW42 è risultata 2 secondi più veloce rispetto alla FW40 del 2017 e 1.5 secondi più rapida della vettura 2018. Un balzo in avanti che inverte, momentaneamente, la tendenza di una Williams in caduta libera anno dopo anno.

Il primo dei team a non migliorarsi di oltre due secondi è Mercedes. A Brackley si lavora sempre al massimo, ma il margine di miglioramento non può di certo essere a livello dei team di fascia inferiore, specialmente se si viaggia sempre ad alti ritmi. La W10 è comunque quasi 2 secondi più rapida rispetto alla W08. Nello scontro diretto con Ferrari la Mercedes vince a mani basse dato che la Rossa è passata dalla pole del 2017 a un quarto posto di ieri. Passando quindi da migliore a team che prende mezzo secondo in un giro. A Maranello il passo in avanti è stato di soli 1.2 secondi, i quali la piazzano al penultimo posto, davanti solo a Renault che in due anni ha migliorato di soli 9 decimi.

Lontane dalle consuete posizioni di testa ci sono McLaren e Toro Rosso che questa volta non hanno migliorato più di tanto. 1.7 secondi per la vettura di Woking e 1.6 per quella di Faenza. La motivazione di questo risultato è dettata dal fatto che per Alonso e Vandoorne, la gara ungherese fu la migliore di tutta la stagione, quindi il margine di miglioramento non poteva essere elevato. In Toro Rosso, invece, si è passati dal Q3 con Sainz, all’eliminazione di entrambe le vetture al termine del Q2.
Concludiamo con la Racing Point che rispetto all’anno scorso ha mantenuto il risultato della doppia eliminazione nel Q1, migliorandosi di due secondi, ma che in due anni ha avuto un guadagno di soli 1.4 secondi. L’esclusione nel Q1 nel 2018 aveva portato le vetture rosa a perdere circa 6 decimi e mezzo dal 2017, recuperati poi quest’anno.

 

Immagine in evidenza: © Alfa Romeo Racing - Twitter

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