Time Attack ritorna per l’ultima volta nel corso di questa stagione, per analizzare l’andamento, sul giro secco negli ultimi tre anni, a San Paolo in Brasile. La pista di Interlagos oggi si è rivelata abbastanza anomala con molti dei tempi registrati che non sono stati migliorati nel secondo tentativo sia in Q2 che in Q3. Rispetto al 2018 solo tre team hanno fatto un passo in avanti. Scopriamo quali.
2019 vs 2018 – I migliori
Dopo quattro Gran Premi la Toro Rosso torna davanti a tutti nella speciale classifica di miglioramento di Time Attack. Le ottime prestazioni della STR14 sul tracciato brasiliano, durante le libere, sono state confermate anche in qualifica. Dei due piloti, solo Gasly ha ottenuto il passaggio in Q3, mentre Kvyat è rimasto bloccato in Q1. Rispetto a un anno fa a Faenza il passo in avanti fatto è di otto decimi e mezzo.
Non arriva prima, ma è comunque sempre al top. Parliamo della McLaren che dopo 12 mesi ha tagliato di mezzo secondo il tempo registrato nel 2018 da Fernando Alonso. Purtroppo questo non è bastato alla vettura di Woking per entrare in Q3. Un week-end in salita per i piloti della MLC34.
A chiudere la zona podio, ma anche la sezione dei migliori è la squadra che oggi ha ottenuto la pole position. La Red Bull, con il tempo realizzato da Max Verstappen in Q2 ha migliorato di quasi tre decimi il crono registrato nel 2018 dallo stesso olandese.
2019 vs 2018 – I peggiori
La quarta posizione, nonché prima dei team gambero, è della Renault che nonostante si trovi in questa porzione di classifica, rispetto a un anno fa ha perso solo 7 centesimi. Abbastanza per mancare il passaggio in Q3, come avvenne la passata stagione. Quello di Enstone, così come anche l’Alfa Romeo e la McLaren hanno tempi nel Q2 influenzati dal testacoda di Giovinazzi, il quale non ha permesso il miglioramento finale. Il loro tempi quindi potrebbero non essere indicativi.
Sicuramente chi ha un dato certo è la Ferrari che con Sebastian Vettel partirà in seconda posizione per il terzo anno consecutivo. Se dal 2017 al 2018 c’è stato il passo in avanti, non si può dire lo stesso per oggi. Rispetto a novembre dell’anno scorso, Vettel è stato due decimi è mezzo più lento.
Poco distante, ma solo in classifica, è la Racing Point che ha creato un gap negativo di 3 decimi rispetto alla Force India dell’anno scorso. Se una stagione fa Sergio Pérez partì 12°, quest’anno non è andato oltre il 15° posto.
Settima piazza per la Mercedes che ormai ha dimenticato il sapore delle pole position e dei miglioramenti, se escludiamo Austin. Per la prima volta dopo 5 anni, la pole brasiliana non finisce nelle tasche dei piloti di Brixworth, con la Freccia d’Argento di Hamilton che domani partirà “solo” terza. La W10, rispetto alla W09, ha fatto un passo indietro di poco più di quattro decimi. Nonostante questo, mantiene ancora il record della pista fatto nel 2018.
466 sono i millesimi che invece separano la prestazione della VF-19 da quella della VF-18. In casa Haas questo peggioramento non dispiacerà dato che Romain Grosjean ha incrementato la sua posizione in classifica dal nono posto all’ottavo di oggi.
Situazione inversa invece per l’Alfa Romeo che in un anno ha accumulato oltre mezzo secondo di ritardo dall’Alfa Sauber. A Hinwil hanno comunque ottenuto un pass per il Q3, ma l’anno scorso questi furono due, i quali furono tramutati nel sesto e settimo posto in griglia di Ericsson e Leclerc. Raikkonen, invece, domani partirà nono.
Ultimo posto invece per la Williams che ha perso quasi nove decimi ritrovandosi a non ottenere il passaggio in Q2, come avvenne un anno fa con Sirotkin. Con il tempo del 2018 avrebbero ottenuto nuovamente un posto nella sessione intermedia.
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