Dopo due Gran Premi di pausa, torna Time Attack, la rubrica in cui analizziamo quanto i team hanno migliorato (o peggiorato) da un anno all’altro sullo stesso circuito.
Oltre all’ormai conosciuto nuovo regolamento dell’ala anteriore e posteriore che genera più carico, ma anche velocità più alte con DRS aperto, uno dei fattori da tenere sott’occhio a Singapore è il nuovo asfalto. Rispetto al 2018, alcune zone della pista hanno una nuova superficie, che ha giovato più ai piccoli team che ai big.
Chi più di tutti ne ha tratto beneficio è la Toro Rosso che sia nel 2018 che nel 2019 ha visto in Pierre Gasly il suo pilota più veloce. Il francese in un anno ha portato il suo team a limare quasi un secondo rispetto a quanto ottenuto conquistando la stessa posizione 12 mesi fa. Il miglioramento in casa Toro Rosso è di 915 millesimi.
Al secondo posto una delle rivali della squadra di Faenza, nel corso di questa stagione di Time Attack, ovvero la McLaren. Grande anche il lavoro fatto a Woking, il quale permette alle due vetture papaya di tornare in Q3 dopo due anni. Il passo in avanti rispetto alla passata stagione è di 823 millesimi.
Terzo gradino del podio di Singapore per l’unico top team che ha giovato delle nuove ali, del nuovo asfalto, ma anche degli aggiornamenti aerodinamici portati proprio in questo circuito. Parliamo di Ferrari che, se lo scorso anno aveva sofferto e non poco durante in Q3, quest’anno con la terza pole consecutiva di Charles Leclerc si è permessa un tempo più veloce di 411 millesimi rispetto a quello segnato, lo scorso anno, da Vettel per il terzo posto.
Continua il trend positivo della Williams che continua praticamente dal Canada, ad esclusione di alcune eccezioni. Il team di Grove, al lavoro per tentare di scollarsi dall’ultima fila, nonostante l’abbia conquistata anche questa volta, ha guadagnato quasi 4 decimi rispetto a 12 mesi fa.
Quinto posto per la Renault con un miglioramento di 355 millesimi e un doppio accesso nel Q3. Lo scorso anno, infatti, ad entrare nella manche finale fu solo Hulkenberg, il quale poi ottenne il 10° posto. Quest’anno la coppia di Enstone ha conquistato un’ottavo e un nono posto in griglia.
Microscopico passo in avanti per Alfa Romeo, soprattutto se comparato a quello tra 2017 e 2018. La compagnia italo-svizzera, in un anno, ha tolto solo cinque centesimi dal miglior tempo registrato all’ora da Leclerc. Questo si tramuta anche nell’avanzamento di un posto in classifica dei tempi, passando dal 13° del monegasco al 12° di Antonio Giovinazzi.
Dal settimo posto inizia la sezione della classifica che vede solo tempi più lenti. Chi ha limitato i danni è Red Bull che dal 2018 ha perso solo un decimo. Un decimo che comunque non avrebbe portato a un cambiamento nella griglia di domani. La RB15 è partita come favorita per essere la protagonista a Singapore, si è spenta sotto i riflettori del tracciato cittadino. Inoltre, per la prima volta dopo 10 anni, non ha ottenuto un posto nella top-3 al via del Gran Premio.
Peggio è andata a Mercedes che rispetto a un anno fa è peggiorata di quasi quattro decimi. Tempo fondamentale se consideriamo che Hamilton ha perso la pole di oggi per soli 191 millesimi.
Segue la Racing Point che passa dalla doppia qualificazione nel Q3 del 2018 all’esclusione nel Q2 con Perez e nel Q1 con Stroll. La “pantera rosa”, infatti, paga caro il passo indietro di oltre mezzo secondo.
A chiudere la classifica è la Haas che per il terzo anno di fila vede una vettura eliminata nel Q1 e una nel Q2. A rendere la situazione del team americano ci pensa la sua livrea nera che la porta a confondersi con l’ombra della notte di Singapore. 1.3 secondi lasciati per strada da un settembre all’altro.
Per quanto riguarda la classifica riassuntiva a cavallo di tre stagioni, dal 2017 al 2019, l’Alfa Romeo continua a dominare con i suoi 6.3 secondi guadagnati. Questo miglioramento è dovuto tutto al gap di prestazione tra la C35 e la C36. Tanti sono i team che si attestano nel range di miglioramento tra i 3 e i 4 secondi. Il migliore di questi è Haas con 4 secondi, quindi Racing Point e Mercedes a 3.7, seguiti da Red Bull a 3.4 e McLaren a 3.3, poi Ferrari a 3.3 e infine Williams e Toro Rosso a 3.1. L’unica rimasta esclusa è la Renault che in due anni ha tolto dal tempo del 2017 “solo” 2.9 secondi.
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