Il giorno dopo. Il Gran Premio della Malesia ci lascia con altri punti interrogativi, le solite conferme e delle sorprese più o meno pronosticabili.
La Mercedes incassa la seconda vittoria consecutiva dopo Melbourne. Questa volta però a trionfare è stato Lewis Hamilton, fermato all’Albert Park solo dall’affidabilità. Il campione inglese ha dato ben diciassette secondi a Nico Rosberg, vincitore proprio a Melbourne. La squadra tedesca si conferma dunque il top team inarrestabile visto già nei test, con una differenza quasi imbarazzante sugli avversari (affidabilità, appunto, permettendo).
Si quasi, perché dietro la coppia Mercedes si piazza a sorpresa una straordinaria Red Bull con un altrettanto straordinario Sebastian Vettel. Il 4 volte campione ha dimostrato ancora una volta di essere fortissimo (semmai ce ne fosse ancora bisogno ndr), facendo una qualifica perfetta sul bagnato e tenendo il passo di Rosberg per tutta la durata della gara, salvo poi doversi arrendere alla superiorità della Mercedes.
Anche Ricciardo è stato autore di un’altra grandissima gara, ma per la seconda volta consecutiva il pilota australiano ha beccato la bellezza di zero punti per colpe altrui. I meccanici austriaci non sono nuovi ad infortuni del genere, ed il povero Daniel ha dovuto prendere (fino ad ora) la scomoda eredità di Mark Webber, ossia lo sfigato di casa Red Bull.
Capitolo Ferrari: la scuderia di Maranello era partita con l’intenzione di sbalordire tutti (come ogni anno insomma), ma anche questa volta deve accontentarsi del quarto posto di Alonso (dovuto più che altro alla sfiga di Ricciardo) e della poca fortuna del buon Raikkonen: il finlandese è partito abbastanza “sobriamente” quest’anno, ma la Dea bendata non è stata certamente benevola con Kimi, saprà comunque rifarsi in futuro.
Chi invece deve rifarsi e alla svelta è proprio la Ferrari: chi l’avrebbe mai detto solo un mese fa che la Red Bull sarebbe stata capace di starle davanti in entrambe le gare iniziali?
Povero Felipe: solo una settimana fa dichiarava di essere un leader alla Williams, poi ieri è successo il fattaccio capitato anche nel 2010: “… is faster than you”. Ma questa volta il brasiliano ha tirato fuori gli attributi, disubbidendo all’ordine di scuderia e dicendo indirettamente al buon Bottas di dimostrare in pista di essere più veloce. Morale della favola: Massa ha tenuto caparbiamente la sua posizione, tenendo il compagno di squadra dietro. Respect Felipe!
Questa Formula 1 comunque ancora non convince, è pur sempre la seconda gara, ma tra Melbourne e Sepang le lamentele di addetti ai lavori, organizzatori e qualche pilota non sono mancate. La chicca è stata sicuramente della FOM: la percentuale di carburante usato da qualsiasi pilota durante il Gran Premio. Come per ricordarci: “Sti poveri disgraziati non possono tirare al 100%, altrimenti si beccano una bella penalità”. A proposito di penalità: la FIA ha forse raggiunto il limite del ridicolo con la gara di ieri. Il povero Ricciardo non solo è riuscito a fermarsi in tempo in corsia box con la ruota svitata, ma, dopo un cedimento strutturale dell’ala anteriore, è stato anche penalizzato con lo Stop/Go. Magnussen invece ha perso punti dalla patente per un normalissimo incidente di gara con Raikkonen, mentre Bottas paga la velocità superiore della sua Williams rispetto alla Red Bull con la stessa pena del danese. Ma si, loro mica devono fare i piloti di Formula 1, la Formula 1 mica deve essere la Formula 1. Aspettate: ma siamo sicuri che si stia parlando di Formula 1? Le risposte le avremo in futuro (forse).
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